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Terni, riapertura Ast | Sindacati “Pericoloso, scienza si esprima”

Luca Biribanti

Terni, riapertura Ast | Sindacati “Pericoloso, scienza si esprima”

Preoccupano le condizioni di salute dei lavoratori e delle loro famiglie
Lun, 06/04/2020 - 14:49

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Nella mattina di oggi i camini di Ast hanno riniziato a funzionare, secondo quanto stabilito dalle autorità competenti sulla scorta delle nuove indicazioni fornite dal Governo in merito al lockdown; anche se non tutto è andato nel verso giusto. La notizia ha allarmato lavoratori, cittadini e sindacati, visto che si pone una situazione di potenziale contagio che coinvolge centinaia di lavoratori e le rispettive famiglie. Le stesse Rsu hanno giudicato questa riapertura “molto pericolosa” e chiedono che “la comunità scientifica si esprima chiaramente a riguardo”.

I sindacati

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini e quelli provinciali di Terni, Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Gino Venturi hanno evidenziato che “È evidente che quanto determinatosi rappresenta una contraddizione rispetto alle raccomandazioni che quotidianamente arrivano dal Governo, dalla Protezione Civile, Dal Ministero della Salute, e dall’Istituto Superiore della Sanità sull’assoluta necessità di non rallentare con il rispetto delle prescrizioni previste nel Dcpm. Riteniamo che in un momento in cui, grazie al sacrificio di tutti, si è sensibilmente attenuato l’andamento dei contagi, sarebbe stato più opportuno proseguire su questa strada, senza aprire nuovi fronti di esposizione al contagio, magari intensificando l’azione a tutela di tutti quei lavoratori obbligati al lavoro perché operanti nei servizi essenziali”.

La salute dei lavoratori

In particolare preoccupano le condizioni di salute dei lavoratori e delle loro famiglie e, proprio per vigilare su quanto accade nello stabilimento, i rappresentanti delle Rsu hanno ispezionato la corretta applicazione delle misure di protezione individuale messe a disposizione dall’azienda, rilevando, in alcuni casi, ritardi nella consegna delle mascherine, mancata formazione sul corretto utilizzo degli stessi dispositivi, corretta gestione dei flussi di entrata ai tornelli, criticità nella gestione del servizio mensa, sostituito dalla distribuzione dei cestini.

“In ogni caso, una volta appresa la notizia della riapertura – continuano i segretari delle tre sigle sindacali – la Rsu Ast e i sindacati dei metalmeccanici si sono immediatamente attivati e stanno continuando a lavorare per proteggere in ogni modo la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie e far rispettare il Protocollo condiviso del 14 marzo tra Governo, sindacati e Confindustria. I lavoratori non vanno lasciati soli – insistono Cgil, Cisl e Uil – quindi, accanto al necessario chiarimento di carattere scientifico, chiediamo a Regione e Comune di intervenire a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, vista la loro responsabilità diretta in materia di salute pubblica”.
Infine, Cgil Cisl e Uil ribadiscono “la necessità di promuovere in tutte le attività lavorative in essere la predisposizione di ‘Protocolli anticontagio aziendale’ come espressamente richiamato Dal DPCM del 22 marzo”.

Il sindaco Latini

“Con riferimento alla maggiore azienda del nostro comprensorio, in queste settimane il mio contatto a livello istituzionale è stato frequente e preoccupato, con l’obiettivo di dare un contributo fattivo, nei limiti delle mie competenze e prerogative di legge così il sindaco di Terni, Leonardo Latini, sulla questione della riapertura della fabbrica Nel momento in cui le norme nazionali, come interpretate a livello locale dagli organi di rappresentanza territoriale del Governo, consentono la ripresa dell’attività di AST, ho rappresentato in tutte le interlocuzioni l’assoluta necessità che siano rispettate tutte le prescrizioni e che vengano adottate tutte le misure di controllo e di verifica a salvaguardia della sicurezza e della salute dei lavoratori e delle loro famiglie.

Nelle prossime ore, nei prossimi giorni continuerò ad esercitare il mio ruolo che ritengo doveroso porre in essere a tutela dei lavoratori e dei cittadini ternani, della loro salute e del loro futuro”. 

La Lega contro il Governo

Molto più deciso e dura la posizione della senatrice Valeria Alessandrini (Lega) e del consigliere regionale della Lega, Daniele Carissimi, entrambi militanti dello stesso partito del sindaco di Terni, ma con un’idea più ‘radicale’ rispetto al primo cittadino: “Ancora una volta il
Governo PD – 5 Stelle scarica tutte le responsabilità sugli enti locali,
come ha fatto più volte fin dall’inizio di questa emergenza, lasciando
Sindaci e Prefetti da soli ad affrontare le questioni più difficili,
quelle che mettono cioè a dura prova la tenuta sociale ed economica del
territorio. Anche queste sono le scelte da cui dipende il futuro del
paese in termini di contenimento del contagio da Coronavirus e dei danni
che esso sta producendo. La decisione di riaprire il più grande
stabilimento ternano e umbro merita ogni approfondimento e cautela che
coinvolge la città tutta. La decisione non può che essere stata
ampiamente approfondita e vagliata in ogni profilo sanitario, sociale ed
economico dai soggetti chiamati a fare tale scelta i quali non possono
che aver assunto la migliore opzione in ragione della cautela idonea a
garantire la sicurezza dei lavoratori e la tutela della loro salute da
perseguire con ogni mezzo necessario. E’ fondamentale che l’azienda
prevenga e presidi ogni rischio, proceda a controlli continui sul
rispetto delle norme, oltre a prevedere visite mediche e tamponi, dotare
ogni lavoratore degli strumenti adeguati, come guanti e mascherine.
Nessuno dovrà lavorare in presenza di rischio o contravvenendo alla
regola di distanziamento. In questo caso la scelta non deve essere tra
lavoro e salute, ma entrambi devono essere garantiti con la massima
attenzione. Saremo vigili e proattivi sulla vicenda per assistere i
lavoratori nella perduranza del Covid-19 senza tuttavia permetterci di
trascurare una visione sul domani che deve poter garantire il lavoro per
loro stessi in un’azienda che sappia resistere agli attacchi del Covid e
della concorrenza in assenza di misure di protezione garantite
dall’Unione Europea”.

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