Terni, Flavio e Gianluca morti per una sostanza killer | Giallo su misteriosa bottiglietta - Tuttoggi.info

Terni, Flavio e Gianluca morti per una sostanza killer | Giallo su misteriosa bottiglietta

Luca Biribanti

Terni, Flavio e Gianluca morti per una sostanza killer | Giallo su misteriosa bottiglietta

Il procuratore capo Alberto Liguori lancia allarme sociale "Perché i giovani conoscono gli effetti di di codeina e metadone?"
Mer, 08/07/2020 - 12:55

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Un mix di droghe, codeina, metadone, sono queste le sostanze indiziate per la morte di Flavio e Gianluca, i ragazzi di 15 e 16 anni trovati morti, nella mattina di ieri, nel letto dalle rispettive famiglie nei quartieri di San Giovanni e Villa Palma.

Arrestato un ternano di 41 anni

Nella serata di ieri c’è stata la prima svolta nelle indagini lampo dei Carabinieri di Terni che, sotto la direzione del pm Raffaele Pesiri e la supervisione del procuratore capo Alberto Liguori, in neanche 12 ore sono riusciti a identificare il presunto spacciatore che avrebbe fornito la sostanza o le sostanze letali a Flavio e Gianluca.

Accusa di “morte come conseguenza di altro delitto”

Si tratta di un ternano di 41 anni, Aldo Maria Romboli, sottoposto a fermo del pubblico ministero con l’accusa di “morte come conseguenza di altro delitto”, già noto alle forze dell’ordine per reati minori e come assuntore di sostanze stupefacenti (è infatti in cura al Sert), al quale gli inquirenti sono arrivati grazie alle testimonianze degli amici dei ragazzi che hanno subito indirizzato i militari verso un quadro investigativo ben definito.

Il giallo della bottiglietta

Proprio nell’ambito di questo quadro gli inquirenti hanno rinvenuto una bottiglietta contenente un liquido biancastro in una delle abitazioni perquisite nel quartiere. Secondo quanto riferito dal procuratore capo, Alberto Liguori, nella conferenza stampa di questa mattina tenuta al comando provinciale dei Carabinieri di Terni, “la bottiglietta era nella disponibilità del quartiere di San Giovanni”. Presumibilmente il liquido contenuto all’interno serviva a mischiare più sostanze per ottenere quella stupefacente. Dall’incrocio dei risultati derivanti dalle autopsie con quelli provenienti dagli esami del liquido contenuto nella bottiglietta si potrà stabilire se i giovani hanno prodotto la sostanza letale da soli o se l’abbiano acquistata già pronta.

Malore già nel campo di calcetto

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i ragazzi, dopo aver trascorso il pomeriggio insieme, si sarebbero dati appuntamento con gli amici dopo cena per una partita a calcetto. Non è chiaro se i due abbiano cenato, ma l’assunzione della sostanza letale è avvenuta in serata, prima della partita. Flavio e Gianluca hanno infatti manifestato i primi sintomi di malessere già ‘in campo’, uno dei due in forma maggiore rispetto all’altro. Il ragazzo residente a San Giovanni è dunque rientrato a casa autonomamente, mentre sono ancora in corso le indagini per capire come il giovane di Villa Palma abbia raggiunto la propria abitazione, visto che il quartiere di San Giovanni dista qualche chilometro. È plausibile che qualcuno possa averlo accompagnato a casa, senza però avvertire i genitori; circostanza che sarà verificata dalle ulteriori indagini sul tragico fatto.

La tragica scoperta dei genitori

I due ragazzi si sono dunque addormentati in preda al malessere e, dal sonno, non si sono più svegliati. Sono state le rispettive famiglie, al mattino, a fare la drammatica scoperta, trovando i propri figli morti probabilmente già da qualche ora. Si pensa, infatti, che il decesso possa essere avvenuto non molto tempo dopo il rientro a casa di Flavio e Gianluca, ma sarà l’esame autoptico, l’incarico verrà conferito venerdì, a stabilire con precisione la tempistica e le circostanze della morte.

I ragazzi conoscevano le reazioni chimiche di codeina e metadone

Quello che più ha impressionato gli inquirenti è stata la perizia con i quali i circa 15 giovani sentiti come testimoni hanno descritto le proprietà chimiche di codeina e metadone e le rispettive reazioni con l’unione con altre sostanze. “Informazioni che possono essere reperite sul web, c’è anche qualche canzone che parla esplicitamente di queste sostanze – ha sottolineato il procuratore capo Alberto Liguori – e dobbiamo chiederci perché i nostri giovani abbiano questo tipo di interessi. Come istituzioni possiamo e dobbiamo fare di più, ma non dobbiamo colpevolizzare i genitori dei due ragazzi. Dobbiamo riflettere sui modelli e sulle alternative che la società propone ai nostri ragazzi”.

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