Terni, il Caos nella relazione della IV Commissione | M5S "Amministrazione assente" - Tuttoggi.info

Terni, il Caos nella relazione della IV Commissione | M5S “Amministrazione assente”

Luca Biribanti

Terni, il Caos nella relazione della IV Commissione | M5S “Amministrazione assente”

Dossier della Commissione presieduta dal pentastellato Federico Pasculli descrive una situazione al limite
Lun, 28/11/2016 - 19:54

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La IV Commissione, presieduta dal consigliere comunale pentastellato Federico Pasculli, ha prodotto un articolato dossier, per un lavoro durato 6 mesi, sulla situazione attuale del Sistema museale ternano “Caos”, mettendo in evidenza alcune criticità che, ancora oggi, sembrano gettare più ombre che luci sul centro culturale.

Il Movimento 5 Stelle ha deciso di presentare il dossier in una conferenza stampa a Palazzo Spada m5s-caosdopo il turbolento consiglio comunale dello scorso 21 novembre, quando le opposizioni hanno abbandonato l’aula per protesta contro il mancato inserimento all’ordine del giorno dell’atto relativo agli assessori coinvolti nelle indagini dell’ “Operazione Spada”. La maggioranza ha proseguito i lavori del consiglio, passando in rassegna anche la relazione della Commissione che non è stata discussa.

La relazione, del 20/10/2016, è stata approvata con 3 voti favorevoli (Pasculli, Pococacio del M5S e Brizi di Forza Italia) e 2 astenuti (Zingarelli e Pantella del Pd); presenti erano Enrico Melasecche e Franco Todini che non avevano però diritto di voto.
Secondo i dati raccolti, le sale del Caos e il Museo Archeologico, registrano un’affluenza media di circa due visitatori al giorno: “un dato – commenta Pasculli – che la dice lunga sulla scarsa incisività delle iniziative promosse dalle aziende che gestiscono il polo”.dati-caos

Ricordiamo che il Caos è gestito in virtù di un bando che prevede un finanziamento, erogato dal Comune di Terni, dell’importo complessivo di 2.624.509 euro a copertura di 5 anni di attività. Il bando è stato vinto da CIVITA Cultura s.r.l., recentemente fusa con una società di Firenze nella nuova denominazione “Opera Laboratori Fiorentini S.P.A.”, affiancata dalle società ALIS, ACT e Indisciplinarte.
I rapporti tra l’amministrazione comunale e la società capofila dell’Ati che gestisce il polo museale “CIVITA” non sono sempre stati cordiali, a partire dalla questione delle utenze, sulla quale è ancora aperto un contenzioso.

Partiamo dall’analisi della Tari, per la quale dalla Lettera Protocollo n°3747 del 2015, emerge che la Società Civita Capogruppo dell’ATI che gestisce il Sistema Museale Caos sarebbe in debito per un totale di 80.071,95 euro di Tari arretrata. Il dirigente Dott. Andrea Zaccone ha riferito in audizione: “La somma intesa come debito nei confronti di Asm., è un fatto che è intervenuto in un momento successivo alla stipula del primo contratto, dove era previsto che i musei non pagassero la tassa rifiuti, ma era sancito che qualsiasi nuova tassa sarebbe stata a carico del gestore degli impianti. Con il cambio della normativa veniva invece imposta la tassa rifiuti anche agli spazi museali e culturali, sempre a carico del gestore. Successivamente poi, attraverso la stipula di un nuovo contratto con la Società, l’Amministrazione Comunale ha inteso intestare a sé stessa gli spazi museali e culturali e quindi il pagamento della TARI (tassa rifiuti), ricadeva a carico dell’Ente, con esclusione degli spazi commerciali che rimanevano a carico del gestore (FAT)”.

Restiamo in tema utenze – Secondo quanto si legge nel documento prodotto dalla IV Commissione, Civita dovrebbe al Comune di Terni la somma di 92.400,00 euro relativa al rimborso delle utenze elettriche e del gas metano, somma che non include la Tassa Rifiuti del vecchio contratto in quanto dovuta ad ASM); il Comune ha sospeso il pagamento delle fatture relative agli ultimi due mesi del 2011 della concessione, per un importo di € 90.000,00 in attesa dell’arbitrato sul teatro Verdi.

A sua volta, Civita, richiede al Comune un rimborso di € 80.000,00 relativo ai maggiori consumi di acqua e gas metano dovuti ad una perdita sull’impianto idrico del CAOS i cui lavori di riparazione sono stati effettuati dal Comune.

Le anomalie riscontrate sulle bollette emesse dal SII nei confronti della Società Civita, riferite al consumo di acqua, ammontano ad un importo totale di 49.750 euro, dal quale si deve stornare la cifra di 17.000 euro che il SII ha tolto dall’importo totale, quindi la Società Civita ha pagato soltanto la somma di 23.000 euro.
Nonostante ciò, la Società Civita sostiene che, dopo un confronto con altre fatture emesse a proprio carico, avrebbe pagato circa 13.000 euro in più per quanto riguarda il consumo di acqua, e di circa 67.000 euro in più per quanto attiene al consumo di gas.

Allo stato attuale delle cose, la vicenda non ha ancora trovato una soluzione e il dirigente dei Lavori Pubblici, Renato Pierdonati, ha risposto in modo vago rispetto alla posizione dell’ente stesso: “la richiesta del rimborso dei costi per maggiori consumi, è una questione annosa ed ancora irrisolta”.

“Nei periodi in cui si sono verificati i guasti – precisa il Dirigente Pierdonati – sono stati riscontrati dai gestori consumi sicuramente al di sopra della media, quindi considerato che, l’immobile dovrebbe essere mantenuto nelle giuste modalità di funzionamento da parte dei proprietari, il gestore potrebbe avere anche una qualche ragione nel richiedere all’Amministrazione il rimborso dei costi per maggiori consumi”. Non è dunque escluso che il Comune, alla fine, sia ‘costretto’ a risarcire “CIVITA”.

Ma questo è soltanto uno dei punti della relazione che poi si concentra sulle competenze dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sui locali della struttura in concessione. Secondo quanto riportato dalla relazione ci sarebbero circa 40mila euro di manutenzione straordinaria (che spetta all’Ente) dei quali Civita chiederebbe il rimborso. Nello specifico si tratta della revisione dell’impianto di allarme, per una spesa di 3.156,00 euro (tale intervento sarebbe stato concordato con la Direzione competente, che si era detta disponibile a valutare le modalità di rimborso, successivamente al pagamento di quanto dovuto al Comune di Terni, da parte di Civita, in riferimento alle utenze); sugli interventi di manutenzione straordinaria effettuati presso l’Anfiteatro Romano, invece, per un importo complessivo di  11.532.00 euro la Direzione non sarebbe stata informata, tantomeno del fatto che potessero riferirsi ad interventi di manutenzione straordinaria.

Civita richiede, inoltre, il pagamento di due interventi, per un totale di 25.664.00 euro, che però si riferiscono ai costi relativi all’allestimento della mostra di Piermatteo d’Amelia (evento che non rientrava nelle attività previste dalla concessione e per la quale era stato stipulato un accordo con Civita Servizi in data 7/12/2009, che normava gli obblighi delle parti, tra cui le spese di allestimento della stessa comprendenti) sia l’impianto illuminotecnico che l’allestimento temporaneo della sala Carroponte, per ospitare le opere della donazione De Felice.

Il Fat

Il Fat

La canna fumaria del Fat – Sotto la lente della Commissione è finita anche la mancanza di un canna fumaria al Fat, il locale di ristorazione situato all’interno del polo museale, per la quale la IV Commissione aveva chiesto se le spese relative all’installazione fossero a carico dell’Ente o a carico del gestore e se si tratta di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Il funzionario comunale competente ha risposto che: “è obbligo del proprietario dell’immobile, che deve mettere a disposizione lo stabile in maniera idonea, in virtù dell’attività che dovrà svolgersi al proprio interno, nel caso di specie quella di bar-ristorazione; attività che necessita di una canna fumaria. I lavori sono in capo al Dipartimento Lavori Pubblici, che dopo aver raccolto tutte le autorizzazioni necessarie, Soprintendenza e Condominio, sta procedendo all’appalto dei lavori. Il finanziamento è stato concesso dalla Regione Umbria. l’appalto è stato assegnato dal Dipartimento Lavori Pubblici ma i lavori non sono iniziati perché il condominio ha presentato un ricorso al TAR”.

Il condominio sovrastante il Fat, infatti, ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo contro il progetto iniziale della canna fumaria che verrà realizzata grazie a un fondo regionale di 28mila euro. Su questo punto nessuno è stato in grado di dare spiegazioni sul perché ci sia una contributo regionale così cospicuo per la realizzazione della struttura.

Allo stato attuale delle cose, il TAR ha concesso una sospensiva e tra le altre cose ha richiamato l’Amministrazione Comunale ed anche il proprietario titolare del ricorso a collaborare, tanto che il Comune ha inoltrato un elaborato redatto da un tecnico, in cui propone tre diverse soluzioni rispetto a quella approvata; le tre diverse soluzioni dovranno essere prese in considerazione, ragionando su quale potrebbe essere la più consona e anche la meno svantaggiosa per il proprietario.

La Sicurezza e Capodanno – Altro punto dolente che emerge dalla relazione della IV Commissione è quello relativo alla sicurezza, in particolare il rilascio del Certificato Prevenzione Incendi (CPI), del quale la struttura è risultata priva fino a giugno 2016. A questo proposito la Commissione ha chiesto conto al dirigente Andrea Zaccone del Capodanno 2013/2014 al Caos, per il quale era stato previsto un afflusso di 700 persone dagli organizzatori. In particolare è stato chiesto:

1- come mai l’Amministrazione abbia rilasciato l’autorizzazione all’organizzazione dell’evento pur sapendo che la struttura non era dotata di CPI e che sussistevano problematiche relative al sistema antincendio;

2- se, in particolare in relazione al flusso di 700 persone, sia stata poi presentata dal gestore la relazione del tecnico specializzato citata nella richiesta di autorizzazione.

Capodanno Caos 2011/12

Capodanno Caos 2011/12

Il dirigente ha risposto che il rilascio dell’autorizzazione sopra indicata non è di competenza del Dipartimento Sviluppo e che il CPI rilasciato dai Vigili del Fuoco di Terni in data 16/06/2016, prevede come attività principale edifici sottoposti a tutela ai sensi del d.lgs. 42/2004 e destinati a biblioteche ed archivi, musei, gallerie, esposizioni e mostre e come attività secondarie impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile gassoso (metano) con potenzialità superiore a 700 kW e locali di spettacolo e di intrattenimento in genere, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, e fino a 200 persone, ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 mq. Il CPI per l’attività principale non indica il numero di persone ospitabili nella struttura. Il responsabile della sicurezza è Massimo Mancini; rispetto al CPI il concessionario si è avvalso di un professionista esterno per il perfezionamento della pratica.

Museo Archeologico

Museo Archeologico

Sempre legato al tema della sicurezza c’è quello dell’assicurazione che è risultata scaduta dal 1° gennaio 2015, assicurazione che è a carico del Comune. In pratica, da quasi un anno, il Caos non ha copertura assicurativa sulle opere custodite all’interno delle strutture. “Questo dato – commenta Federico Pasculli – è uno dei più indicativi sull’incapacità di un’amministrazione che non è in grado di tutelare i propri beni”.
Il dirigente ha risposto semplicemente che non c’erano risorse economiche per i 10mila euro l’anno di polizza assicurativa e che la sicurezza delle opere è garantita esclusivamente dalle telecamere di sicurezza. Magra consolazione per chi ha l’ambizione di tenere aperto un museo archeologico che ha di media due visitatori al giorno.

Il laghetto del Caos

Il laghetto del Caos

Nel rapporto compare poi il ‘famoso’ laghetto del Caos, cioè la vasca d’acqua esterna ai locali del museo che spesso è stata oggetto di dibattito politico per la situazione di degrado in cui versa. Più volte è stato documentato lo stato di abbandono con erbacce, acqua torbida, cattivi odori, tana di zanzare, finalmente ora si sa che la manutenzione spetta ai gestori del Caos, come confermato dal dirigente comunale Gianluca Paterni: “La pulizia del laghetto spetta al gestore. La Società CIVITA ha effettuato un primo intervento di pulizia del laghetto, mettendo al sicuro anche le tartarughe presenti, tartarughe che spesso vengono gettate nel laghetto da persone sconosciute, quindi il gestore si è trovato ad organizzare il trasporto di detti animali, verso un centro faunistico del Trasimeno, con costi abbastanza rilevanti.
Nonostante ciò, l’abitudine di gettare pesci di varie specie nel laghetto continua, senza che si riesca ad arginare e bloccare, costringendo il gestore a sopportare dei costi non previsti per la salvaguardia degli animali.
Per quanto attiene all’area esterna della struttura, piazzale del CAOS, viale di ingresso e l’area verde non sono in concessione, per cui la pulizia la gestisce l’ASM, come qualsiasi altro spazio cittadino, la manutenzione del verde viene effettuata dall’impresa che ha la gestione del verde, la piccola manutenzione della pavimentazione viene effettuata dal Comune di Terni”.

© Riproduzione riservata

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