Droni rifornivano di cellulari i detenuti per reati di mafia. Indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, è caccia al pilota
Droni che sorvolano il carcere di Vocabolo Sabbione di Terni e che sganciano trelefoni cellulari per i deteunti reclusi in regime di Alta Sicurezza. Sono stati gli agenti in servizio nell’istituto penitenziario ad accorgersi degloggetti volanti che transitavano sopra il cielo del carcere.
Droni sganciano cellulari
Secondo quanto ricostruito dall’indagine interna, coordinata dalla Procura della Repubblica di Terni, sarebbero stati individuati 23 telefoni cellulari che avrebbero consentito ai detenuti per reati di mafia di comunicare con l’esterno. Alcuni dispositivi erano già in possesso dei detenuti, altri venivano raccolti sul tetto con una rudimentale prolunga di bastoni ogni volta che che il carico veniva depositato dai droni. Le indagini sono ancora in corso per cercare di risalire al ‘pilota’ dei droni che, presumibilmente, potrebbe aver operato anche a molti Km. di distanza rispetto al carcere di Terni.
Il Sarap
In una nota stampa il Sarap, attraverso il segretario nazionale Roberto Esposito, indirizza i complimenti agli agenti per la brillante operazione: “Ancora eccellente la sorveglianza del personale della casa circondariale di Terni – si legge in una nota – Gli agenti della polizia penitenziaria, nonostante le scarse risorse, sono riusciti a contrastare un altro illecito messo in atto da un drone atterrato in un locale dell’alta sicurezza: all’interno di una busta erano occultati i cellulari, tutti sequestrati prontamente grazie alla professionalità del personale, interrompendo così l’attività illecita che si stava mettendo in atto». Il Sarap si congratula con i ‘baschi azzurri’ che nonostante le difficoltà riescono ad espletare in modo encomiabile il proprio mandato istituzionale”.