Associazione a delinquere finalizzata alla truffa, è la principale ipotesi di reato per cui sono state arrestate 6 persone, tutte legate al protocollo “Seven to Stand”, una presunta cura alternativa per malattie come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e il morbo di Parkinson. L’organizzazione, secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Terni, sfruttava la disperazione e il dolore dei malati per ottenere compensi “illeciti” su prestazioni mediche definite “abusive” e “inefficaci” rispetto alle patologie trattate.
La procura della Repubblica di Terni, coordinata dal procuratore capo, Alberto Liguori, ha emesso 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere per un avvocato, un farmacista, una fisioterapista, un medico odontostomatologo, un ingegnere biomedico e un’ordinanza di arresti domiciliari per un aiutante tuttofare.
Le indagini sono partite dalla città di Rieti, dove il dirigente della squadra mobile, la dottoressa Antonella Maiali, in seguito a un’informazione confidenziale, ha individuato la farmacia dove venivano confezionati i medicinali ‘miracolosi’ prescritti ai pazienti, poi destinati a un centro estetico di Terni, camuffato da clinica, dove veniva applicata la cura ideata dall’avvocato torinese Fabrizio De Silvestri e dal dott. Pierluigi Proietti.
I due, lo scorso 20 febbraio, erano stati ospiti proprio a Terni per presentare il loro ‘rivoluzionario’ sistema di “cura migliorativo” – come lo avevano definito – e proprio l’avvocato, paziente numero zero della sperimentazione, aveva spiegato la genesi del protocollo: “Quasi per caso ho conosciuto persone che mi hanno parlato di San Valentino e ho scoperto il santo curava malattie neurologiche. Nel 2013 ho fatto un sogno, una formula che conteneva dei farmaci che, combinati insieme, fanno il ‘miracolo’. Non lo saprei chiamare in altro modo. Quando ha applicato la cura su di me e ho visto che potevo alzarmi con le mie gambe ho deciso di condividerla con i miei amici che soffrivano della stessa malattia. La condivisione è una delle forze motrici più forti al mondo. Ho parlato di questa scoperto al dottor Pierluigi Proietti che, dopo aver studiato la mia ricerca, l’ha trovata condivisibile. È nato così il protocollo Seventostand”.
Anche il dottor Proietti era intervenuto spiegando la cura: “Ho trovato la ricerca dell’avv. De Silvestri molto valida, facendola mia. È nata poi l’idea di applicare clinicamente questo protocollo migliorativo, che non è sperimentale. Si utilizzano farmaci già esistenti da molti anni. Il protocollo si divide in tre parti, la prima consiste in alcune indicazioni alimentari, la seconda consiste nella prescrizione dei farmaci sotto forma di capsule per 45 giorni, e la terza fase consiste nel cercare il recupero della funzione muscolare. Quello che più mi ha gratificato è stato di aver creato una terapia per dare a questi malati la forza di reagire e di convivere con una malattia come la sclerosi multipla”.
Ecco dunque spiegato il protocollo “Seven to stand”, cioè 45 giorni per potersi rialzare da malattie degenerative.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Terni, invece, si tratterebbe di una truffa, visto che i farmaci utilizzati contengono eccipienti come antibiotici che non hanno alcun effetto sulla presunta guarigione dei malati. Con il coordinamento del procutatore capo, Alberto Liguori e il sostituto procuratore, Marco Stramaglia, e la collaborazione del nucleo Nas dei Carabinieri di Perugia, gli inquirenti hanno scoperto che grazie all’associazione “Homo & Natura”, ideata dall’avvocato De Silvestri, lo stesso esercitava abusivamente la professione di medico in un centro estetico di Terni, situato in Via Mentana, diagnosticando malattie neurodegenerative. Secondo i dati raccolti, al call center del centro estetico sarebbero arrivate oltre mille richieste di informazioni sul protocollo e circa 200 pazienti avrebbero portato le loro cartelle cliniche al ‘faslo’ medico per sperimentare il protocollo.
La somma che i pazienti versavano per ottenere i miracolosi benefici poteva variare tra i 2mila e i 4mila euro, in cambio di un mix di farmaci (antibiotici, antimicocitico, statina) contenuti in capsule. Secondo gli esami svolti dai Nas di Perugia i medicinali sarebbero del tutto inefficaci e, in alcuni casi, anche nocivi per la salute. Oltre a questo mix di farmaci, veniva anche proposta una terapia fisioterapica cranio-sacrale che veniva eseguita nel centro estetico di Terni.
Le indagini hanno rivelato che l’attività si svolgeva prevalentemente su internet, dove, attraverso un sito dedicato, dal 2014 era partita una massiccia campagna pubblicitaria e venivano vantati riconoscimenti e registrazioni all’anagrafe dei Centri di Ricerca, anche al fine di percepire i contributi del 5×1000. Non solo: tra le modalità delle somme versate per il pagamento delle cura c’era quella della donazione all’associazione creata dal sodalizio, al fine di eludere il pagamento delle tasse.
“Grazie alla sinergia tra le forze dell’ordine – ha sottolineato il procuratore capo Alberto Liguori – abbiamo smantellato questo sodalizio criminale che colpiva le fasce più deboli della popolazione, cioè i malati. Questo è un segnale molto forte perché dimostra che quando i principi base garantiti dalla Costituzione, come il diritto alla salute pubblica, vengono calpestati, lo Stato risponde e si mostra presente”.
Gli arrestati – A capo dell’organizzazione c’era l’avvocato Fabrizio De Silvestri che si è avvalso della collaborazione del dott. Pierluigi Proietti per sostenere la validità del metodo, cugino del noto attore, direttore sanitario del centro estetico dove avveniva il ‘miracolo Seven to stand’. Un ruolo fondamentale è stato quello dell’ingegnere biomedico Edoardo Romani che aveva il compito del rifornimento dei farmaci e della divulgazione del programma relativo al protocollo e di gestire il sito internet attraverso il quale veniva diffuse le notizie di guarigioni ‘miracolose’.
In manette anche la compagna dell’avvocato De Silvestri, la fisioterapista Annaliso Grasso, che praticava la fisioterapia e dava indicazioni sulle modalità di assunzione dei farmaci che venivano preparati in una farmacia di Rieti da Giovanni Domenico Petrini.
Ai domiciliari è finito invece un aiutante del centro estetico che era il fac totum dell’organizzazione con compiti di centralinista, autista e aiutante durante i massaggi.
Le indagini non sono ancora terminate, visto che gli inquirenti hanno analizzato soltanto una parte delle cartelle cliniche arrivate nel centro estetico spacciato per clinica medica e, quasi certamente, ulteriori accertamenti faranno emergere una realtà ben più vasta rispetto alla città di Terni. Il dirigente della Squadra Mobile di Terni, Alfredo Luzi, ha sottolineato che: “si tratta di un’attività in piena espansione e che era arrivata anche a raggiungere pazienti da alcuni paesi europei”.