Terni, Cecconi: "Giù le mani dalla Fondazione Carit" - Tuttoggi.info

Terni, Cecconi: “Giù le mani dalla Fondazione Carit”

Redazione

Terni, Cecconi: “Giù le mani dalla Fondazione Carit”

Il consigliere ternano teme che ci sia un disegno politico dietro le nuove nomine | Serve trasparenza
Lun, 22/02/2016 - 10:11

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“La città  e una delle sue Istituzioni più sane e prestigiose qual è la Fondazione Carit, che la presidenza Fornaci consegnerà a breve al successore in condizioni di encomiabile salute ed efficienza, non meritano l’ennesimo teatrino che la politica locale sta mandando in scena”. É il commento lapidario di Marco Cecconi, capogruppo di An-FdI sulla vicenda Carit. Il consigliere ternano teme una svendita del celebre istituto bancario gestita direttamente dai piani alti di Palazzo Spada: “Checché ne dica il Pd ternano – dice Cecconi – che nei mesi scorsi per bocca del capogruppo in consiglio comunale si è affannato a raccontare le favole, ovvero che sindaco e giunta “non sponsorizzano nessuna cordata” (sarebbe la prima volta, ma purtroppo non lo è), quale sia il disegno dell’asse Marini-Di Girolamo è molto chiaro. Precostituire un assetto del Comitato di indirizzo  tale per cui ai vertici della Fondazione si insedino imprenditori di conclamata appartenenza politica (che fra l’altro, con le banche, hanno rapporti di ogni genere, magari anche a rischio di conflitto d’interessi) e avvocati che sono appartenuti a tutto e a tutti, nel proprio interesse o di quello dei propri congiunti, prontissimi a svendere l’interesse di Terni”.

“Le nomine in questione – continua – arrivate da parte del Comune stanno già provocando sconquassi,come nel caso della sanità, all’interno dello stesso Pd ternano e della coalizione di maggioranza, ma questo rappresenta solo una magra consolazione.
La vicenda va ben oltre una bega di comari. Si tratta di difendere davvero, una buona volta, la neutralità della Fondazione, anche promuovendone un ricambio di classe dirigente estraneo alle logiche di sempre. Si tratta di difendere l’autonomia di Terni, che finora la politica ha solo immolato sull’altare della realpolitik di partito (dall’università al trasporto pubblico locale, un elenco infinito). Si tratta di contrastare in tutti i modi quell’ipotesi di scioglimento della Fondazione ternana che la farebbe confluire nel solito ‘organismo unico a baricentro perugino’: vero obiettivo di chi cerca di telecomandare dall’esterno tutta l’operazione.
L’alternativa c’è: e passa attraverso altri nomi. Altri presidenti e rispettivi vice. Altri progetti per il futuro. La Fondazione difenda se stessa. I ternani facciano altrettanto per la propria città. La politica, certa politica, rinunci alla propria indecenza”.

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