Siamo andati più a fondo sulle voci che facevano dei “Papigno Studios” oggetto di interesse da parte della Eventi S.r.l. per la trasformazione del luogo cimatografico in un luogo di ‘movida’ in occasione del Capodanno.
La denuncia era stata lanciata nella giornata di ieri da Terni Città Futura con questo comunicato: “E’ notizia di oggi che Il Sindaco dopo aver strappato dalle mani degli assessori competenti la vicenda degli ex stabilimenti di Papigno/studios (insieme a palazzo Contelori e al museo delle armi) , abbia affidato il tutto con un decreto ad una struttura presieduta dal segretario generale e da soli dirigenti. La mission di questa taskforce rimane ‘top secret’. Ci preoccupano le voci, sempre riportate dalla stampa, che parlano di un imminente smaltimento dei rifiuti speciali e delle scenografie (di Mario Cotone) lasciate li da Cinecitta’, il tutto al fine di predisporre cosi quella che sara’ la pista da ballo di una mega festa di capodanno che qualcuno (Eventi srl, la stampa riporta anche di un sopralluogo nel sito) vorrebbe organizzare in quei grandi spazi di proprieta’ del comune con il coinvolgimento di tutte le discoteche della città”.
Terni Città Futura chiedeva poi chiarezza: “che fine faranno le scenografie di M.Cotone? Fateci capire: lo sgombero è quindi funzionale alla volontà di farci svolgere una megafesta di capodanno? si intende concedere gratuitamente tali spazi? e quindi sostenere o comunque agevolare una iniziativa prettamente commerciale?”
TO ha contattato Fabrizio Fabi, referente della società: “Eventi S.r.l. non ha fatto nessun sopralluogo agli ex stabilimenti – spiega Fabi-, noi come società non centriamo nulla e non siamo stati contattati da nessuno, men che mai dal comune di Terni. Le discoteche di Terni se poi fossero interessate si organizzerebbero da sole, ma so già che non hanno alcun interesse al sito di Papigno e che non hanno fatto alcun sopralluogo. Magari qualcuno si organizzasse per poter far rinascere un posto come quello, attualmente abbandonato in cattivo stato e a spese della collettività”.