Terni caos mense scolastiche, Uil "Non risparmiare su qualità del cibo" - Tuttoggi.info

Terni caos mense scolastiche, Uil “Non risparmiare su qualità del cibo”

Luca Biribanti

Terni caos mense scolastiche, Uil “Non risparmiare su qualità del cibo”

Iniziativa "Cotto e Mangiato", Venturi "A rischio anche ambiente con impiego massicio di plastica"
Gio, 10/03/2016 - 20:38

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Continua la bagarre sulla questione delle mense scolastiche di Terni, dopo l’approvazione del Dup che ha scartato le integrazioni proposte dal Cosec, per scongiurare la chiusura di 27 cucine in loco in alcune scuole della provincia.

La Uil ha organizzato nella serata di oggi l’iniziativa “Cotto e Mangiato”, con tanto di tavola imbandita per gli ospiti che sono stati invitati ad assaggiare il gusto del pasto appena sfornato. L’evento, promosso dal segretario della Uil Terni, Gino Venturi ha toccato vari aspetti che riguardano i benefici di avere una cucina in loco piuttosto che un servizio di refezione ‘a domicilio e pronto’.

Tra gli ospiti invitati al tavolo dei lavori c’erano Ilio Masci, psicologo e responsabile della U.O. Disturbi del comportamento alimentare ASL Umbria2, il pedagogista Francesco Parroni, Massimo Formica dell’ISDE associazione medici per l’ambiente, Stefano Villamena docente di diritto amministrativo dell’Università di Macerata.

“Vogliamo difendere il cotto e mangiato nelle 27 cucine del Comune di Terni – ha spiegato Gino Venturi in apertura dei lavori – per diminuire gli sprechi e garantire qualità e salute ai bambini. L’impiego massiccio di plastica, inoltre, creerebbe un problema ambientale di smaltimento ulteriore di rifiuti”. Salute a ambiente, questi i temi dominanti dell’iniziativa, ma anche aspetti pedagogici e giuridici.

Proprio su questo ultimo punto è intervenuto l’avvocato Villamena che ha sottolineato come il Comune di Terni sia attualmente virtuoso sotto 3 aspetti fondamentali della refezione: “Secondo le ultime direttive comunitarie, hanno valore giuridico la tutela dell’ambiente, la salute e l’educazione dei bambini al cibo e il Comune rispetto tutti e tre i criteri. Sopprimere cucine in loco significherebbe esternalizzare il servizio con un bando che andrebbe al ribasso per privilegiare l’aspetto economica della minor spesa, a svantaggio della qualità”. E sulla qualità de cibo è intervenuto anche il dottor Formica che ha ricordato come ci siano alcuni prodotti che “liberano molecole di sostanze che vanno nei tessuti grassi e nel cervello dei bambini che possono provocare autismo per tossicosi di natura ambientale. Ecco perché bisogna dire ‘no’ all’uso della plastica. Per contenere questi potenziali danni – ha concluso Formica – dobbiamo sempre tenere presente la qualità degli alimenti”.

In Umbria esiste un progetto di prevenzione dell’obesità dell’infanzia chiamato “Eurobis” che coinvolge 5500 bambini di età compresa tra i 4 e i 14 anni, del quale Francesco Gennaro è responsabile e che, dati alla mano, ha potuto verificare che alla distanza “la salute non è un costo, ma un investimento, per questo bisogna puntare su cibo di qualità”.

Ma tavola vuol dire anche pedagogia: “L’odore del cibo, la tavola apparecchiata come si deve, i colori, la cuoca in cucina, sono tutti elementi fondamentali per il bambino – ha spiegato Parroni – che non vanno trascurati”.

Non vanno neanche trascurati i numeri, cioè i reali costi e i potenziali risparmi che l’amministrazione potrebbe ottenere da un servizio esternalizzato. Più volte l’assessore D’Ubaldi era stato invitato da Cosec e M5S a fornire i dati relativi a un’eventuale concessione del servizio alla “All Food”, dati che, secondo Cosec e M5S, non sarebbero mai stati forniti con chiarezza ma sempre in modo evasivo. I dubbi di qualche genitore sono poi indirizzati sui ricarichi che il Comune metterebbe sul costo dei pasti base attualmente serviti nelle mense, visto che, in alcuni casi, ci sarebbero diversi euro, anche 9, di spese aggiuntive. La domanda che i genitori si pongono è “Quali capitoli di spesa vengono aggiunti ai costi base di un pasto per arrivare a cifre che superano anche quelle che si pagano in alcune zone di Roma?”.


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