Effettuare nuove indagini tecniche sul Teatro Verdi di Terni e sul sottosuolo e redigere un progetto unitario completo sull’edificio. E’ quanto chiede il comitato civico Pro Teatro Verdi Terni, presieduto da Roberto Carelli, che interviene dopo le dichiarazioni dell’assessore Corradi.
Terni, il Verdi sarà demolito | L’assessore Corradi presenta la nuova idea del Comune
“Il neo-assessore Sandro Corradi e la Giunta Comunale – scrive il comitato – hanno revocato l’affidamento dei lavori per il Teatro Verdi, decidendo di procedere alla istituzione di una commissione valutatrice con professionisti idonei per realizzare il progetto, cestinando quanto fatto negli ultimi tre anni dalla Amministrazione Comunale.
La motivazione, come dichiarato dall’assessore è che si sarebbero spesi tanti soldi (8 milioni) per non avere una struttura sicura. La risposta sismica della ristrutturazione sarebbe stata troppo scarsa (durata in vita nominale 3 anni secondo i tecnici del Servizio Sismico della Regione Umbria) con un valore di capacità raggiunto dalla struttura estremamente basso. Quindi (questa la soluzione prospettata) resterà in piedi solo il pronao ed il resto sarà tutto demolito. Fino qui Sandro Corradi, Assessore ai Lavori Pubblici (posizione “eminentemente” tecnica). Lunedì 7 agosto, il Capogruppo PD in Consiglio Comunale, Andrea Cavicchioli, aveva chiesto un percorso comune e condiviso dal Consiglio per i lavori di ristrutturazione del Verdi, tenendo conto degli atti di indirizzo già approvati ed escludendo soluzioni precostituite ma attendendo le conclusioni del concorso internazionale di progettazione (posizione “eminentemente” politica).
In mezzo, il resto della città. Città che in questa ridda di dichiarazioni rimane attonita, costernata e persino disorientata in quanto non comprende più chi decide cosa in merito ai lavori di rifacimento del Teatro Verdi.
Solo una notizia è passata chiara e forte. Che il Teatro sarebbe stato demolito, generando un forte shock psicologico nella popolazione. E’ nato persino un sito social dal titolo emblematico: “Non buttiamo giù il Teatro Verdi” che in un solo giorno dalla sua costituzione ha visto aderire circa 200 persone.
Il Comitato Civico Pro Teatro Verdi, che attualmente rappresenta circa 1800 cittadini ternani che ne hanno sottoscritto il Manifesto, rimane letteralmente basito dalla facilità con cui vengono rilasciate dichiarazioni da parte di questa Amministrazione che continua, in modo chiuso ed autoreferenziale, a non confrontarsi su un Progetto che costituisce Patrimonio di tutta la Città e di tutta la sua cittadinanza.
Il Comitato si dichiara favorevole alla revoca dell’affidamento dei lavori alla ditta appaltatrice (la firma dei contratti non c’è ancora stata, ha comunicato il RUP Mauro Cinti al Presidente del Comitato con una missiva datata 5 luglio 2017 e quindi parlare di revoca appare quantomeno improprio), ma ritiene che dichiarare che si procederà alla demolizione del Teatro Verdi, escluso il pronao, abbia generato uno stato di allarme nella popolazione che può essere gestito solo seguendo un timing ben preciso nella futura gestione dei lavori.
Per questo riteniamo necessario proporre una Agenda delle attività:
1) Bloccare qualunque tipo di intervento sul Teatro senza prima avere in mano un progetto unitario completo architettonico-strutturale;
2) bandire un concorso internazionale di idee o comunque una fase progettuale nuova, ripartendo da zero, che preveda la progettazione, per ogni concorrente, di 3 tipologie di Teatro: a) ripristino filologico del Teatro alla Poletti (la Soprintendenza per i Beni Architettonici dell’Umbria è consapevole che rimane solo il pronao del progetto originale ma non per questo vieta o indica il tipo di ristrutturazione da fare. Si limita ad indicare che è di interesse culturale ai sensi dell’articolo 10, comma 1 del D. Lgs. 22, gennaio 2004). Quindi il Poletti potrebbe tornare a vivere se la politica decidesse in questo senso; b)Teatro all’italiana moderno; c)Teatro antico alla Poletti contenuto in una “scatola” moderna;
3) Una volta entrati in possesso degli elaborati (10-12 gruppi di lavoro che presentino le 3 ipotesi progettuali con relativi costi di realizzazione), si proceda con la nomina di una Commissione Esaminatrice composta anche da esponenti della cosiddetta Società Civile che in questi anni hanno seguito il Dossier Teatro Verdi;
4) la Commissione Esaminatrice giunga ad elaborare una short list di gruppi di lavoro (3 massimo);
5) i progetti della short list vengano presentati alla cittadinanza e la cittadinanza venga chiamata ad esprimere la sua preferenza sugli stessi;
6) l’Amministrazione Comunale si doti, anche per mezzo di operazioni di crowdfunding, delle risorse economiche necessarie alla realizzazione (prevedendo il 30% di extracosti sul costo totale del Capitolato);
7) una volta che l’Amministrazione abbia “i soldi in cassa” (e solo allora) si proceda con i lavori veri e propri;
8) la popolazione venga informata periodicamente sullo stato di avanzamento dei lavori e sull’impiego delle risorse reperite con la massima trasparenza.
La metodologia, fondamentale in questo tipo di operazioni, va seguita così come enunciata al fine di sanare la attuale situazione di shock psicologico cui sono stati sottoposti i cittadini ternani, procedendo in maniera professionale ma condivisa. Solo così il Teatro Verdi e la sua realizzazione saranno “sentiti propri” dalla Città e dalla sua popolazione. Un percorso che richiederà tanto lavoro ma che risulta necessario per ricreare un clima di fiducia e quella necessaria “alleanza” tra vari attori sociali, fondamentale anche per reperire fondi.
Richiamiamo alla memoria anche alcuni aspetti tecnici che il neo-assessore ha sicuramente valutato, nella sua veste di Ingegnere Strutturalista.
Punto primo: torniamo a chiedere a gran voce di valutare il problema umidità ed eventuali infiltrazioni di acqua al di sotto del sedime del Teatro Verdi (già facente parte dei 21 quesiti inviati dal Comitato Civico all’Amministrazione Comunale e che il RUP ha definito di modesta entità). Si ritiene che sia necessario operare delle valutazioni geologiche del sottosuolo su cui poggia il Teatro Verdi, alla luce della osservazione che in meno di 5 anni dalla sua ristrutturazione (costata circa 400.000 euro), è possibile osservare fioriture di muffe che stanno danneggiando di nuovo il pronao. La preoccupazione maggiore è evitare che si ripetano le scene osservate nelle adiacenze del bar Clio a seguito della apertura di una voragine dovuta, si ricorderà, all’azione erosiva dell’acqua nel sottosuolo. Abbiamo effettuato un sopralluogo nei locali interrati adiacenti al Teatro di proprietà della Ditta Tedeschi Illuminotecnica ed abbiamo osservato che il problema umidità è piuttosto rilevante.
Punto secondo: appare quanto meno velleitario allo stato attuale, senza uno studio progettuale compiuto, prevedere un costo-posto, relativamente a quanto enunciato dall’Assessore Sandro Corradi, di non più di seimila euro. Una metodologia, a detta di esperti del settore, assolutamente destituita di ogni fondamento. Ci chiediamo quale possa essere il suo significato in termini di comunicazione.
Punto terzo: la struttura del pronao, nel corso dei lavori di restauro e risanamento risalenti agli anni 2011-2012 è stata oggetto di lavori di revisione e messa in sicurezza degli elementi di aggetto della facciata. Come elemento di rinforzo è stata effettuata l’esecuzione di perfori armati con barre di acciaio. Si è proceduto ad un radicale intervento di consolidamento della parte strutturale ed estetica del soffitto a cassettoni del pronao. In particolare la porzione che era stata oggetto di crolli, è stata sostituita con una tecnologia costruttiva moderna (pervometal) ed intonaci in malta idraulica simile all’esistente. Infine tutto il “pacchetto” della camorcanna, nuova e consolidata, è stato collegato ad una struttura in metallo che funge da supporto strutturale e da piano di lavoro in caso di ispezione o emergenza. Questa nuova struttura, in pannelli di grigliato Keller, è appoggiata ad un profilo ad L perimetrale solidarizzato a muro con barre di acciaio e resina. Sintetizzando e semplificando, il pronao è “appoggiato” e solidarizzato alla parte che costituisce il foyer al piano terra ed il cosiddetto “ridotto” al piano primo, il foyer ed il “ridotto”, a loro volta, sono “appoggiati e solidarizzati alla parte del teatro che ospita il pubblico. La torre scenica, a sua volta, è sorretta da quest’ultima. Immaginiamo quindi che per salvare il pronao dalla demolizione della restante parte del Teatro (come ha dichiarato di voler fare l’Assessore Corradi) sia necessario metterlo in sicurezza, nella ipotesi della demolizione di tutto il resto, con una struttura portante simile a quella che è stata realizzata per la facciata della chiesa di S. Benedetto a Norcia, tristemente famosa a causa degli eventi sismici che si sono succeduti nel 2016-2017. Ci chiediamo se costi e problemi tecnici di realizzazione siano stati presi in considerazione dall’Assessore visto che non ne ha minimamente fatto menzione.
Punto quarto: le prove tecniche effettuate a suo tempo (anno 2006) dal Politecnico di Milano sulla struttura del Teatro Verdi non hanno minimamente interessato le aree del pronao e del foyer/ridotto ma sono state svolte sulla sala per il pubblico e sulla torre scenica. Tanto le prove non distruttive (soniche, termografiche, pacometriche, sclerometriche) quanto le prove distruttive (carbonatazione, compressione) hanno evidenziato una debolezza strutturale che interessa la sala per il pubblico quanto la torre scenica a tutti i livelli ma non ci dice nulla sulla solidità del pronao e del foyer/ridotto (che sono stati oggetto di modifiche nel corso dei lavori del 2011-2012 sopra ricordati).
A nostro avviso è consigliabile, prima di procedere con qualsiasi modifica dell’esistente, far effettuare ulteriori indagini anche sulla solidità strutturale di questa porzione ottocentesca (l’unica superstite dell’originale del Poletti) e sul sottosuolo si cui tutto il sedime del teatro poggia. Questo permetterebbe anche di ipotizzare e progettare, ad esempio, un abbassamento di quota del teatro con la realizzazione di volumi aggiuntivi interrati o semi-interrati a servizio del teatro stesso.
Il Comitato Civico Pro Teatro Verdi continua nella sua azione di stimolo e di controllo della attività amministrativa con il dichiarato intento di contribuire fattivamente a restituire alla Città il suo Tempio della Cultura. Sono previste nuove iniziative per il mese di settembre di cui daremo puntuale comunicazione”.