La presentazione con l'assessore Morroni e il tecnico della Regione Guelfi
Sono più di cento le aziende di tartufo che hanno aderito alla filiera di Urbani, azienda leader del settore e storica. Giovedì 30 marzo l’evento di presentazione ufficiale insieme all’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni.
Il bando della Regione
Nei mesi scorsi la Regione Umbria aveva emesso un bando regionale per la promozione e lo
sviluppo delle filiere del tartufo, riconoscendo in questo modo l’importanza di creare degli strumenti a sostegno dello sviluppo del pregiato tubero e che ne incentivino la coltivazione. Urbani Tartufi ha partecipato fin da subito al progetto, facendosi portavoce di una propria filiera alla quale hanno aderito in brevissimo tempo, oltre 100 produttori agricoli.
L’accordo con Intesa
Un primo passo verso la realizzazione della filiera dei tartufi Urbani era già stato compiuto nel dicembre 2021, quando Urbani Tartufi e Intesa Sanpaolo si sono impegnate a favorire l’accesso al credito delle aziende parte della filiera distributiva di Urbani. L’obiettivo di questo specifico progetto era quello di favorire il supporto finanziario agli imprenditori agricoli che volessero realizzare nuovi impianti e ampliamenti tartufigeni aderendo al progetto di Truffleland, società specializzata nella produzione e vendita di piantine da tartufo micorrizate, nella realizzazione di impianti tartufigeni e di tartufaie coltivate.
Il ruolo di Truffleland
Truffleland, l’azienda che la famiglia Urbani ha fondato nel 2017, ha come obiettivo non solo quello di produrre nuovi tartufi, ma anche di compensare CO2 e di riqualificare il territorio, portando così nuova biodiversità. La società riesce infatti a riprodurre il processo naturale di somministrazione di acqua, calore e umidità necessarie per la produzione di tartufi, grazie alla micorrizazione di piantine tartufigene che messe a dimora in serra per diversi mesi possono poi, piantate in altri terreni, raggiungere questo triplice obiettivo.
I terreni
Le piantagioni di tartufo sono il futuro del settore dal momento che permettono di garantire la continuità di prodotto in questo particolare momento storico dove il cambiamento climatico continua ad avere conseguenze importanti nella crescita del pregiato tubero. Grazie alla costituzione della filiera saranno messi a tartuficultura 250 ettari di terreno, di cui il 25% sarà realizzato con piante di tartufo nero, mentre il restante 75% con piante di tartufo estivo; così facendo la produzione stimata, a partire dal decimo anno di vita dell’impianto, è di circa 2.000 kg l’anno di tartufo nero pregiato e circa 20.000 kg/anno di tartufo estivo. Il progetto nasce dalla volontà comune di costituire una filiera a investire nella tartuficultura con un triplice obiettivo: garantire la crescita del mercato del tartufo, creare una vera e propria filiera di
tracciabilità e fare del bene all’ambiente.
Entusiasmo e passione
Andrea Pascolini, Direttore Generale di Urbani Tartufi ha commentato: “Siamo davvero orgogliosi
di essere riusciti a concretizzare oggi questo bellissimo progetto, il cui avvio rappresenta non solo un
asset importante per l’economia italiana ma anche un contributo decisivo alla salute dell’ambiente
e alla lotta al cambiamento climatico. Grazie alla Regione siamo riusciti a mettere a disposizione di
100 aziende umbre 250 ettari di terreno da utilizzare per la tartuficultura. Un risultato mai ottenuto
prima, che consentirà ad Urbani Tartufi e a Trufflleland di sostenere l’imprenditoria giovanile umbra
aiutando, allo stesso tempo, anche l’intero settore e l’ambiente”. “Truffleland è un’idea nata 12 anni fa e che oggi è diventata un’azienda” – spiega Francesco Loreti Urbani, Founder di Truffleland – è sicuramente un sogno impegnativo quello della tartuficultura ma da quando ho 17 anni ho piantato oltre cento mila alberi in tutta l’Italia, di cui tanti nella nostra regione, l’Umbria. Stiamo realizzando un’opera di rimboschimento che ci consentirà di ridare vita al mondo del tartufo e di creare finalmente una filiera di tracciabilità. Siamo entusiasti di questo progetto, perché oltre a produrre nuovi tartufi, la filiera svolge in sé un’immensa funzione sociale riavvicinando i giovani ai mestieri di una volta, creando una nuova tipologia di posti di lavoro, non in fabbriche e catene di montaggio, ma a contatto continuo con la natura. Inoltre dal momento che si parla tanto di pianeta, il tartufo con i suoi alberi disegneranno una nuova “architettura del verde” che significa salute negli anni a venire. “