Screening di massa in vista delle riaperture a Città di Castello. Se n’è parlato nella commissione Servizi di ieri sera (venerdì 27 novembre). La proposta è partita da Gaetano Zucchini (Gruppo Misto), che ha promosso una campagna di “test rapidi antigenici acquistati dal Comune per implementare il tracciamento”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha rilanciato proponendo “una campagna di tamponi di massa, usando 100 mila euro del Lascito Mariani, se Asl lo riterrà utile. Saremo un comune all’avanguardia, tra i primi in Italia”.
Sassolini (Forza Italia): “Il sindaco ha dato una notizia in anteprima molto interessante. Se viene presentato un piano quanto prima che ci permette di uscire da questa situazione, potremmo essere comune capofila di una sperimentazione. La ritengo un’idea giusta che deve essere sviluppata”.
La proposta di Zucchini “Test antigenici rapidi”
Zucchini (Gruppo Misto) ha sintetizzato così la sua proposta: “La consigliera Arcaleni sollecitava una riflessione sulla non partecipazione di Farmacie tifernati al test sierologico rapido per la popolazione tra 0 e 19 anni. Il test doveva essere somministrato in ambiente separato e prescritto dal medico di base al costo di 9 euro. Tranciata questa possibilità ho fatto una controproposta di carattere medico: test antigenici rapidi che, in circa 30 minuti, tracciano la concentrazione dei pettidi. Il vantaggio è che può essere delocalizzato, ha un’alta accettabilità, tempo di risposta breve, costo sostenibile e il referto è effettuato sul posto, o negativo o positivo.
Il limite è la falsa negatività e sarebbe necessario o ripeterlo o passare al test molecolare. La sensibilità è all’80% con una specificità del 95%. Non sostituisce il molecolare ma l’identificazione è riconosciuta anche dall’IIS. Potrebbe essere utilizzato nel paucisintomatico, nel contatto stretto con asintomatico, per soggetti provenienti da zone a rischio. Si potrebbe fare anche su base volontaria
“L’idea è prendere un impegno economico per comprare test rapidi antigenici e fornirli ai soggetti operativi diretti, alle Farmacie, qualora dimostrassero la loro sensibilità al problema o alla Asl. Sarebbe un segnale di forte partecipazione alla rete di protezione. Il costo è di circa 10 euro. 3000 tamponi sono 30 mila euro. Abbiamo poi municipalizzate, associazioni del territorio e donazioni. Avere questo strumento eviterebbe un prevedibile sopraccarico sull’ospedale”.
Le reazioni e il ruolo di Farmacie tifernati
Arcaleni (Castello Cambia): “Sono molto interessata alla proposta di Zucchini. Avevamo sollevato la problematica ormai 3-4 settimane fa, perché c’era un silenzio imbarazzante su diffusione del virus e tracciamenti saltati, le scuole stavano per chiudere e gli asintomatici non venivano più testati. Ci è sembrato poco comprensibile che una prima campagna di tracciamento non vedeva partecipare le Farmacie tifernati. Il test antigenico pone però delle problematiche: se i sierologici non potevano essere fatti nelle Farmacie, accetteranno di fare gli antigenici? Lo screening sarebbe ottimale ma mi aspetto chiarezza maggiore sui soggetti, sia finanziatori che esecutori”.
Minciotti (Pd): “Reputo una spesa sostenibile l’acquisto dei test rapidi, sono d’accordo con Zucchini di farli acquistare dalle municipalizzate anche se dovrebbero acquistarli le Farmacie. La Sogepu può dare contributi su altri ambiti, specialmente nella logistica con Centro Servizi e parcheggio”. Tavernelli (Pd): “I tamponi rapidi danno risposte immediate e i casi potrebbero essere indirizzati allo screening successivi ma non possiamo perdere di vista il tracciamento dei positivi, altrimenti lo sforzo sarà inutile”.
Zucchini ha specificato: “Non c’è la volontà di attribuire i tamponi ad un soggetto. La Farmacie sono il principale presidio sul territorio insieme a strutture di grado più elevato. Se non hanno le condizioni non è un problema. Potrebbero avere il ruolo di acquisire i test e stare nell’organizzazione. Se poi pediatri, medici di base e farmacie si vogliono accodare ampliano la possibilità di tracciamento”.
Bacchetta ha aggiunto: “Dobbiamo avere un quadro della situazione tifernate e poi intervenire con screening di massa, sarebbe una soluzione rivoluzionaria. Quando si riunirà la commissione del Lascito Mariani possiamo chiedere risorse per lo screening di massa. Facciamo la proposta ad Asl e capiamo se anche per loro è opportuna. Solo noi sul piano economico in Umbria possiamo farlo”. Procelli (La Sinistra): “Sono pochissime le Farmacie che hanno percorsi e spazi adatti per fare i tamponi. Il problema si può risolvere con le associazioni socio-sanitarie che facciano i test per Farmacie tifernati”.
Test rapidi si o no? Arcaleni “Tracciamo popolazione scuole”
Valerio Malagigi, responsabile dei laboratori Asl e quindi del tracciamento: “Il laboratorio di Città di Castello lavora più di 1000 tamponi al giorno con un esito a 12 ore. Perugia ne fa 1400. Sulla proposta Zucchini: il test antigenico è meno sensibile di quello molecolare e ci sono indicazioni precise riportate anche dalla Regione per utilizzarlo in persone che escono dalla patologia, in cluster (gruppi) individuati, e non per lo screening. In soggetti asintomatici potrebbero dare falsi negativi. Verranno utilizzati per personale ospedaliero a distanza ravvicinata, ogni settimana”.
Zucchini ha ribadito: “Il test è previsto da IIS”, e Arcaleni ha aggiunto: “Oltre 100 farmacie hanno aderito, se a Città di Castello non ci sono le condizioni, possono essere create ma il rappresentante Asl ci ha detto che questi test non possono essere utilizzati per uno screening di massa se le direttive regionali non lo prevedono. Magari potremmo non parlare di screening di massa ma di popolazione specifica, per esempio quella che deve rientrare a scuola”.