Ogni film di Emir Kusturica è per lo spettatore un'esperienza dionisiaca. Non si sa mai da dove cominciare quando si riprende la visione analiticamente. Ogni cosa, ogni persona dà luogo nei suoi film a processi di moltiplicazione e di metamorfosi: la storia principale trabocca, dirama, trascina via in una polvere d'oro tutto l'universo. Enciclopedie di oggetti, danze e musiche, matrimoni e funerali, traffici e amori, guerre e paci subitanee: la vita vola, sparisce nell'attimo. Ci troviamo in Bosnia, questa volta, all'inizio degli anni novanta del secolo scorso.
Frammenti di cinema proveniente dall'Europa Orientale oppure che guarda ad essa, dopo la Disfatta del secolo scorso. il nostro sguardo disorientato legge le provenienze, le scorre come fossero nuove geografie cinematografiche: in verità guardiamo ad un paesaggio antico, sfigurato dalle guerre politiche e dagli interessi economici, in cui i cineasti non smettono di indagare, con i loro film differenti quanto i loro tratti personali, sull'assurdità dei confini, sulla follia della sovranità, sull'umanità dei destini e dei progetti individuali, presi nel vortice della storia, sulla pietà che ci prende quando sappiamo guardare ed ascoltare con pazienza e mitezza il tratto di strada e il rumore che fa il passo dell'altro, fratello misconosciuto.
Il luogo e Piazza Piermarini, dedicata all'architetto folignate Giuseppe Piermarini famoso per aver progettato la Scala di Milano. La piazzetta in realtà si è ricavata dopo il bombardamento del '42 . Inizialmente infatti era la platea del teatro Piermarini realizzato sulla struttura della Scala. Purtroppo oggi, di quel magnifico teatro, ne è rimasta solamente la facciata. Stasera alle 21.30 ospiterà la proiezione della “vita è un miracolo”. Ingresso gratuito.