Dopo il successo ottenuto all'inaugurazione con il debutto della nuova produzione del Teatro Stabile dell'Umbria Moby Dick, la Stagione di Prosa di Spoleto, che quest'anno ha ottenuto molti consensi con un significativo aumento degli abbonati, prosegue al Teatro Nuovo, giovedì 25 ottobre, con Il sorriso di Daphne di Vittorio Franceschi, diretto da Alessandro D'Alatri – regista cinematografico che ha esordito nella regia teatrale proprio con questa messinscena – e interpretato, oltre che dallo stesso Franceschi, da Laura Curino e da Laura Gambarin.
Lo spettacolo ha ricevuto il Premio UBU 2006 – considerato fra i massimi riconoscimenti teatrali in Italia – come migliore “Nuovo testo italiano” arricchendo il palmares dei premi già assegnati, fra i quali il Premio “ETI – Gli Olimpici del Teatro” 2006 come migliore novità italiana, e il Premio “Enrico Maria Salerno” per la drammaturgia.
Il sorriso di Daphne tratta con pudore il tema dell'eutanasia, in costante equilibrio tra sorriso e pena, coinvolgimento e distacco riflessivo. L'anziano e burbero botanico Vanni ha trascorso la vita a classificare piante, lasciandosi però sfuggire il senso vero dell'esistenza e il mistero degli affetti. Geniale, stravagante, lunatico, tenero e cinico, il protagonista si difende con l'arma dei suoi pungenti aforismi per mascherare l'ansia di riuscire a trovare luogo, composizione e armonia nel libro ideale della natura. L'argomento, delicato e assolutamente attuale, dell'eutanasia, non è mai dichiarato esplicitamente, ma corre e scorre nelle vene della trama rendendola robusta e compatta. Così come, del resto, accompagna i nostri pensieri quotidiani come un filo rosso difficile da esplicitare e articolare, anche nella dialettica sociale.
In questa “commedia tragica” (così l'ha definita il drammaturgo e attore bolognese) la Daphne del titolo è una pianta, esemplare unico e misterioso proveniente dal Borneo, probabilmente la scoperta più importante di Vanni. Il suo nome deriva da quello della ninfa il cui sorriso sensuale e tenero, ammaliante e enigmatico, e per questo pericoloso, fece innamorare Apollo. Rosa è la sorella di Vanni e vive con lui nella vecchia casa di famiglia dove è tornata ad abitare dopo essere rimasta vedova; Sibilla è una ex allieva che subito dopo la laurea accompagnò Vanni in un viaggio di ricerca in Thailandia. Tra vecchi rancori, il degenerare della malattia e un amore mai nato, lentamente si svela il mistero di Daphne.
Uno spettacolo che commuove, ma al tempo stesso riesce a strappare la risata, che affronta una problematica sentita da tutti e sulla quale oggi ci troviamo a riflettere e a dover prendere decisioni. Mai come in questo caso il teatro diventa motivo di riflessione sentita e attuale.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell'Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222.