Bilancio con il botto per la 59ma edizione del Festiva dei 2 Mondi, la nona firmata dal direttore artistico Giorgio Ferrara che ieri pomeriggio, affatto scaramantico, si è presentato al teatro Caio Melisso in abito viola e camicia nera per dare i numeri della manifestazione: “80mila presenze e incasso a 665mila euro; lo scorso anno eravamo a 70mila spettatori e 627mila euro”. Potrebbe bastare questa frase per chiudere la conferenza più attesa della kermesse e rinviare tutto alla prossima edizione. Ferrara invece intrattiene la stampa leggendo un lungo comunicato che, a differenza degli anni precedenti, stavolta, senza entrare nel merito della edizione appena conclusa, sembra una sorta di testamento. Oppure, secondo i malpensanti, il modo migliore per ricordare al Mibact quanto di buono ha fatto in questi anni per la creatura del maestro Gian Carlo Menotti finita in sofferenza e rivitalizzata grazie al nuovo corso (e ai tanti denari piovuti dallo Stato). A marzo 2017 infatti scadrà il suo contratto, sul quale si attende la decisione del ministro Franceschini se prolungarlo e di quanto. Se non vi sono molti dubbi che Ferrara dirigerà la manifestazione n. 60 – non fosse che ha “ipotecato” l’apertura con il Don Giovanni, ultima opera del trittico mozartiano avviato nel 2015 -, è più difficile comprendere se il dicastero si affiderà a lui anche per il futuro o se, concluso il decennio del rilancio, verrà scelto un nuovo direttore artistico. Di sicuro la conferenza è stata una buona occasione per evidenziare questi ultimi 9 anni.
Il bilancio – “La vecchia formula di Menotti – ha esordito Ferrara – che si coprì di gloria in anni ormai lontani, non era riproducibile, al di là di una continuità di genere e di ambizioni. In quell’epoca l’evento culturale fioriva, godeva del privilegio dell’originario e dell’irripetibile, e si nutriva di grandi talenti raccolti da una logica cosmopolita, legata ad una società in cui il cuore della cultura era ancora il prodotto di un impulso umanistico, virtuosistico, fuori discussione per tutti, che si comunicava a mezzo stampa, stampa scritta. Da questo punto di vista tutto è cambiato e la sfida del nuovo Festival è stata quella di emulare il modello storico su un altro terreno, allargando i confini dei due mondi al mondo intero. Le sue virtuali frontiere si sono aperte sempre di più a spettacoli e progetti artistici da tutti il mondo”. “Il nuovo Festival si è subito riaffermato come terreno d’incontro tra culture ed esperienze artistiche diverse, come prestigiosa ribalta per artisti di fama, come importante vetrina per autori emergenti; soprattutto è nuovamente luogo di produzioni originali e oggi più di ieri costituisce un imprescindibile appuntamento internazionale con l’eccellenza nelle Arti”. Il d.a. passa così a sciorinare i numeri del bilancio 2016 compiendo un paio di gaffe. “Quest’anno registriamo un aumento di incassi rispetto alla scorsa edizione nonostante l’abbattimento dei prezzi per il Concerto finale passando da 627mila a 665mila euro. Il pubblico del Festival è cresciuto di anno in anno passando dalle 5.000 presenze del 2007, ultimo anno della gestione Menotti, alle 80.000 di questa edizione”. Solo per amor di verità l’ultima edizione targata Francis Menotti, borderaux alla mano, sfiorò i 18mila spettatori (17.818). A correggere la seconda ‘svista’ ci pensa il sindaco Fabrizio Cardarelli, che del Festival è presidente della Fondazione, il quale, presa la parola, ha voluto rivolgere un ringraziamento al Gruppo Hdrà di Mauro Luchetti per gli “Incontri di Paolo Mieli” condotti dal presidente di Rcs Libri e che a Spoleto portano ogni anno i big della politica, delle istituzioni e del mondo della cultura e dell’arte. Nessun accenno neanche a La Mama, pur presente al Festival con grandi sforzi. Ma torniamo al bilancio con i numeri da capogiro per stampa e social media. “Dal 1 maggio – dice Ferrara – sono stati recensiti 1.660 articoli, 660 dalla carta stampata, 1.000 dagli on line; 50 passaggi sulle tv nazionali, 30 servizi su emittenti radio, 820 accrediti, 200.000 persone a settimana sono state raggiunte dai post su Facebook, 190.000 su Twitter, 1.000 follower su instagram, 4.000 visualizzazioni su Google plus e quasi mezzo milioni di visualizzazioni totali sul canale Youtube”. Poi i ringraziamenti al pubblico, ai grandi sponsor come Mibact, Comune, Regione Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondazione Carla Fendi, Banca Popolare di Spoleto Gruppo Banco Desio, Casse dell’Umbria, Azienda Monini, Mercedes Benz, Poste Italiane, Rai, ai media partner come Repubblica e al suo direttore Calabresi, ai membri del Cda Dario Pompili, Corrado Augias e Gianluca Brancadoro.
L’appello al Ministro Del Rio – Pur esperto di numeri, il professor Cardarelli si tiene a debita distanza in attesa del bilancio consolidato, commentando positivamente questa edizione. “Ringrazio personalmente e a nome della città tutti i giornalisti e le testate che ci hanno seguito con la massima attenzione e professionalità. Credo che abbiamo fatto in pieno la nostra parte presentando una città in ordine, pulita, con le piazze che sono tornate a vivere anche di notte. Ma soprattutto registro che sta migliorando lo spirito di accoglienza da parte degli operatori turistici e questo ci sprona a fare sempre meglio. Grazie quindi a chi ha inventato il Festival, uguale sentimento di gratitudine a chi lo ha fatto rivivere”. Un ringraziamento anche al Cda per l’impegno profuso sul fronte “degli investimenti a cominciare dalla ristrutturazione del capannone di Santo Chiodo che tornerà prest a svolgere il suo rulo strategico per la logistica de Festival”: Poi l’appello al ministro dei trasporti Graziano Del Rio affinché venga ripristinata una fermata del Freccia Bianca.
Chi vivrà, vedrà – c’è tempo anche per un paio di nostre domande. Il sindaco conferma che la Fondazione resterà impegnata nel confermare gli appuntamenti fuori Festival coincidenti con le festività del Natale e della Pasqua. “In questo senso anche lo spettacolo di Bolle di mercoledì prossimo (13 luglio, piazza Duomo, n.d.r.) conferma l’attenzione a cercare di far vivere questa manifestazione lungo tutto il periodo dell’anno”. A Ferrara chiediamo invece cosa si aspetta dal Mibact per il suo futuro, se le trattative per il rinnovo del contratto sono già state avviate. “Aspettiamo” dice con fare sicuro “possiamo solo aspettare, chi vivrà, vedrà”.
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