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Spoleto58, La MaMa Spoleto Open pronta per il debutto di “Fumo Blu”

Redazione

Spoleto58, La MaMa Spoleto Open pronta per il debutto di “Fumo Blu”

Opera prima di Gherardo Vitali Rosati per la regia di Andrea Paciotto con Silvia Frasson e Daniele Bonaiuti
Mer, 01/07/2015 - 16:13

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Dopo il successo di pubblico registrato con In Sight Out – Piazze in Scena, La MaMa Spoleto Open si prepara ad alzare il sipario su Fumo Blu, opera prima di Gherardo Vitali Rosati per la regia di Andrea Paciotto con Silvia Frasson e Daniele Bonaiuti.

In particolare, sabato e domenica sono stati oltre 500 gli spettatori che hanno assistito e apprezzato la performance, diretta da Stephan Koplowitz con musiche di Quentin Chiappetta, strutturata come un tour a piedi, attraverso una sequenza di scene ispirate dai luoghi e dai componenti dell‘ensemble che hanno partecipato alla creazione andata in scena tra l’uscita della mobilità alternativa del Giro della Rocca, i giardini di piazza Campello e piazza del Comune.

Giovedì 2 luglio alle 22.30 La MaMa Spoleto Open, evento speciale del Festival dei Due Mondi, si sposterà negli spazi del Cantiere Oberdan dove fino al 5 luglio è in programma Fumo Blu, uno spettacolo sviluppato anche attraverso un progetto di Residenza Artistica presso La MaMa Umbria International e prodotto dal Teatro Metastasio-Stabile della Toscana. Protagonisti dalle pièce una coppia di trentenni alle prese con l’instabilità del nostro tempo e i tentativi falliti di imprimere una “svolta” alle proprie vite, sempre in conflitto tra grandi ambizioni e incapacità endemica di cogliere le opportunità che la vita inaspettatamente sa offrire.

Interpretati da Daniele Bonaiuti e Silvia Frasson, Paolo e Claudia sono due rappresentativi esponenti della cosiddetta generazione in controtempo, costretti a fare i conti con lavori poco concreti e difficoltà quotidiane che sulla scena si trasformano in spassose incomprensioni ma anche profonde debolezze. Scritto da Gherardo Vitali Rosati, diretto da Andrea Paciotto e con scenografie di Lorenzo Banci, Fumo Blu intreccia il passato e il presente dei due trentenni, che provano a vivere di giornalismo e danza ma sognano maggiori stabilità in casa e sul lavoro: cresciuti con grandi modelli e ambizioni, ora si scontrano con la realtà e ripensano al loro percorso riuscendo a capire qualcosa in più della propria natura. Lo spettacolo è in programma il 2 luglio alle 22.30, il 3 e il 4 luglio alle 19.30 e il 5 luglio alle 16. Posto unico, durata 80 minuti.

Fumo blu sarà al centro di un incontro col pubblico in programma giovedì 2 luglio alle 18.30 presso il Coworking Spoleto di via del Mercato 2. All’appuntamento parteciperanno l’autore Gherardo Vitali Rosati, il regista Andrea Paciotto e gli attori.

«Volevo capire in che modo la “crisi” si interpone in una storia di coppia – afferma Gherardo Vitali Rosati – come entra nel presente di due persone “normali”. Che non sono due vittime esemplari: vivono agiatamente, lavorano nel mondo culturale, sono in qualche modo privilegiati. Ma proprio questo mi interessava: evitare casi estremi e provare a raccontare le vite di molti trentenni di oggi. A partire dall’instabilità. Che dal lavoro si propaga sulla vita affettiva, generando ansie e insicurezze, ma che può essere anche sinonimo di libertà, di possibilità di cambiare. Si è sparsa la voce che in cinese l’ideogramma che indica la “crisi” sia composto da due parti, che significano rispettivamente “pericolo” e “opportunità”. Purtroppo non è vero, ma forse è vero che nella crisi si incrociano questi due aspetti».

«Fumo Blu è un pericoloso stato di piacevole confusione – aggiunge il regista Andrea Paciotto – una nebbia immaginaria che patina lo sguardo e lo spirito, nasconde l’orizzonte e non permette di capire dove si sta andando. Emerge nel ripetersi scontato del quotidiano, familiare e rassicurante. Lentamente ci soffoca, ci addormenta, ci disorienta. Il problema non è la mancanza di consapevolezza dei trentenni, ma l’incapacità mentale di trovare, dentro e fuori di sé, gli strumenti per operare il cambiamento. Come se quell’intuito animale che scatta di fronte alle occasioni o alle emergenze, quell’istinto di sopravvivenza che ha spinto l’evoluzione, si fosse irrimediabilmente addormentato o estinto. Non c’è nulla di originale nella storia dei due personaggi di Fumo Blu. Sono esattamente come molti non-più-giovani della loro generazione. L’eccezionalità risiede proprio nella loro normalità, nell’essere comuni, nell’essere il perfetto esempio di una generazione un po’ smarrita, nata agli albori dell’era digitale, globalizzata e fin troppo liquida, per dirla con Baumann».

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