Sono passati esattamente cinquant’anni dalla morte di don Lorenzo Milani e altrettanti dalla pubblicazione della “Lettera a una professoressa” e il suo pensiero e la sua azione continuano ad interrogarci.
Don Milani ci ha insegnato che non si può combattere la povertà materiale né si può costruire una collettività più giusta per tutti senza una formazione delle coscienze, senza un’educazione alla ricerca, come ha ricordato papa Francesco, che a giugno si è recato a Barbiana sulla tomba del priore.
A Spoleto si parlerà di don Milani e delle tante Barbiane d’Italia e del mondo martedì 14 novembre insieme ad Eraldo Affinati. Insegnante e scrittore, Affinati è autore del libro “L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani”, edizioni Mondadori. In concomitanza con l’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’incontro sarà l’occasione per conoscere l’esperienza della scuola “Penny Wirton” che Eraldo Affinati ha fondato con Anna Luce Lenzi e che oggi ha diverse sedi in diverse zone d’Italia: una scuola di lingua italiana e di inclusione per migranti, i cui corsi sono attivati grazie al contributo di uomini e donne disposti a insegnare in modo gratuito.
L’incontro si terrà martedì 14 novembre alle ore 15.30 alla Sala Frau. Sarà proiettato il cortometraggio “Italiani anche noi”, di recente applaudito al Festival del cinema di Venezia. Coordina il pomeriggio Matteo Papini, facilitatore del Centro di ricerca sull’indagine filosofica. Partecipano i giovani richiedenti asilo rifugiati del progetto Sprar del Comune di Spoleto, che in mattinata incontreranno, insieme allo stesso Affinati, gli studenti delle scuole superiori della città.
L’iniziativa rientra nel progetto di Libera Spoleto “Professione cittadino. Testimoni del nostro tempo” ed è organizzato da Libera Spoleto insieme a Sala Frau, cooperativa Immaginazione-Il Cerchio e con il patrocinio del Comune di Spoleto. La proposta è quella di un percorso di conoscenza e riflessione non solo su casi e storie significative che questi “testimoni del nostro tempo” incarnano, ma anche di fornire strumenti e metodi di elaborazione dell’oggi, per realizzare più pienamente e consapevolmente possibile il proprio essere cittadino.