Nuovo capo della comunicazione al PD di Spoleto, Archimede Strologone - Tuttoggi.info

Nuovo capo della comunicazione al PD di Spoleto, Archimede Strologone

Carlo Vantaggioli

Nuovo capo della comunicazione al PD di Spoleto, Archimede Strologone

Il neo-responsabile del vitale settore, azzecca subito la prima | Al Pd spoletino ultimamente, ogni botta "na tacchia"
Mar, 05/04/2016 - 11:09

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Saremmo tentati di lasciarvi leggere senza aiuto psicologico e senza presidi medici di scorta, la nota stampa del neo-responsabile della comunicazione del Partito Democratico di Spoleto. Ma poichè noi amiamo i nostri lettori ci siamo decisi a fornirvi viveri, coperte e tè caldo per affrontare le molte ore che potrebbero occorrere per decriptare il pensosissimo scritto di tal Archimede Strologone. Così vorremmo nominare l’anonimo estensore di un comunicato che sembrerebbe aver suscitato più di una battuta sul contenuto e sulla forma usata per dire una sola cosa piuttosto semplice. Ossia che il Pd di Spoleto ha intenzione di lanciare un sondaggio.

Ora se qualcuno si illude che questa cosa sia chiara e semplice, dovendo per forza di cose essere il cuore del comunicato, si metta comodo e si prepari a sorbettarsi un lungo “pippotto”, prima di arrivare al dunque in cui le citazioni si sprecano e si prolungano, e dove gli autori vengono sbatacchiati tra le righe senza dignità di riferimento. Parliamo specificamente di tal Rifkin (Jeremy Rifkin economista, attivista e saggista statunitense ndr.) e tal Federico Rampini (giornalista e scrittore, firma di punta de L’Espresso e Repubblica ndr.), che senza null’altro aggiungere, il nostro Archimede da per scontato che tutti conoscano come il Padrenostro.

Volendo infatti articolare una sorta di premessa concettuale al tema, il nostro Strologone la prende alla larga, sterza a sinistra poi però ci ripensa e si butta in discesa senza freni salvo poi arrivare nel rettilineo con tanta velocità che non resiste all’impennata finale da tamarro. Senza burnout però che fa tanto inquinamento.

Sostiene Archiemede Strologone, “I sociologi e gli economisti più attenti sostengono che siamo di fronte a cambiamenti epocali nel rapporto fra individuo,beni e proprietà. Rifkin parla ad esempio del passaggio dalla “società del possesso a quella dell’accesso” e sottolinea  che, soprattutto tra le nuove generazioni, sembra perdere costantemente rilievo il fatto di possedere un bene, a favore della possibilità di poter accedere ai servizi che quel bene offre.

Oggi accedere significa ovviamente essere connessi alla Rete elemento ormai imprescindibile per molte delle attività quotidiane, quali la mobilità delle persone, la vendita, l’acquisto e il trasporto dei beni di consumo, la diffusione delle notizie e delle immagini  ma anche per attivare un traduttore automatico se si ascolta una lingua diversa, consultare la mappa di una città, trovare il ristorante orientale  più vicino e via dicendo per altre mille opzioni.

RETE PADRONA  la definisce Federico Rampini parlando dei potenti che governano il web (Google, Apple, Amazon…) e dei grandi rischi connessi alla concentrazione di poteri e ricchezze enormi nelle mani di pochi soggetti. La rete e la facilità di accesso sembrano essere quindi il tratto identitario della vita contemporanea, ben oltre la “sacralità” della proprietà privata.  Per chiarire tale tesi viene spesso fatto l’ esempio di quello che è stato il bene primario, insieme alla casa, per tutte le generazioni dal dopo guerra ad oggi: l’automobile.

Dagli anni 60 in poi possedere una macchina è stato considerato strumento di libertà per eccellenza, paradigma di una stagione di felicità e di progresso, garanzia di “poter andare ovunque”e di una velocità del vivere fino ad allora sconosciuta.

E così sia! Quasi 14 righe “pipponesche” per introdurre un argomento misterioso e misterico, spiegandoci anche, con una certa dose di humor inglese che essere connessi ad una rete può servire a trovare il “ristorante orientale più vicino”Eh! Ma il vertice della liricità sociologica è raggiunto e ben anche superato dal riferimento al bene primario per eccellenza, insieme alla casa, l’automobile. Archimede nostro la vede anche come paradigma del progresso, del benessere e felicità, della velocità di vivere. Appena una sessantina di anni dopo i Futuristi di F.T. Marinetti. Un tempismo tartarugato, con la differenza che l’automobile negli anni del boom economico era prima di tutto un simbolo di appartenenza sociale.

Prosegue dunque Archimede tentando l’improbabile sintesi, “Pertanto non può non sorprendere il risultato di un sondaggio, (quale? ndr) che vorremmo ripetere anche qui a Spoleto, fatto fra la GENERAZIONE Y, cioè i nati fra il 1981 e il 2000. Alla domanda: “Cosa preferisci tra la proprietà di un’auto e l’accesso al web?” Circa la metà (il 46%) ha risposto: “l’accesso alla rete.” La generazione internet privilegia (il 46% sarebbe meno della metà ndr) la connessione poiché attraverso essa, ogni individuo può sentirsi incluso e “condividere” impressioni, visioni, aspirazioni ed anche essere facilitato nell’accesso ai servizi. Per esempio essere connessi garantisce anche libertà di movimento: bike-sharing, car-sharing, car-pooling sono nuove forme di trasporto che non presuppongo la proprietà del mezzo, permettono risparmi superiori al 50%, non hanno necessità di alcun investimento iniziale  per l’acquisto, riducono l’inquinamento da CO2, snelliscono il traffico (ogni auto in car-sharing produce l’eliminazione di quindici auto private) facendo guadagnare tempo.

Ormai in numerose città europee: Amsterdam, Berlino, Copenaghen, ma anche Milano e Torino, la stragrande maggioranza dei giovani si muove attraverso queste nuove modalità, supportata da un efficiente trasporto pubblico la cui efficacia è però  la precondizione della odierna mobilità alternativa: tutti comprendono che se attraverso il mio smartphone organizzo uno spostamento tramite bike o car-sharing, bus o treno da A a B, nel punto B il bus “deve” passare con assoluta precisione, altrimenti salta tutto il programma.

Pertanto cablaggio, reti, connessioni, mobilità alternativa, efficienza dei servizi pubblici, equità e facilità di accesso; in una parola quegli elementi che costituiscono la base della sfida che dobbiamo affrontare anche nelle nostre città: realizzare la smart-city, cioè la città intelligente.

Ora, la tentazione del giornalista “carogna”  sarebbe quella di far disegnare ad Archimede una proiezione assonometrica cavaliera del passaggio di  un mezzo (meglio un treno, in questo caso, con tanti vagoni), dal punto A al punto B in modo che una retta perpendicolare alla direzione del treno cada proprio nel punto S, che altri non è che lo Smartphone di Archimede Strologone, spaccandoglielo in  mille pezzi, visto il “pippone” infinito che riesce a produrre direttamente ed indirettamente.

Ed infine la ciliegina per guarnire!

Ma come deve essere Spoleto “città intelligente”? Bike e Car-sharing da noi hanno senso ? Quali servizi deve offrire la città? Quali articolazioni per essere attrattiva sui mercati turistici e migliorare la qualità della vita dei cittadini? In che modo si facilita anche qui da noi l’accesso ai servizi pubblici ?

Il PD è impegnato nella elaborazione di un progetto-programma per la città basato anche su tali tematiche e sarebbe interessante ed assai utile  che si sviluppasse una discussione fra  tutti coloro che hanno a cuore e si impegnano per il bene di Spoleto. Vi invitiamo pertanto ad esprimere le vostre opinioni inviandole a: partitodemocraticospoleto@gmail.com

Chi glielo spiega ora al pensoso responsabile della comunicazione del Pd che Spoleto ha ormai meno di 38mila abitanti e che, nonostante tutto, si è dotata di una Mobilità Alternativa da fantascienza per la modica cifra di quasi 60 milioni di euro? Chi sarà così bravo da far comprendere all’Archimede nostro che bike e car-sharing hanno un senso a Milano, Torino, Roma, Napoli, e via dicendo, mentre da Pincano a Spoleto se ti butti  ci arrivi anche “cuturando” (sarebbe rotolando ndr.)??

Alla domanda del sondaggione per l’elaborazione del “progetto-programma” del PD di Spoleto- “Ma come deve essere Spoleto città intelligente?”,  un sol grido si ode da ogni parte della Valle mea Spoletana: “Aridatece er puzzone”. Ma sopratutto, e per pietà divina, liberateci da Archimede Strologone.

© Riproduzione riservata

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