Una cosa è certa: il “Festival dei Due Mondi” non esisterà più. O meglio, la manifestazione che da 50 anni si tiene a Spoleto non avrà più quel nome, che è stato registrato anni orsono da Francis Menotti. Che ci sarebbe stata una nuova denominazione l'aveva annunciato il ministro Rutelli contestualmente alla nomina di nuovo direttore artistico a Giorgio Ferrara. Ma sul nuovo nome vige il più assoluto riserbo, come è stato ribadito ieri pomeriggio in Sala Giunta durante la conferenza stampa alla presenza dello stesso Ferrara. Quello che è certo è che “sarà un nome semplice, che ovviamente conterrà Spoleto”. Semplice, talmente semplice, che potrebbe essere semplicemente “Festival di Spoleto” la nuova denominazione. Senza escludere “Spoleto Festival Ita” o “Spoleto Festival Italia”, richiamando lo “Spoleto Festival Usa” di Charleston, con il quale presto verrà ufficializzato un gemellaggio. Proprio come non voleva Menotti junior, ma nemmeno il senior, il grande Maestro, che dopo la rottura dei rapporti con l'altra manifestazione da lui fondata non voleva ricuciture.Il gemellaggio invece ci sarà, come ci saranno sinergie con i più importanti Festival nazionali ed internazionali: Napoli, Avignone, Edimburgo, solo per citarne alcuni. Senza dimenticare la Biennale di Venezia, alla quale Giorgio Ferrara tiene molto. Soprattutto dopo che è sfumata la sua candidatura alla presidenza, subito rimpiazzata da Rutelli con la dirigenza dell'evento culturale spoletino.
Ferrara, comunque, nel primo incontro con la città, si è mostrato subito cordiale, disponibile e con le idee chiare. In attesa dell'ufficializzazione del passaggio della presidenza della Fondazione da Gilberto Stella a lui, il nuovo direttore artistico ha mostrato alcuni tra i suoi punti chiave per il rilancio del Festival: seminari che lo facciano durare tutto l'anno, commistione tra arti e realizzazione di laboratori per realizzare a Spoleto scenografie e costumi. “Il posto già c'è” ha asserito il sindaco Brunini.
“Spoleto ha una fisionomia da capitale europea” ha detto Giorgio Ferrara – che presto prenderà casa in città per seguire al meglio l'organizzazione dell'evento – dopo la visita tra i principali “contenitori” cittadini. Una città che Ferrara conosce bene da tempo, avendo esordito proprio allo Spoleto Festival come aiuto regista di Luca Ronconi nel 1969. E che punta a mettere in rete con le altre realtà internazionali, in modo da portare anche vantaggi economici. “Se noi ci mettiamo in rete – ha detto Brunini – faremo di più con un minor costo”.
Sul programma dell'edizione 2008 della manifestazione menottiana, ovviamente, ancora nulla di definito. Ci sarà sicuramente il grande concerto in piazza, con un direttore d'orchestra di fama internazionale. Un nome ci sarebbe già: Ferrara punterebbe sul giovane maestro Pappano. E poi ancora i consueti appuntamenti, da Spoleto Scienza (con la fondazione Sigma – Tau già all'opera per la prossima edizione) all'opera, la lirica e la danza. Puntando però anche alla commistione tra le arti.
Sulle date la certezza ancora non c'è, ma il periodo rimarrà più o meno quello degli ultimi anni, spostato più verso giugno. Ribadita la volontà di non sovrapporsi ad altre manifestazioni, come Umbria Jazz. E poi la dichiarazione ufficiale sui debiti e sui fondi ministeriali, che probabilmente avranno fatto fischiare le orecchie a Francis, ancora a Chicago.
“Ad un bel programma – ha spiegato il primo cittadino – corrisponderà un'adeguata risposta pubblica”. “Riteniamo che la manifestazione debba superare 5 milioni di euro” è stato detto ieri. Più o meno come i debiti, stando ai dati dell'estate appena passata, accumulati dall'Associazione Festival di Francis Menotti. Debiti che non verranno presi in carico dalla fondazione né dall'amministrazione comunale: “Chi li ha fatti se li tiene”. “Un conto è l'impresa che organizza il Festival, un conto le istituzioni” ha sottolineato Brunini. Venendo messa da parte la prima, le passività faranno la stessa sorte. Compresi i soldi che devono ancora percepire le maestranze (il 25% del loro stipendio)? “Siamo garanti di quel contratto che è stato firmato, ma per recuperare i soldi le maestranze dovrebbero fare un'ingiunzione di pagamento” ha detto Gilberto Stella, ancora per poco presidente della Fondazione Festival. “Speriamo che la situazione venga superata – ha aggiunto Brunini – ma non possiamo garantire nulla”.
Infine un punto a favore del centrodestra umbro, ed in particolare di Maurizio Ronconi che dopo la nomina di Ferrara ha subito presentato qualche lamentela: la fondazione (vecchia) sarà rinnovata, ma nella direzione suggerita dal deputato dell'Udc, prevedendo una gestione della manifestazione non molto diversa da quella della Biennale di Venezia. “Quella proposta – ha spiegato Brunini, ringraziando i numerosi parlamentari che si sono dati da fare per risolvere la 'questione Spoleto Festival' – somiglia molto a quello che andremo a costruire adesso”.
Ed intanto proprio Maurizio Ronconi che interviene nuovamente sul Festival: “Dirigistica e normativamente poco chiara – afferma – la nomina di Giorgio Ferrara a direttore artistico del Festival di Spoleto. Nessuna valutazione sulle capacità professionali di Giorgio Ferrara che pure sino ad oggi è stato impegnato su fronti diversi rispetto a quello delle direzioni artistiche di manifestazioni dal grande prestigio come quella di Spoleto, ma forti perplessità sul dirigismo esercitato dal Ministro Rutelli che ha sino ad oggi evitato anche una soluzione normativa che pure con il mio disegno di legge, condiviso anche da alcuni altri parlamentari umbri, avrebbe potuto risolvere. Il Festival di Spoleto ha bisogno di una grande svolta che sarà possibile solo con un impegno condiviso dalla città, dal Ministero, dagli sponsor privati. Ad oggi, – conclude il deputato dell'Udc – pur non potendo valutare la caratura professionale di Ferrara, le iniziative intraprese non appaiono sufficienti e rassicuranti”.
(aggiornato alle 16.18)
On. Bocci lancia appello a Francis (clicca qui)