Spoleto, differenziata al 42% / Campagnani "Obiettivo rifiuti zero" - Tuttoggi.info

Spoleto, differenziata al 42% / Campagnani “Obiettivo rifiuti zero”

Jacopo Brugalossi

Spoleto, differenziata al 42% / Campagnani “Obiettivo rifiuti zero”

Crescita di soli 6 punti in due anni. Grossi "Dobbiamo puntare all'80%" / Rifiuti a Sant'Orsola per altri due anni
Mar, 02/12/2014 - 21:52

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Dal 2012 al 2014 la percentuale di raccolta differenziata a Spoleto è cresciuta di appena sei punti percentuali: dal 36,2 al 42,2% (ma questa ultima cifra tiene conto solo del trimestre giugno-agosto 2014, la media annua si attesta sul 39%). Questo il dato che ‘fa rumore’ evidenziato in terza commissione consiliare dai direttori dell’Ati 3 Fausto Galilei e della Valle Umbra Servizi Walter Rossi. Un dato che ha fatto storcere il naso sia all’assessore Vincenza Campagnani, presente in rappresentanza della giunta, che ai consiglieri membri della commissione, che a lungo si sono interrogati sui possibili rimedi.

Obiettivo rifiuti zero – “L’obiettivo che questa amministrazione ha chiaro in testa – ha sottolineato l’assessore – è quello dei rifiuti zero, che consentirà un miglioramento della qualità della vita della popolazione e allo stesso tempo un sensibile risparmio economico pro capite”. Tra il dire e il fare però, ci sono in mezzo una infinità di variabili, come le oscillazioni delle leggi statali e regionali sui livelli minimi di raccolta differenziata. La soglia del 65% fissata da una legge nazionale al 2012 sarebbe stata posticipata proprio pochi giorni fa al 2018 con la Regione Umbria che, di conseguenza, ha abbassato l’asticella del 2014 al 50% per tornare a quota 65% nel 2015. Col suo ‘risicato’ 42,2 per cento Spoleto sarebbe a forte rischio sanzioni.

Sant’Orsola ha ancora 2 anni – “D’altro canto – hanno rimarcato Galilei – due degli investimenti che l’Ati 3 sta portando avanti riguardano proprio il territorio spoletino”. Si tratta del rafforzamento dell’argine della discarica di Sant’Orsola e della realizzazione di un impianto per lo smaltimento del percolato presso il depuratore di Campo Salese, un investimento di circa un milione di euro che dovrebbe far risparmiare altrettanto ai cittadini. Tornando invece a Sant’Orsola, unica discarica umbra per cui non è stato chiesto l’ampliamento, l’argine verrà rinforzato presumibilmente in primavera. Già adesso però, tenendosi a 150-200 metri di distanza dal limite, i comuni dell’Ambito Territoriale sono tornati a conferire rifiuti. Potranno farlo per circa 18-24 mesi, poi la discarica sarà colma. Nel frattempo dovrebbero diventare operativi gli accordi che l’Ati 3 ha sottoscritto con Città di Castello per conferire circa 20mila tonnellate di rifiuti nella discarica di Belladanza. Il costo è di circa un milione di euro (60-80 euro per tonnellata più i relativi costi di trasporto) ma è di molto inferiore a quanto costerebbe trasportare ad Orvieto (circa 120 euro per tonnellata), come il piano regionale dei rifiuti imporrebbe.

“Differenziata sia un obbligo” – Da qui a due anni l’impegno è quello di far crescere in modo sensibile i livelli di differenziata, “mettendo tutti nella condizione di farlo con un sistema di raccolta puntuale ed efficiente”, ha sottolineato il presidente del consiglio comunale Giampiero Panfili, il quale ha aggiunto che “se Spoleto è ferma a certe percentuali evidentemente occorre cambiare delle variabili. In primo luogo bisogna educare i cittadini a differenziare, poi far diventare la differenziata un obbligo, non con degli incentivi per chi la fa ma con delle penalizzazioni per chi non la fa”. L’intenzione di Vus è quella di far partire la raccolta porta a porta dal centro storico per poi spostarsi verso la periferia. Ogni nuova zona servita deve però essere frutto di specifici accordi siglati con l’amministrazione comunale.

Obiettivo 80 per cento – “Ma Se il circolo fosse davvero virtuoso – ha sottolineato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Guido Grossi – e se si riconoscesse un valore al rifiuto che il cittadino porta a differenziare, alla fine i soldi degli investimenti potrebbero rientrare nelle tasche dei contribuenti”. Per Grossi l’obiettivo del 50% entro l’anno assunto dalla Regione Umbria è addirittura “truffaldino”, mentre quello del 65% rimane “insufficiente”. “Dovremmo ragionare su una percentuale del 70% nel primo anno e arrivare all’80% già nel secondo (come già alcuni piccoli comuni dell’Ati 3 sono riusciti a fare, ndr). Solo in questo modo i soldi degli investimenti verrebbero ridistribuiti ai cittadini e sottratti a coloro che gestiscono le discariche”.

Vicenda accise – Il direttore Rossi è stato interrogato anche sulla vicenda relativa alle accise sul gas che l’azienda trattenne per il 60% e ridistribuì nel 2008 come utile ai soci. La decisione della Commissione Tributaria Provinciale di riconoscere il danno e condannare la VUS al pagamento di una super ammenda di 5 milioni di euro è stata accolta come un fulmine a ciel sereno dalla dirigenza, che però conta di far valere le proprie ragioni nei due gradi di giudizio a cui può ancora appellarsi. I cittadini non rischierebbero nulla, in ogni caso, anche se la condanna passasse in giudicato. La VUS vi farebbe fronte ricorrendo alle riserve straordinarie di bilancio, derivanti degli utili pregressi. Un ‘tesoretto’ che, a quanto ha dichiarato Rossi, ammonta circa a 4,7 milioni di euro.

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