La casa di reclusione di Spoleto ha una nuova struttura per aumentare la tutela dei detenuti con problematiche di salute mentale. Il Reparto di Osservazione Psichiatrica (ROP) è stato inaugurato nei giorni scorsi nell’ambito del programma di chiusura e superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, battaglia di civiltà di lunga data e della quale finalmente si iniziano a vedere i frutti.
La struttura nasce in attuazione delle indicazioni della Conferenza Stato – Regioni e degli accordi tra Regione Umbria, Usl Umbria 2 e amministrazione penitenziaria. Il fine di questa struttura è l’implementazione della tutela dei detenuti con problematiche di salute mentale all’interno dell’Istituzione carceraria.
E’ nota da sempre la difficoltà d’intercettare, in un’istituzione complessa come quella penitenziaria, i bisogni legati alla sofferenza mentale dei detenuti, con profondo disagio e disadattamento da parte non solo del paziente, ma anche di tutto il personale del carcere. Il Reparto di Osservazione Psichiatrica accoglie pazienti per i quali si renda necessario, ai fini di approfondimento diagnostico e redazione di suggerimenti terapeutico-riabilitativi, l’osservazione psichiatrica in ambiente specifico intracarcerario affinché l’Autorità Giudiziaria possa decidere in merito al prosieguo della detenzione. Ogni qualvolta lo psichiatra di un carcere del territorio nutra un dubbio diagnostico o necessiti di un approfondimento può chiedere all’Autorità Giudiziaria l’invio al nuovo reparto.
Il ROP si configura pertanto come struttura medica di II livello ad alta specializzazione per i casi dubbi e di difficile diagnosi dove è presente personale sanitario nelle 24 ore. Il reparto può accogliere fino a 6 pazienti, uno dei quali con problemi di disabilità ed è stata approntata un’equipe multidisciplinare che comprende psichiatra, psicologo ed infermiere professionale che nei 30 giorni previsti del ricovero provvede all’osservazione psichiatrica, alla redazione di consigli di terapia ed alla valutazione, ove necessario, della funzionalità residue per suggerire un eventuale percorso riabilitativo. Al termine del periodo di osservazione il paziente torna al carcere di provenienza. L’equipe lavora a stretto contatto con il gruppo della Polizia Penitenziaria che diviene parte attiva dell’osservazione.