Jac. Bru.
Tassa di soggiorno: vince la linea del no. E’ arrivato nel pomeriggio di oggi il “coupe de theatre” in cui molti, associazioni di categoria e albergatori in primis, speravano. La tassa di soggiorno non farà parte del piano di rientro triennale varato nelle scorse settimane dalla giunta, e che dovrà essere approvato insieme al bilancio di previsione entro il 22 dicembre. E il “merito” è tutto, o almeno in gran parte, dell’autovelox fisso situato sulla Flaminia, in prossimità dell’ingresso nord di Spoleto. Vediamo come.
L’emendamento – La giunta, nella riunione odierna, ha fatto propria la volontà espressa dai consiglieri di maggioranza che con un emendamento presentato due giorni fa avevano chiesto a sindaco e assessori di reperire altrove i 442mila euro (221mila per due anni) che si prevedevano di introitare grazie all’introduzione dell’imposta, giudicata un rischio troppo alto da correre in un settore fondamentale per l’economia spoletina come il turismo. In particolare i consiglieri del Psi e del Pd, a cui si era associato Maurizio Hanke, avevano invocato una ulteriore razionalizzazione delle spese gestionali e una lotta all’evasione fiscale ancor più incisiva.
Il “tesoretto” – In realtà la giunta, che aveva ben recepito l’ostilità delle forze politiche ed economiche della città di fronte alla tassa di soggiorno, aveva già dato avvio ad una serie di ulteriori controlli, reperendo altrove la cifra che permetterà di non introdurla nel territorio comunale. Ecco come in gioco l’autovelox sulla Flaminia. Gli uffici comunali hanno infatti accertato che i costi di gestione dell’autovelox da destinare all’Anas come proprietario di quel tratto stradale sarebbero molto minori della relativa previsione di bilancio in uscita. Un vero e proprio “tesoretto” recuperato dunque, grazie al quale coprire i mancati introiti della tassa di soggiorno e dire addio ad un’imposta che, prima ancora di essere introdotta, aveva già creato troppe grane.
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