C’era una volta il silenzio elettorale. Quella pausa, il giorno prima dell’apertura delle urne, che avrebbe dovuto consentire all’elettore di “concentrarsi” e decidere per chi votare, senza ulteriori pressioni, sulla base di quanto visto, sentito, letto durante la campagna elettorale.
Un divieto che, per la verità, è già stato arginato in altre epoche. Come quello che vieta di fare propaganda nella zona del seggio, il giorno del voto. Eppure, rappresentanti di lista silenti si aggiravano per scuole e uffici pubblici dove erano stati allestiti i seggi, apparentemente per controllare che non ci fossero brogli, ostentando però all’occhiello della giacca (o della camicia, visto che, molto più spesso, si vota all’inizio dell’estate) la spilla con il simbolo del partito o, da quando il sindaco si sceglie con elezione diretta, il nome del candidato per la fascia tricolore.
In epoca recente, la spilla è superata: ci sono i social. Certo, domenica, fuori dai seggi, qualcuno che ci scruterà con aria severa o affabile, a seconda delle sensazioni, ci sarà. Ma il meglio di sè, i candidati e i loro sostenitori lo danno sulla rete.
In molti non hanno resistito, sabato – giorno appunto di silenzio elettorale – ed hanno buttato là una frase sul perché avrebbero votato questo o quel candidato. Quasi come si annuncia che quest’anno, al mare della Puglia si preferirà quello della Sicilia.
“C’è il silenzio elettorale” ha subito ricordato, correttamente, uno spoletino politico-non politico, commentando il post del concittadino che dispensava ancora consigli per il bene della propria città. Concittadino che, a scanso di equivoci, ha mantenuto la propria foto profilo con il nome del suo candidato sindaco preferito. Una costante di questa campagna elettorale. Del resto, l’ipocrita alternativa sarebbe quella di cambiare, per un giorno, la foto profilo?
Passi, dunque, la spilletta elettorale 4.0. I post propagandistici, però, vengono tollerati meno dagli avversari. Che subito si sono premuniti di screenshot qualora il partito decidesse di sostenerli nella segnalazione dell’avversario scorretto. Come avvenuto nel primo turno di voto, dove alcune segnalazioni sono giunte alle autorità competenti che le stanno vagliando.
Eppure, nonostante le minacce di sanzioni, sulle bacheche social di internauti ternani, spoletini e umbertidesi, è stato un sabato di apparizioni, sparizioni (e riesumazioni nelle chat whatsapp) di messaggi elettorali più o meno subliminali.