Falsificavano gli atti per consentire a stranieri extracomunitari di ottenere la cittadinanza italiana. Ovviamente, dietro la promessa di ottenere denaro o altre utilità. Con l’accusa di falsità ideologica e materiale in atti pubblici e documenti informativi, nonché di istigazione alla corruzione e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, sono indagate a vario titolo 9 persone, di cui 6 dipendenti del Comune di Todi.
Due di loro sono stati raggiunti oggi dalla misura dell’interdizione dai pubblici uffici, secondo l’ordinanza disposta dal Gip del Tribunale di Spoleto. Provvedimento che è stato applicato anche a due professionisti che avrebbero partecipato al sistema con cui, in cambio di soldi, nel territorio di Todi si sarebbe riusciti a far avere la cittadinanza ad extracomunitari che non ne avevano il titolo. Per i due professionisti è scattato il divieto dell’attività professionale.
I provvedimenti interdittivi sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Perugia e della Compagnia di Todi che hanno effettuato le verifiche, scoprendo la falsità di quanto sarebbe stato attestato nei documenti circa la residenza nel territorio comunale di Todi ed il possesso dei requisiti, da parte degli extracomunitari, per ottenere la cittadinanza italiana. I
dettagli dell’inchiesta della procura spoletina – ancora in corso – che al momento vede indagate 9 persone sono stati illustrati oggi a Perugia dal comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giovanni Fabi, e dal comandante della Compagnia di Todi, maggiore Luigi Salvati Tanagro coadiuvato dal luogotenente Bartolomeo Leo. Coinvolto nell’inchiesta anche un calciatore brasiliano residente a Terni.
A commentare le misure interdittive è in una nota il Comune di Todi: “Prendiamo atto con amarezza dei provvedimenti che hanno coinvolto due dipendenti del Comune di Todi e che ci sono stati notificati nella mattinata di oggi, nella consapevolezza della massima fiducia nel lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine. In tal senso, auspichiamo che le persone coinvolte, nel prosieguo delle indagini, riescano a dimostrare le ragioni della propria innocenza e della mancanza di colpevolezza. Continuiamo a credere fortemente nel principio costituzionale della presunzione di innocenza, nell’ottica della nostra impostazione garantista. L’amministrazione comunale, in ogni caso, per garantire la massima efficienza nello svolgimento delle indagini, aveva già assunto i provvedimenti relativi alla rotazione del personale e, dove è stato necessario, anche quelli di natura disciplinare. Spiace dover tornare a sottolineare l’atteggiamento di qualcuno che, nel mentre l’Amministrazione si è trovata ad affrontare con energia e risolutezza la situazione che stava maturando, si è divertito a speculare sui provvedimenti assunti, quasi che fossero stati adottati senza il necessario approfondimento. Adesso non resterà che attendere la conclusione delle indagini, confidando nella loro celerità e nell’efficacia dell’azione della Magistratura e degli inquirenti”.
(aggiornato alle ore 14)