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Sisma 2016, sulla ricostruzione scoppia il caso “scadenze” | Comunicato e appello dei Tecnici

Redazione

Sisma 2016, sulla ricostruzione scoppia il caso “scadenze” | Comunicato e appello dei Tecnici

Mer, 05/10/2022 - 16:34

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I tecnici di Norcia esprimono difficoltà in merito alle “scadenze” imposte dalla normativa vigente per la presentazione dei progetti

I professionisti tecnici di Norcia, impegnati nella ricostruzione post sisma 2016, con un comunicato inviato alla stampa, comunicano le proprie difficoltà in merito alle “scadenze” imposte dalla normativa vigente per la presentazione dei progetti di ripristino o ricostruzione degli immobili danneggiati.

La prossima scadenza è imminente: il 15 ottobre, data entro la quale, al fine di non ledere i terremotati che percepiscono il “Contributo di Autonoma Sistemazione” o fruiscono della “Soluzione Abitativa d’Emergenza”, devono essere presentati i progetti esecutivi degli interventi di ricostruzione o ristrutturazione di quegli edifici o aggregati di edifici all’interno dei quali suddetti soggetti posseggono unità immobiliari.

È evidente che la scadenza, in moltissimi casi, non potrà essere rispettatarecita la nota dei tecnici- ed i tecnici, al fine di non rappresentare di nuovo il “capro espiatorio” per tale impossibilità, intendono esprimere il loro pensiero in merito alle difficoltà e le ragioni che impediscono il rispetto dei termini imposti:

  • il susseguirsi degli aggiornamenti del quadro normativo impone continue revisioni dei progetti in corso di redazione e spesso, addirittura, la necessità di operare varianti su progetti già presentati e decretati. Un esempio su tutti deriva dall’emanazione della recente Ord. Comm.le 126 del 24.05.2022 che se da una parte è andata incontro alle esigenze delle imprese impegnate a fronteggiare l’abnorme aumento dei costi delle materie prime, dall’altra ha comportato la necessità di revisionare progetti al fine di adeguarne gli elaborati economici. Precedentemente (Ord. 118 del settembre 2021) era già stata emanata un’altra ordinanza finalizzata all’aggiornamento dei prezzi che ha comportato anch’essa, seppur in misura minore, la necessità di revisionare gli elaborati di progetti già presentati o in corso di presentazione;
  • la recente crisi del sistema di finanziamento legato al c.d. “Superbonus 110%” con il blocco dell’acquisto dei crediti fiscali operato dagli istituti finanziari, ha comportato spesso la necessità di completa revisione di progetti già realizzati finalizzata al risparmio di spesa necessario per contenere il costo all’interno del contributo ex. D.Lgs 189/2.16 (fondi sisma 2016) con rinuncia a tutte quelle opere di efficientamento energetico ipotizzate in prima istanza;
  • le ulteriori scadenze imposte ai cittadini in merito a segnalazioni inerenti lo stato della propria pratica, da effettuarsi tramite piattaforma digitale, ha posto in seria difficoltà gli stessi cittadini i quali, ovviamente, si sono rivolti agli studi tecnici di riferimento caricandoli di ulteriore lavoro;
  • l’impatto che l’emergenza Covid ha avuto anche sull’operatività degli studi tecnici e delle ditte. In tutti i settori merceologici si sono infatti susseguiti aiuti, proroghe, sovvenzioni e assistenza. Nulla si è fatto al fine di adeguare le scadenze di presentazione dei progetti;
  • La pressante richiesta di figure professionali tecniche dovuta al boom dell’edilizia conseguenza delle norme sul Superbonus, ha comportato una fortissima difficoltà nel reperimento di risorse umane in luoghi emarginati come quello dove operiamo noi. È evidente che i giovani dinamici e seri che sarebbero potuti affluire nel cratere sismico ad apportare il proprio contributo, vista l’offerta di lavoro presente nel proprio luogo di residenza, hanno preferito evitare trasferte impegnative. A tal proposito si evidenziano le pesanti difficoltà che stiamo subendo con la chiusura serale e notturna del transito sulla Tre Valli Umbre che isola di fatto la Valnerina e rende più difficoltosa la pianificazione di spostamenti di professionisti e ditte;
  • l’intervenuta difficoltà riferita alla necessaria riprogrammazione delle attività e dei flussi di lavoro, azione necessaria nella organizzazione degli studi tecnici da porre in essere in adesione ai recenti aggiornamenti normativi. La norma iniziale non prevedeva alcuna graduatoria né scaglione e quindi gli studi hanno spesso programmato il proprio lavoro anche in base agli investimenti fatti per adeguare la propria struttura all’impegno preso. Improvvisamente sono cambiati gli scenari e le priorità con conseguente ovvio disorientamento dovuto alla necessità di sospendere un progetto con scadenza non imminente per dedicarsi ad altri oggetto di prossima scadenza.

In riferimento alle scadenzeprosegue la nota stampa- aggiungiamo che se, per assurdo, tutti i progetti dovessero essere, presentati entro il 15 ottobre, è evidente che gli uffici preposti all’esame degli stessi andrebbero in seria difficoltà ad emanare i relativi atti di approvazione. Ammesso che anche questa difficoltà possa essere “miracolosamente” superata, sarebbe poi impossibile appaltarne i lavori per carenza di imprese. A tal proposito non va sottovalutato che il mancato appalto dei lavori si riflette sui tempi di pagamento delle prestazioni svolte dai professionisti anche riguardanti la progettazione il cui compenso per il 20% viene corrisposto a Stati d’avanzamento lavori durante il corso degli stessi. Non ci si riferisce agli oneri relativi alla direzione lavori ma a prestazioni già svolte e terminate da tempo con spese interamente sostenute.

A fronte di tali importanti problematiche anziché, come da logica, prevedere proroghe o addirittura sospendere quelle scadenze che appaiono totalmente inutili, ci si trova di fronte ad un inasprimento dei termini che non ha alcuna utilità tecnica anche in considerazione della carenza di imprese disposte ad assumere appalti.

A chiosa ci piace segnalareconclude il comunicato- che tutta questa situazione fa emergere il pensiero secondo il quale la volontà di imporre scadenze sembra sottesa al raggiungimento obiettivi squisitamente politici o, peggio, economici, facendo ricadere il costo di una programmazione assente sui terremotati, che si vedrebbero ingiustamente privati di diritti loro concessi a seguito del sisma e che già tanto hanno perduto, nonché su coloro che, ad oggi, nonostante le enormi difficoltà, hanno sempre affrontato con determinazione e professionalità le diverse situazioni operando al fine di tutelare “in primis” gli interessi dei propri clienti, al fine ultimo di costituire, insieme agli altri attori, un riferimento nell’azione di ricostruzione.

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