Con l’arrivo ad Assisi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è mossa in Umbria la grande macchina della sicurezza per i grandi eventi. Serrati, a riguardo, i tavoli in Prefettura e Questura, ai quali hanno partecipato i rappresentanti di vigili del fuoco, Centrale Unica Regionale del 118, vertici di polizia e carabinieri, esercito e Protezione Civile. Il tutto per evitare che anche un singolo anello della catena risulti debole e per riuscire a gestire al meglio le eventuali criticità.
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Un bilancio, quello di oggi, dopo la visita di Mattarella, che non fa registrare alcuna sbavatura: tutto è andato secondo i piani e i termini previsti. Ogni cosa ha funzionato alla perfezione, anche in vista dell’arrivo, domani, del presidente Gentiloni. L’ultimo incontro è avvenuto proprio questo pomeriggio in Questura a Perugia, in via del Tabacchificio, per mettere a punto ogni dettaglio per la giornata di domani. La visita di Mattarella è stata gestita anche grazie alla presenza di un’ambulanza posizionata in aeroporto, al San Francesco, che ha ‘scortato’ il presidente durante tutta la mattinata. Rafforzate a riguardo sia le strutture mobili, grazie ai sanitari e alle auto mediche, al personale specializzato in servizio in ospedale (ad Assisi in questo caso essendo il luogo più vicino all’evento) e nei reparti “più caldi” a Perugia, come quello di Terapia Intensiva.
Cosa è cambiato – Molto, nella gestione della sicurezza, è cambiato dunque non solo per via del nuove norme anti-terrorismo adottate anche in Italia, ma anche a seguito dei fatti di Torino in piazza San Carlo, dove, durante la finale della Champion League il 3 giugno scorso, il panico collettivo ha provocato una vittima e il ferimento di 1526 persone. Nasce così l’ultima circolare sulla “safety and security” per le pubbliche manifestazioni.
Come funziona – Ci si avvale della tabella di Maurer che, con un suo algoritmo, riporta al suo interno un punteggio per ogni tipologia di eventi, a cui vengono associati tutti gli eventuali rischi. E’ proprio attraverso di essa che viene deciso il dispiegamento di forze (civili e militari) per ogni singolo avvenimento.
Gli eventi vengono dunque valutati e organizzati in vista di grandi eventi in base: alle loro caratteristiche geografiche; alla capienza delle aree di svolgimento dell’evento, per valutare il massimo affollamento sostenibile; alle condizioni meteorologiche; all’orario in cui si svolge l’evento; ai percorsi separati di accesso all’area e di deflusso del pubblico, con indicazione dei varchi; ai piani di emergenza e di evacuazione (con indicazione delle vie di fuga per poter mettere in atto un’evacuazione ordinata); alla suddivisione in settori dell’area di affollamento (con previsione di corridoi liberi); al piano di impiego, a cura dell’organizzazione, di un adeguato numero di operatori formati per le varie emergenze; agli spazi di soccorso, raggiungibili dai mezzi di assistenza, riservati alla loro sosta e manovra; agli spazi e servizi di supporto accessori; alla previsione di un’adeguata assistenza sanitaria con individuazione di aree e zone per il primo soccorso; alla presenza di impianto di diffusione sonora e visiva, per gli avvisi al pubblico; al possibile divieto di vendita di alcolici e altre bevande in bottiglie di vetro o lattine (o altri materiali che potrebbero essere pericolosi per l’incolumità del pubblico).
A far funzionare tutto come un orologio svizzero ci pensano i referenti eletti per ogni singola area di competenza e di intervento: fondamentali restano le telecomunicazioni, grazie alle quali ogni passaggio viene comunicato per ottenere una visione a 360 gradi di quanto accade. Il tutto nell’ottica di una “prevenzione collaborativa”, come la definisce lo stesso Ministero dell’Interno, che presuppone uno scrupoloso riscontro delle garanzie di safety e security.
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