Quarantadue posti di lavoro cancellati negli ultimi cinque giorni a Foligno ed una settantina a rischio a Spoleto e altri 90 in ansia a Bastia. E' il bilancio di un'estate di fuoco, sul versante occupazione, in vista di un autunno che potrebbe anche prevedere peggioramenti. L'allarme posti di lavoro è stato lanciato oggi dalla Cgil attraverso il segretario territoriale Filippo Ciavaglia e quello provinciale Mario Bravi. “Una delle situazioni- spiega Ciavaglia – che maggiormente ci preoccupa è quella della ditta Adige di Sant'Eraclio, che da pochi giorni ha cessato l'attività. I 42 dipendenti per mesi, contestualmente all'apertura delle procedure di cassa integrazione e mobilità, non hanno ricevuto gli stipendi. Solo per 10 lavoratori hanno ritrovato una ricollocazione occupazionale. A Spoleto, invece, l'emergenza riguarda l'Informatica Umbra e i suoi 70 dipendenti. Si tratta di una società che eroga servizi alle Casse del Centro. Ora la holding è a Spoleto, ma si prefigura il suo spostamento in Toscana e quindi il futuro di questi dipendenti è tutto da definire. Andando poi a Bastia in queste ore stiamo monitorando le sorti dell'azienda tessile Susta, 90 dipendenti. L'azienda si starebbe apprestando a dismettere una parte dello stabilimento che determinerebbe problemi per il 30% dei dipendenti. Il lungo elenco di problemi prosegue poi con la Mazzoni Telecomunicazioni, azienda subappaltatrice della Telecom che nella sola provincia di Perugia ha un centinaio di lavoratori che stanno vivendo sulla propria pelle le incertezze e le difficoltà del settore.”
” C'è poi – incalza Ciavaglia- anche la vicenda del Laboratorio di Scienze Sperimentali, nato nella sua configurazione attuale, anche grazie al contributo dei sindacati. Il presidente della Provincia dica chiaramente se questa struttura è importante o meno, costituendo un unicum nel mondo della formazione scientifica sperimentale a livello regionale e non solo. Serve inoltre una soluzione definitiva alle sorti del Laboratorio che dia certezze sia per gli utenti che per i dipendenti della struttura”. Mario Bravi ha invece “battuto il pugno” sulla vertenza dell'Appennino e cioè la Merloni. “E' necessaria – ha detto Bravi – una mobilitazione generale, da svolgersi in settembre. Non dimentichiamo che in un territorio quale è la fascia Appenninica umbro-marchigiana, ci sono a rischio 4mila posti di lavoro, perciò invitiamo tutti a sostenere questa vertenza attraverso un confronto vero. Non va poi dimenticato che l'autunno si aprirà con numerose criticità date dalla fine della cassa integrazione di 52 settimane e ciò pone serissimi timori sulla ripresa di aziende e imprese. Torniamo a rimarcare la necessità del raddoppio della cassa integrazione da portare a 104 settimane. Solo così si potrà evitare il collasso occupazionale”.
Il tutto vede l'aggiunta delle problematiche del settore edile e in ricaduta di tutti gli ambiti produttivi. Uniche due note positive, al momento, la rinata Rapanelli, ora collocata a Bevagna, e la positiva soluzione della vicenda Cementir di Spoleto.