SENTENZA POSTERNA, PARLANO GLI AVVOCATI. IL COSTRUTTORE “FRA 3 MESI TUTTI A CASA”. ASSOLTI VALENTINI, MACCHIA, ZANMATTI, DE MEGNI, MASTROFORTI E GENTILI - Tuttoggi.info

SENTENZA POSTERNA, PARLANO GLI AVVOCATI. IL COSTRUTTORE “FRA 3 MESI TUTTI A CASA”. ASSOLTI VALENTINI, MACCHIA, ZANMATTI, DE MEGNI, MASTROFORTI E GENTILI

Redazione

SENTENZA POSTERNA, PARLANO GLI AVVOCATI. IL COSTRUTTORE “FRA 3 MESI TUTTI A CASA”. ASSOLTI VALENTINI, MACCHIA, ZANMATTI, DE MEGNI, MASTROFORTI E GENTILI

Mer, 13/07/2011 - 21:15

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Carlo Ceraso
E’ una sentenza “storica” quella pronunciata stamani dalla Corte d’Appello di Perugia sulla vicenda del Palazzo della Posterna di Spoleto. Un dispositivo, se non vi sarà ricorso in Cassazione da parte del pubblico ministero, destinato a mettere un punto fermo negli interventi di trasformazione delle città che vedono la compartecipazione di soggetti pubblici e privati. Una sentenza “piena” che ribalta quella di primo grado che aveva visto condannati il costruttore Rodolfo Valentini (rappresentante della Madonne delle Grazie Srl), il titolare del terreno Francesco De Megni, i progettisti Giuliano Matia Macchia e Alberto Zanmatti e due tecnici comunali (l’architetto Giuliano Mastroforti e il geometra Paolo Gentili): assolti tutti perché “il fatto non sussiste”. Erano difesi dagli avvocati Manlio Morcella e Michelangelo Zuccari (Valentini, Macchia e Zanmatti), Massimo Marcucci e Paolo Feliziani (Gentili), Nerio Zuccaccia (Mastroforti) e Lorenzo Tizi (De Megni). Dissequestrato anche il secondo edificio della Posterna, quello più basso (l’altro era già stato riconsegnato al costruttore, sempre dalla Corte d’appello lo scorso autunno).
“Sono assolutamente soddisfatto – dice al telefono l’avvocato Morcella (in una foto di repertorio con Zuccari e Valentini) – era tutto teoricamente scontato anche se sembrava il contrario. Di certo la perizia disposta dalla Corte, e sempre immotivatamente rifiutata dal gip e dal Tribunale di Spoleto, ha sancito l’ovvio, ovvero che la volumetria assentita da un lato è risultata legittima e dall’altro conforme alla prassi adottata da tutti i comuni dell’Umbria. Ciò ha comportato la formula più tranciante del perché ‘il fatto non sussiste’ anziché quella, pure eloquente, del ‘fatto non costituisce reato’”. Poi il legale interviene sugli eventuali danni causati all’impresa: “l’ordinato dissequestro del fabbricato pone da oggi la parola fine ai danni sia morali, sia patrimoniali, questi ultimi ingenti. C’è da chiedersi se e come questi danni potranno essere risarciti”.
“Siamo soddisfatti, specie le parti che escono da un tunnel che li ha tormentati per molto tempo – dice a Tuttoggi.info l’avvocato Nerio Zuccaccia -, ma prima di esultare attendiamo le motivazioni della sentenza (la Corte si è riservata 90 giorni per il deposito, n.d.r.). Sicuramente questa è una sentenza pilota” conclude Zuccaccia, facendo forse riferimento all’altra inchiesta, condotta dalla Procura spoletina sull’edificio della ex Fiat in Via Cacciatori delle Alpi.
“E’ evidente che ci riteniamo soddisfatti – dice l’avvocato Massimo Marcucci del foro di Spoleto – con il collega Paolo Feliziani abbiamo dimostrato che non ci sono state sbavature sotto il profilo amministrativo, che il lavoro dei tecnici comunali è stato svolto con serietà e professionalità. Oggi abbiamo una sentenza favorevole, una sentenza importante, ma non dimentichiamo che non è l’ultimo grado di giudizio”.
Più sferzante il costruttore: “finalmente, dopo quattro anni, abbiamo incontrato un collegio di magistrati attenti, che hanno chiesto una perizia seria….non so neanche che fine abbiamo fatto i periti del pm, non si sono neanche presentati qui a Perugia. Attendiamo ora che ci riconsegnino anche il secondo fabbricato che contiamo di consegnare a proprietari nel giro di 3 mesi”.
Dunque, a meno di un ricorso in Cassazione, l’affaire Posterna sembra destinato alla conclusione. Una vicenda durata quattro lunghi anni (chi volesse ripercorrerla può farlo digitando la parola ‘posterna’ nel nostro motore di ricerca), accompagnata da tante polemiche, specie da parte di comitati e associazioni ambientaliste che hanno da sempre contestato quel progetto. Con la sentenza di oggi dunque anche il nome con cui era stato ribattezzata la struttura (Mostro delle mura) è destinato ad andare in soffitta. Anche se bella, per il contesto in cui è inserita, proprio non è.
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