E’ una sentenza storica contro gli haters quella emessa dal Tribunale di Pisa al quale si era rivolto il Trio Medusa, difeso dall’avvocato del foro di Terni Francesco Donzelli, per avere ragione nei confronti del gestore di un sito che aveva ‘incitato’ i suoi lettori a farsi sentire sulla pagina facebook dei tre comici. Ne era scaturita una sequela di insulti, minacce di morte e auguri di ogni male ai tre e ai loro familiari.
Sul banco degli imputati è così finito l’ex politico e blogger Alessandro Raffa, condannato dal Tribunale di Pisa, in composizione monocratica, a 800 euro di sanzione penale per diffamazione e al risarcimento, in via provvisionale, di 2mila euro nei confronti di ogni componente il trio.
I fatti risalgono al 2013 quando, nel corso di una puntata della nota trasmissione “Chiamate Roma Triuno Triuno”, il trio, composto da Gabriele Corsi, Fuorio Corsetti e Giorgio Daviddi, avevano ironizzato sulla tematica del signoraggio bancario.
All’indomani della trasmissione Raffa così scriveva sul proprio blog nocensura: “….invitiamo tutti i nostri lettori ad esprimere, in modo civile, dissenso per la trasmissione in questione allo staff del Trio Medusa, direttamente sulla loro pagina Facebook chiedendo di ‘rettificare’ in merito ad una questione sicuramente molto seria, sulla quale c’è ben poco da ridere“.
Di queste ore la sentenza di condanna pronunciata dal Giudice Elsa Iadaresta, nota per la sentenza confermata anche dalla Cassazione nel processo a Logli sull’omicidio della moglie Roberta Ragusa (i familiari sono stati assistititi dall’avvocato umbro, Nicodemo Gentile) e magistrato molto rispettato per le sue doti professionali e umane.
“Abbiamo deciso di combattere questa battaglia per tutelarci ma anche per mandare un segnale a quanti, per burocrazia contorta o per paura di esporsi, evitano di affrontare questa triste realtà e soprassiedono” hanno commentato ieri in diretta radio Giorgio, Gabriele e Furio “con questa sentenza si conferma il principio che ciò che viene detto in rete non è irreale, e si afferma che l’incitamento alla diffamazione, seppure in forme indirette e mediate, è da considerarsi un reato. Prima di scatenare una ‘shitstorm’, è quindi meglio rifletterci”.
A sostenere le loro ragioni è stato l’avvocato Francesco Donzelli, del foro di Terni, che ha così contribuito in maniera determinante a far passare un principio giuridico innovativo su un tema tanto delicato qual è la diffamazione.
Sentenza contro haters, parla l’avv. Donzelli
Soddisfatto del giudizio l’avvocato Donzelli, amico di vecchia data del Trio (negli anni dell’università trasmettevano insieme in radio) e del loro autore, il ternano Francesco Lancia.
“Attendiamo ovviamente le motivazioni” dice contattato da Tuttoggi “per il momento ci basiamo sull’accoglimento del capo di imputazione.
In sostanza si afferma il principio che anche quando alla platea dei propri ascoltatori non si utilizzino frasi che istigano espressamente a diffamare ma di fatto si agevola, si provoca, si sollecita l’altrui diffamazione – si dice con dolo eventuale, cioè accettando il rischio che terzi anonimi si ergano a hater insultando – ne risponde chi invita a questo, sia pur utilizzando queste forme molto indirette. E’ un precedente giuridico importante”.
Sentenza contro haters, ora tremano politici urlatori
Il principio giuridico riconosciuto dal Tribunale di Pisa pone un solido paletto nei confronti di tutti coloro che, anche indirettamente, incitano all’odio, allo scherno di altre persone.
Ecco perchè si può parlare senza dubbio di una sentenza storica contro gli haters e tutti coloro che incitano alla diffamazione o, peggio, all’odio.
Una pratica che, soprattutto sui social è molto in vigore, non solo da parte di chi crea falsi profili ma anche da svariati politici, critici d’arte, giornalisti e opinionisti che usano il web per far valere le proprie ragioni, mettere alla berlina gli avversari e incitare così i propri followers.
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