Diventa definitiva la sentenza della Corte d’appello di Perugia sulla sede della Pro loco di Norcia, autorizzata dopo il terremoto del 2016 in deroga alle normative edilizie ai sensi delle ordinanze emergenziali pur non avendone i requisiti. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dall’ex sindaco Nicola Alemanno, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali e della somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.
Una vicenda che aveva visto Alemanno condannato a 8 mesi per il reato di falso, ma assolto per abuso d’ufficio (proprio la condanna in primo grado nel maggio del 2023 aveva portato invece alla sua sospensione da primo cittadino ai sensi della legge Severino). In primo grado, invece, erano state dichiarate prescritte le contestate violazioni al testo unico sull’edilizia.
La Corte d’appello di Perugia, a maggio dello scorso anno, oltre a ridimensionare la condanna per Alemanno, aveva assolto il presidente della Pro loco di Norcia dell’epoca (accusato anche lui di abuso d’ufficio, reato successivamente abrogato), revocando anche la confisca e l’ordine di demolizione della sede della Pro loco.
In sostanza la Cassazione, confermando la sentenza di secondo grado, riconosce che l’allora sindaco Alemanno, firmando l’ordinanza valevole come titolo autorizzativo per la realizzazione della sede della Pro loco, ha dichiarato il falso poiché tale intervento non poteva essere autorizzato attraverso la normativa emergenziale ma quella ordinaria.
La vicenda della sede della Pro loco di Norcia aveva fatto discutere a livello nazionale, visto che la condanna in primo grado per abuso d’ufficio aveva appunto provocato la sospensione del sindaco dalla carica. E dal dibattito che ne era scaturito era poi arrivata l’abrogazione di tale reato, avvenuta un anno fa.