Scuole chiuse, Laboratorio: "Sp e Ac manipolano le parole del sindaco"

Scuole Spoleto chiuse, Laboratorio: “Sp e Ac manipolano le parole del sindaco”

Sara Fratepietro

Scuole Spoleto chiuse, Laboratorio: “Sp e Ac manipolano le parole del sindaco”

Il gruppo di maggioranza Laboratorio contesta le critiche avanzate da Spoleto Popolare e Alleanza Civica. Ecco cosa disse il sindaco a novembre
Gio, 09/07/2020 - 12:42

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Mentre la città deve fare i conti con altre 2 scuole chiuse, va in scena a Spoleto la polemica politica sulle dichiarazioni di una e dell’altra parte.

In attesa di capire il destino degli studenti, a settembre, della scuola di Beroide e della media di San Giacomo (se ne parlerà oggi pomeriggio in consiglio comunale), arriva la presa di posizione del gruppo di maggioranza Laboratorio. Che contesta le critiche avanzate da Spoleto Popolare e Alleanza Civica che già a febbraio avevano portato alla luce la situazione non definita dei due plessi.

La questione di lana caprina è ora sulle dichiarazioni del sindaco nel consiglio comunale del 29 novembre 2019.

La nota di Laboratorio

“Leggiamo, ormai senza stupore vista la prassi consolidata, – esordiscono i consiglieri Massimiliano Montesi, Mario Mancini e Roberto Ranucci – l’ennesimo inutile attacco dei due gruppi di minoranza all’amministrazione sul caldissimo tema delle scuole. Ebbene, ancora una volta le parole del sindaco, assolutamente corrette e coerenti, vengono manipolate per confondere i lettori/cittadini e sviare loro dalla realtà dei fatti. 

Ci corre l’obbligo di ricordare e precisare per dovere di verità ai cittadini di Spoleto due cose importanti: la prima è che le verifiche di vulnerabilità sismica sono state tutte effettuate assai prima che si tenesse il consiglio comunale aperto dello scorso novembre  (i risultati sono stati pubblicati nel mese di maggio 2019), quindi nessuna indicazione scorretta è stata data ai genitori degli studenti. La seconda è che la ragione per cui le due scuole oggetto delle relative ordinanze di chiusura sono risultate inadeguate da un punto di vista STATICO, come ben si legge nelle risultanze delle indagini pubblicate (“ha mostrato nei confronti delle azioni NON SISMICHE una risposta complessivamente negativa”). Tali indagini, tanto sulla vulnerabilità sismica quanto sulla idoneità statica delle scuole, erano divenute obbligatorie nel 2013 pertanto il relativo obbligo gravava sulla/sulle amministrazioni del tempo!”.

Le parole del sindaco sulle scuole

Ma cosa aveva detto di preciso il sindaco Umberto de Augustinis nel famoso consiglio di fine 2019 sulle scuole (qui il video)?

“A tempo di record – aveva spiegato il primo cittadino – siamo riusciti a concludere le verifiche di stabilità e vulnerabilità sismica, abbiamo tutto il carteggio, tutte le relazioni scuola per scuola. Non ci sono pericoli imminenti di nessun genere, le scuole sono abbondantemente nella norma delle scuole italiane, non solo di quelle umbre. Abbiamo anche emanato le apposite ordinanze che chiudono parti di scuole giudicate vagamente a rischio strutturale laddove i carichi superino un certo ammontare. Chiudendo stanze e facendo valutazioni tecniche specifiche sul territorio, abbiamo in questo momento una situazione che definirei tranquilla”.

Le ulteriori verifiche che erano già state disposte

Nel frattempo, però, il Comune aveva disposto ulteriori verifiche sulle tre scuole. Quella elementare di Villa Redenta (poi risultata essere sicura dal punto di vista dei carichi pendenti) e quelle di Beroide e San Giacomo che due giorni fa sono state chiuse perché pericolose. La determina dirigenziale sulle verifiche per Villa Redenta era datata infatti 27 novembre, 2 giorni prima rispetto alle dichiarazioni del sindaco.

Dichiarazioni imprecise o meno, ora la speranza è che l’amministrazione comunale corra al più presto ai ripari. L’ipotesi è di ricorrere a strutture prefabbricate sia per le due scuole appena chiuse che per altri plessi dove gli spazi sono insufficienti secondo le misure per il Covid-19. Ma se ne saprà di più oggi pomeriggio.

(modificato alle 13.20)


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