Carlo Ceraso
Maria Angela Bachettoni
Si dipana lentamente la nebbia intorno alla presunta vendita di VusCom, che nei giorni scorsi aveva suscitato interrogativi e perplessità fra sindacati, politici e lavoratori. Sembrava infatti che la Valle Umbra Servizi Spa, che controlla l’azienda dedicata alla fornitura del gas metano, avesse predisposto un piano per la vendita di un pacchetto fra il 40 e il 60% di VusCom.
Il CdA della VUS, davanti agli interrogativi del sindacato, aveva smentito possibili iniziative a riguardo, attraverso un comunicato, del 20 luglio, che vale la pena rileggere: “Nessuna decisione in merito è stata presa dal CdA poiché il controllo analogo (ovvero i 22 comuni soci di Vus, n.d.r.) non ha autorizzato la proposta di vendita della quota di maggioranza di VUS COM e conseguentemente il Cda segue le direttive dell'organo di controllo”. Alla faccia del caciocavallo con tutto il quadrupede! Perché la Vuscom, seppur in via informale, era stata messa in vendita. O meglio era stata ufficializzata l’intenzione di venderla.
Lo scandalo è saltato fuori oggi durante i lavori della Commissione consigliare di Foligno, riunita a Palazzo Orfini Podestà, quando un consigliere della minoranza ha letto il carteggio intercorso fra il presidente Villa e la Umbria Energy alla quale si chiedeva l’interesse ad “acquisire il 40% delle quote di VUS COM con possibilità di raggiungere anche il 60%”. Lettere che Tuttoggi.info può presentare in anteprima (Vedi photogallery).
La trattativa – La lettera di Villa, datata 4 luglio, ha per oggetto “Avviso di disponibilità cessione quote VUS COM”. Dunque, se In Italia vale ancora dare sostanza alle parole, la holding è disponibile a vendere il suo gioiello, quello su cui si basa la stessa azienda. Umbria Energy deve indubbiamente essere nel cuore della Vus visto che pochi anni orsono anche il compianto presidente Carigi era dell’intenzione di coinvolgerla per la cessione del ramo d’azienda legato al metano. Il presidente di U.E., Piero Sechi, neanche a dirlo ha confermato il proprio interesse, con la lettera inviata il 6 luglio. Singolare la tempestività, a guardar le date di partenza delle due missive, con cui è stata scritta la risposta. Quasi a tempo di record.
Numeri a confronto – Per la società privata di tratterebbe di passare da una commercializzazione di 12milioni metri cubi di gas a 102milioni (90 sono quelli gestiti da Vus Com). E acquisire ben 42.909 utenti (nel 2004 i clienti di Vus erano 42.440 a dimostrazione che l’azienda, anche di fronte all’agguerrito mercato, ha saputo consolidare ed aumentare i propri numeri) che la portano a posizionarsi intorno al 40mo posto fra le aziende di servizi italiane. Non si capisce pertanto la logica che si cela dietro alla volontà di alcuni di vendere le quote Vus Com, dal momento che la Società ha prodotto utili, nel 2010, per oltre 1 milione di euro. Mismetti non si è scomposto più di tanto di fronte all’attacco dapprima ricordando che la Vus detiene quasi il monopolio nella gestione delle utenze con una percentuale che raggiunge quasi il 90%, poi dando in qualche modo sponda allo stesso Villa: “Nessuna decisione è stata presa in merito alla vendita, per cui non vi è alcun accordo”.
Mossa azzardata – appare quanto meno fuor di luogo l’azione messa in campo dal presidente Villa. In primis perché ha sentito una sola azienda, la Umbria Energy appunto; in secondo luogo perché, essendo Vus azienda pubblica, l’interesse di eventuali acquirenti sarebbe necessariamente dovuto passare attraverso un Avviso pubblico. Funziona così anche per molte aziende private. Senza dimenticare che i soci, ovvero i 22 sindaci dei comuni che detengono il pacchetto azionario, non avevano dato alcuna delega al presidente a ‘sondare’ il terreno. Ma non è tutto. Stando ad alcuni rumor, anche gli altri 2 membri del Cda, Giorgio Dionisi e Gianfranco Giancarlini, erano stati tenuti all’oscuro del carteggio. Certo nella lettera Villa scrive di fatto di aver ricevuto la delega dal “coordinamento dei soci”, anche se, a quanto ha potuto apprendere Tuttoggi.info, la delega era a redigere una relazione sulla situazione del mercato e sui vari scenari nell'eventualità di una cessione di una quota di Vus com. Una questione, quella del gesto 'autonomo' di Villa, di non poco conto che rischia di avere ripercussioni sulla politica e le istituzioni dell'intera Area Vasta.
Le reazioni – Tutte le sigle sindacali e le forze politiche presenti in aula si sono dette contrarie ad ogni cessione a privati dell’azienda, considerata “un patrimonio per la holding e per la stessa collettività”. I sindacati hanno inoltre ribadito l'urgenza di stabilire un piano industriale che serva da indirizzo alle scelte dell'azienda, anche in previsione dalla futura annessione, prevista per il 1 settembre, di Centro Ambiente SpA. Fusione che causerà non pochi problemi dato che gli impiegati amministrativi di C.A. hanno contratti di lavoro e orari di servizio diversi da quelli in vigore alla Vus. Ma le parti sociali hanno lanciati un appello ai sindaci “affinché siano più partecipi nella determinazione del futuro della VUS, soprattutto in considerazione dell'esito referendario del 12 giugno. Condanniamo la gestione attuale dell’Azienda, che fa registrare un netto peggioramento rispetto al passato”. Troppo presto per conoscere quali decisioni assumerà l’Assemblea dei soci. Di certo l’opposizione folignate, ma è facile intuire a breve anche quella degli altri Comuni, sta già lavorando a chiedere le dimissioni del presidente Villa.
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