Nodo Ternano per la Sanità Pubblica: "la salute è un diritto di tutti"; le criticità più evidenti del sistema sanitario nazionale e locale.
La sanità locale, e non solo, nel mirino del Nodo Ternano per la Sanità Pubblica.
La neonata associazione, costituita da organizzazioni politiche comuniste, cittadini, e lavoratori del settore sanitario, lunedì 7 marzo, nella sala consiliare di Palazzo Spada, ha esaminato una serie di problemi che minaccerebbero la salvaguardia della sanità pubblica ternana.
“Nella distribuzione del Pnrr la sanità pubblica occupa gli ultimi posti“
“Apprendiamo dal Documento Programmatico per gli Investimenti in Edilizia e Tecnologie Sanitarie del 7 febbraio 2022 – ha dichiarato il gruppo – che gli investimenti in materia ammontano a 132.222.834,10 euro. Di questi, 123.525.188,49 euro è la quota statale, 100.000,00 la quota regionale, e 8.597.645,61 la quota aziendale”. “Nel muovere critica, con questo documento, alle amministrazioni comunali e regionali, sottolineiamo, inoltre, che nella distribuzione del Pnrr la sanità pubblica occupa gli ultimi posti; un dato incoerente dopo due anni di stato d’emergenza paragonato a una guerra”.
Le maggiori criticità della sanità nazionale e locale
Da qui una serie di problematiche che evidenzierebbero il degrado della sanità: dall’aziendalizzazione della sanità pubblica allo smantellamento del servizio sanitario nazionale; dall’esternalizzazione dei servizi, con appalti ad aziende private, alla deprofessionalizzazione del personale sanitario, passando attraverso la precarizzazione e lo sfruttamento del lavoro.
Nodo Ternano per la Sanità Pubblica: “L’accorpamento degli ospedali non è un vantaggio”
Il Nodo Ternano per la Sanità Pubblica, tuttavia, ha rivolto un’attenzione particolare alla centralizzazione dei presidi e ai tagli all’assistenza territoriale. “In un decennio – ha osservato infatti l’associazione – abbiamo assistito alla chiusura di diversi presidi ospedalieri che prestavano cure ad ampie quote della popolazione regionale: Città della Pieve, Fabro, Gubbio e Gualdo, Marsciano e Todi, Narni e Amelia. Tali chiusure hanno contribuito alla diminuzione di posti letto in favore di strutture dalla dubbia funzionalità, per dar vita al progetto di accorpamento degli ospedali; tutt’altro fuorché un vantaggio per la popolazione”.
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Dov’è finita la prevenzione?
Sotto la lente, ancora, la prevenzione e l’ambiente. “La centralizzazione dei servizi negli ospedali dei due capoluoghi umbri ha indebolito la medicina territoriale e la prevenzione, ormai completamente abbandonata a se stessa”. “Chiediamo, quindi, maggiori investimenti nella medicina territoriale e di prevenzione, il ripristino dei presidi sul territorio, il potenziamento dei servizi esistenti.”
Ambiente, “Terni è una delle città più inquinate del centro Italia”
“Però, non si può parlare di salute e prevenzione nella nostra città – continuano gli esponenti del Nodo Ternano per la Sanità Locale – senza considerare l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo”. “Terni è una delle città più inquinate del centro Italia”. “Le cause dell’inquinamento sono note a tutti”, a partire dalle emissioni dell’inceneritore. “Riteniamo opportuno, dunque, che vengano condotti degli studi finalizzati a indagare l’effetto diretto dei siti inquinanti sulla salute dei residenti. I dati ricavati dovranno guidare l’attività di prevenzione, programmando le attività produttive in modo sostenibile”, hanno ribadito più volte.
Tagli anche alla formazione medica, numero chiuso a Medicina e pochi posti per la specializzazione
Infine i tagli alla formazione medica. A tale proposito, il Nodo Ternano per la Sanità Pubblica ha definito il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina come “un fattore che contribuisce alla sistematica carenza di personale medico”. Senza considerare, poi, il collo di bottiglia rappresentato dai posti disponibili per la specializzazione.
“Il numero dei professionisti sanitari deve quantomeno corrispondere alle necessità delle programmazioni regionali”. “La salute è un diritto di tutti”.