Il 26 dicembre e il 6 gennaio San Pellegrino torna ad ospitare il presepe vivente, con 12 tra scene storiche, animali e Natività
Dopo 7 anni, dopo la devastazione del terremoto del 24 agosto 2016, San Pellegrino di Norcia tornerà ad ospitare il suo apprezzatissimo presepe vivente. Un segnale di ripartenza importantissimo per la comunità locale, che cerca di rivivere e far rivivere un po’ di normalità, per quanto possibile. Perché il presepe vivente, come già 7 anni fa (nella foto), sarà realizzato tra le macerie lasciate dal sisma e dalle demolizioni, in attesa di una ricostruzione ancora da essere avviata.
Torna il presepe vivente di San Pellegrino
L’appuntamento, nel piccolo paese alle porte della città di San Benedetto, è per martedì 26 dicembre 2023 e sabato 6 gennaio 2024 dalle 17 alle 19, ovviamente con accesso libero. A riproporre una tradizione iniziata nel 2010 e che attirava visitatori da varie parti dell’Umbria e non solo e poi interrotta nel post terremoto sono la Pro San Pellegrino asd aps, la Comunanza agraria e la comunità parrocchiale con il patrocinio del Comune di Norcia. Saranno 12 le postazioni dove si darà vita alla rievocazione: tra strutture di legno o spazi all’aperto, circa 50 figuranti proporranno le scene di antichi mestieri ed ovviamente la Natività, arricchite anche dalla presenza di veri animali.
A fare da scenario al presepe vivente sarà ciò che resta della frazione. Gran parte del paese è infatti ancora zona rossa, chiusa tra transenne. Poi c’è la parte “nuova”, il villaggio Sae, il centro di comunità che funge da chiesa e quello di aggregazione.
L’esperienza del 2016 e l’impegno della Pro San Pellegrino
Le macerie del sisma erano già state al centro del presepe vivente del primo gennaio 2017. Mentre la popolazione di San Pellegrino era ospitata ancora nelle tende della protezione civile, l’associazione CasolEventi, di Casole Val d’Elsa, aveva raggiunto il paese per dare vita ad una Natività speciale, in collaborazione con la comunità locale. Il gruppo toscano, tra l’altro, poche settimane fa ha fatto ritorno qui, per un momento di festa condiviso.
Ora, dopo 7 anni, San Pellegrino è pronta a ripartire da sola, grazie all’impegno di tanti volontari. “In passato eravamo circa un centinaio di figuranti e venivano anche i turisti con il pullman a vedere il nostro presepe vivente, che all’epoca era l’unico in Valnerina“, ricorda Riziero Orsini, presidente della Pro San Pellegrino.
“Per noi è una sfida – aggiunge – ci siamo reinventato tutto, abbiamo perso con il sisma tutte le cose che venivano utilizzate per il presepe vivente, tranne i costumi che erano conservati in un altro luogo e che abbiamo potuto recuperare. L’ambiente poi è completamente diverso, le scene saranno ospitate nel tratto di paese prima della zona rossa, davanti alle macerie delle case”.
“Costruttori di comunità”
“Il presepe vivente di San Pellegrino – racconta ancora Riziero Orsini – era un momento di aggregazione delle persone: stiamo cercando di ricostruire quello, con varie iniziative. Non è facile andare avanti, soprattutto per le persone anziane. Per questo ci piace definirci costruttori di comunità”. Costretti a vivere da quasi 7 anni nelle Sae, dopo i primi mesi nelle tende, gli abitanti di quella che era la frazione più popolosa di Norcia, vedono passare i loro giorni pressoché tutti uguali. Per questo l’associazione e la comunanza agraria guidata da Claudio Leoncilli cercano di promuovere iniziative di vario tipo, per aggregare, creare momenti di festa, scopi comuni. Appunto per ricreare la comunità locale.
Così, l’8 dicembre si è fatto festa al centro polifunzionale, con l’accensione dell’albero di Natale. Cercando di tenere aperto il più possibile il centro di aggregazione “San Francesco di Assisi”, inaugurato un anno fa e realizzato dalla Pro San Pellegrino grazie alla solidarietà di altre comunità, una delle poche strutture “fisse”, create sulla base della normativa ordinaria e non emergenziale (e dunque affrontando tutte le complicate pratiche burocratiche). In attesa che la ricostruzione nell’area perimetrata dal piano attuativo possa partire: il primo tassello sono i lavori per la rete di sottoservizi e strade. Ma intanto si riparte dal presepe vivente.