Dalla vendita delle stoffe alla premonizione della morte: come la città umbra segnò l'inizio e la fine del percorso spirituale del Poverello d'Assisi
Foligno fu in assoluto la città umbra più cara e vicina a San Francesco, dopo la sua Assisi. Lo stesso “Poverello” la definiva così, e la frequentava spesso, tanto che nelle cronache dell’epoca, si ricordava che più volte aveva frequentato le fiere di Foligno nella piazza grande, e si presume che la famosa vendita delle stoffe e del cavallo, avvenuta nel 1206 si svolse nella parte più antica, probabilmente difronte alla facciata della Cattedrale su piazza della Repubblica.
Ma quello che probabilmente non tutti conoscono, è un altro episodio che lega profondamente il ‘centro del mondo’ al Santo di Assisi. Nell’estate del 1224 Francesco venne portato da Frate Elia a Foligno nella Chiesa di San Maurizio, un piccolo edificio ora inglobato all’interno del complesso conventuale di San Francesco.
Si dice che venne in città per “cambiare aria” per via della malaria, in quanto malato e affaticato. E proprio in quei luoghi, in un piccolo edificio attiguo alla chiesina, frate Elia sognò un anziano dalla barba bianca che gli predisse la morte di San Francesco, nel giro di due anni: cosa che di fatto avvenne. Stando ai racconti, Frate Elia, all’indomani informò Francesco, il quale apprese la notizia con gioia, e iniziando a cantare. E sembra anche che questo episodio lo indusse ad aggiungere al “Cantico delle Creature” proprio quello dedicato a “sorella morte corporale”.

Secondo la tradizione “Francesco nel 1213 fu ospitato a Foligno con i suoi primi compagni in un casalino situato vicino alla piccola chiesa di San Matteo. È in questo luogo che frate Elia, successore di Francesco nella guida dell’Ordine, dimorando con il santo, ebbe la rivelazione della prossima morte di lui. Con una bolla del 2 marzo 1255 Alessandro IV concesse in comodato ai frati Minori il Palatium Imperiale, importante edificio situato nei pressi della chiesa di San Matteo, connesso al passato ghibellino di Foligno e all’arrivo dell’imperatore Federico II in città il 31 gennaio 1240”.
E questa è un’altra storia estremamente interessante: perché le strutture all’epoca nell’area dell’attuale complesso di San Francesco venivano definiti “Palazzo Imperiale”? È probabile che l’imperatore Federico II soggiornò in quelle strutture, basti pensare che, a soli tre giorni dalla nascita fu portato a Foligno, dove visse, da neonato, sin quasi all’età di quattro anni.
Lo ‘stupor mundi’ restò poi legato per tutta la vita alla città, tanto che egli stesso la definì ufficialmente come quella ‘nel cui splendor ebbe inizio la Nostra fanciullezza e che Noi veneriamo come luogo che Ci nutrì’. Dichiarazione resa all’età di quarantasei anni, proprio a Foligno, quando vi fece ritorno nel gennaio del 1240 con tutta la variegata corte imperiale al seguito. falconieri e guardie saracene incluse.
Lo stesso Federico II – coincidenze quasi incredibili – venne battezzato ad Assisi, nella Cattedrale di San Rufino, dove venne battezzato lo stesso Francesco. Altro legame tra San Francesco e Federico II fu proprio lo stesso Frate Elia, molto stimato da Federico II di Svevia oltre che da papa Gregorio IX, divenne un fidato consigliere e collaboratore dell’imperatore. Un intreccio di storie e di vite passate dal centro del mondo.
Tornando a San Francesco, a Foligno quindi si verificarono due episodi fondamentali: il suo primo atto di conversione che lo ha portato a cambiare vita e a dedicarla a Dio e alla Chiesa, così come l’annuncio stesso della fine della vita terrena e la preparazione a questo, con il ritiro a La Verna dove ricevette le stimmate. Lungo le rive del Topino, San Francesco iniziò e in qualche modo chiuse il suo ciclo di vita spirituale, una storia tanto affascinante quanto poco conosciuta, che merita di essere finalmente riscoperta.
A raccontarla ci ha pensato la Pro Foligno, che ieri – 15 marzo – ha condotto numerosi visitatori alla scoperta di quei luoghi e di questi suggestivi episodi.




