In una Cattedrale gremita si è svolta alle 11 di ieri mattina, la Solenne Celebrazione Eucaristica in onore di San Feliciano, Santo Patrono della città. Presieduta da Mons. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, con la partecipazione dei Presbiteri, Diaconi e Religiosi della Diocesi, nonchè delle Autorità Civili e Militari. Una marea di cittadini si è riversata nel Duomo per assistere con commozione all’omelia.
Mons. Betori ha elogiato il Santo per “il suo ruolo di evangelizzatore, di annunciatore e propagatore delle fede cristiana, principale evangelizzatore delle nostre contrade che la sua esperienza apostolica può, a buon titolo, orientare la nostra riflessione sul compito odierno dell’annuncio della fede”. Ha poi proseguito riportando le parole di Papa Benedetto XVI, che nella lettera di indizione dell’Anno delle fede, scrive: “Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo. Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone” parole alle quali il Monsignore aggiunge “rispetto ai tempi di San Feliciano ci troviamo, dunque, in una condizione missionaria profondamente diversa: non dobbiamo svelare un mistero fino a quel momento nascosto, una verità fino a quel momento sconosciuta, ma a dover riproporre alla coscienza dell’uomo contemporaneo una luce di cui ha perduto la memoria, un orizzonte i cui connotati sono stati cancellati. Ma l’atto delle fede, ieri come oggi, resta sempre lo stesso, e si configura come l’incontro dell’uomo con l’amore di Dio che lo cerca. La dinamica della fede e quindi la struttura fondamentale della sua proposta non mutano nella loro sostanza. Per questo possiamo chiedere al nostro patrono di esserci ancora di guida”.
Grande partecipazione anche nel pomeriggio per la consueta processione che ha preso via alle ore 15.30 da Largo Carducci, per proseguire in via Garibaldi, via Oberdan e rientrare per Corso Cavour. Come d’abitudine alle celebrazioni ha preso parte anche l’Ente Giostra della Quintana, partecipando la mattina con il Presidente Domenico Metelli, il vice Presidente Maria Rita Lorenzetti, i Magistrati, i dieci Illustrissimi Priori, i vice Priori e gli alfieri rionali, due trombettieri, il Gonfalone, accompagnato da due Cavalieri di Scorta, e da un valletto che porterà il Cero votivo da donare al Vescovo Monsignor Gualtiero Sigismondi, nel pomeriggio con i suddetti rappresentanti con l’aggiunta dei tamburini del rione Giotti.
Un po’ di allarme intorno a mezzogiorno, durante la celebrazione dell’omelia, quando è sopraggiunta un’ambulanza per soccorrere una donna che aveva accusato un malore in chiesa. Nulla di grave per la signora che è stata prontamente soccorsa e che si è ripresa nel giro di poco tempo.