Folclore, festa,promozione del territorio ma soprattutto solidarietà: c’è tutto questa nella Fiera del capo lanuto di Cascia e nella Sa Paradura che da ieri sta legando la Sardegna all’Umbria. Un evento da non perdere, iniziato ieri mattina con l’apertura degli stand a piazzale Papa Leone XIII e culminato con l’arrivo – emozionante – dei tre tir che dalla Sardegna hanno trasportato fino in Umbria ed alla città di Santa Rita le mille pecore che i pastori sardi hanno voluto donare a quelli casciani. Un atto di solidarietà concreto – che nella tradizione sarda corrisponde alla pratica della Sa Paradura – verso le popolazioni colpite dal terremoto.
>> Cascia, mille pecore donate dalla Sardegna | C’è la fiera del capo lanuto
A scortare i tir sono stati i mezzi della protezione civile, camper, pullman e auto. E così a Cascia è iniziata la festa – fatta di tanto folclore, musica, degustazioni – culminata oggi con la donazione delle pecore a circa 40 allevatori locali. La solidarietà della Sardegna verso la città di Santa Rita non si è limitata solo alla donazione di una o più pecore da parte dei pastori insulari, ma anche di un contributo che ha permesso di organizzare un ricco evento anche di promozione turistica. E l’obiettivo è riuscito, con un evento che ha colto nel segno, nonostante il meteo che nel pomeriggio ha portato un po’ di pioggia. Che però non ha fermato Sa Paradura: tutti con gli ombrelli per assistere alla donazione vera e propria degli animali.
Tra i presenti oggi a Cascia l’assessore regionale Luca Barberini. Che sulla sua pagina Facebook ha spiegato di essere “a Cascia per ‘Sa Paradura’, straordinario gesto di solidarietà dei pastori sardi che hanno donato 1000 pecore ai loro colleghi terremotati della Valnerina. Vi presento “Umbra” e “Rita”, – ha scritto postando due foto – due agnelline arrivate qui dalla Sardegna. La prima è nata durante il viaggio, ma forse per lo stress del trasporto è stata rifiutata dalla mamma, quindi adottata da tutta la comunità locale e chiamata Umbra in omaggio alla nostra regione. La seconda è nata appena arrivata a Cascia ed è stata battezzata Rita, come la Santa”.
Il dono del maxigregge – spiega in una nota Coldiretti – è stato possibile grazie ad una operazione logistica organizzativa senza precedenti coordinata dalla Coldiretti con l’arrivo di pecore da tutta la Sardegna, accolte in Umbria dal presidente e dal direttore della Coldiretti regionale, Albano Agabiti e Diego Furia. Un gesto di solidarietà che acquisisce ancora maggiore valore se si considera che tantissimi pastori si sono privati di parte del proprio gregge nonostante la drammatica situazione di crisi che sta vivendo l’allevamento in Sardegna dove si trova il 40% delle pecore italiane.
“È stato deciso – precisa Coldiretti – di assegnare le pecore a 40 pastori umbri con una consegna casuale “a stumbu” fatta da un bambino bendato, secondo l’antica tradizione; si tratta dell’ennesima mobilitazione degli agricoltori italiani, in aiuto delle campagne terremotate. L’area del cratere – sottolinea Coldiretti – è a prevalente indirizzo agricolo con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente affinché la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo. Sono 25mila le aziende agricole e le stalle nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con 292mila ettari di terreni agricoli coltivati soprattutto a seminativi e prati e pascoli da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%), secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo censimento Istat. Significativa la presenza di allevamenti con quasi 65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali che sviluppano un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo”.
(ultimo aggiornamento alle ore 16.45)
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