Ritardi Calendario venatorio, Arci Caccia accusa altre associazioni

Ritardi Calendario venatorio, Arci Caccia accusa altre associazioni

Redazione

Ritardi Calendario venatorio, Arci Caccia accusa altre associazioni

Caccia di selezione saltata: nel mirino chi ha voluto modificare le date
Sab, 27/06/2020 - 09:30

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Ritardi nel Calendario venatorio, con la caccia di selezione ancora al palo, Arci Caccia accusa: la colpa è di quelle associazioni che hanno chiesto la modifica, facendo allungare i tempi di presentazione del testo all’Ispra.

I ritardi per il cinghiale

Nel mirino c’è il balletto di date sulla caccia al cinghiale. Con la Regione che aveva spostato di un mese la data rispetto allo scorso anno e Federcaccia ed Enalcaccia che chiedevano di lasciare i tre mesi invariati. Alla fine si è arrivati a una mediazione con l’avvio della caccia al cinghiale al 18 ottobre. Ma questo ha fatto slittare l’adozione definitiva del Calendario venatorio.

Con la stessa Federcaccia (ma anche Libera Caccia che sulle date del cinghiale non aveva chiesto modifiche) intervenute in questi giorni sui ritardi del calendario venatorio.

Arci Caccia e l’emergenza Coronavirus

“Avevamo chiesto un calendario venatorio che dava certezze ai cacciatori – ricorda il presidente di Arci Caccia Umbria, Emanuele Bennati – con una stagione venatoria tranquilla, visto anche il difficile momento stiamo attraversando e richiede un profondo senso di responsabilità”.

Arci Caccia Umbria e Arci caccia Nazionale avevano chiesto a tutte le Regioni di approvare l’impianto dei calendari venatori lo scorso anno, in quanto le difficoltà vissute causa Coronavirus non permettevano di affrontare le discussioni nei tempi e nei modi corretti.

Anche in Umbria, ad aprile Arci Caccia ha chiesto alla Regione di riconfermare l’impianto del calendario dello scorso anno, apportando alcune migliorie. “Anche in modo da evitare – spiega Bennati – di cadere nel girone infernale dei ricorsi, portatori di incertezza e instabilità di cui al momento non si avverte alcun bisogno”.

L’accusa

“Ma alcune associazioni venatorie – accusa il presidente di Arci Caccia – in nome della propaganda e della demagogia hanno preferito forzare la mano giocando al rialzo, tutto questo ha portato alla modifica del calendario venatorio con conseguente allungamento dei tempi e ritardi nell’approvazione che ha bloccato l’inizio della caccia di selezione”.

Bennati prosegue: “Arci Caccia chiesto una stagione di caccia il più possibile tranquilla cercando di garantire la certezza del diritto, non è pensabile restare fino all’ultimo giorno nell’incertezza, come sta succedendo da qualche anno a questa parte. Per questo è giusto precisare che non siamo tutti uguali c’è chi lavora e si impegna per la caccia e chi invece lavora per la tessera, ma il detto dice chi troppo vuole nulla stringe, a conferma che la posizione di Arci Caccia era ancora una volta quella giusta”.

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