“Un rinvio a giudizio non è una condanna e le notizie che oggi arrivano dal tribunale di Terni ci trovano sereni e intenzionati a seguire il percorso già condiviso e definito nei giorni scorsi: dimissioni del sindaco e apertura di una nuova fase per la città solo dopo il ricorso sul piano di riequilibrio, fondamentale per cercare di scongiurare effetti nefasti per la città e per i cittadini, come impennata delle tasse e del costo dei servizi e blocco dei mutui”.
Lo dicono, in una nota, il responsabile enti locali del Pd Umbria Andrea Pensi e i segretari provinciale e comunale del Pd Terni Carlo Emanuele Trappolino e Jonathan Monti, che intervengono sui rinvii a giudizio disposti ieri dal gup Federico Bona Galvagno per 20 persone, tra cui il sindaco Leopoldo Di Girolamo, che dovranno rispondere, a vario titolo, dell’accusa di turbativa d’asta in riferimento allo smaltimento del percolato prodotto dalla discarica di Valle. Il processo a loro carico si aprirà a marzo 2018.
“Il rispetto per le istituzioni e per le comunità che queste sono chiamate a guidare – evidenziano Pensi, Monti e Trappolino – implica anche il rispetto per l’orientamento garantista sancito dalla Costituzione, dovrebbe rifuggire le speculazioni elettorali e venire prima degli interessi particolari. Più di altri, in questo momento, hanno dimostrato il proposito saldo di mettere la salvaguardia delle istituzioni davanti all’interesse del proprio partito i rappresentanti del Pd, al quale, per altro, invitiamo ad aderire quanti sono interessati a partecipare al dibattito interno e a discettare sul suo funzionamento e organizzazione. Ribadiamo, infine, il nostro sostegno al sindaco e alle persone coinvolte nell’inchiesta, che siamo certi sapranno chiarire la propria posizione, e evidentemente il nostro rispetto per la magistratura”.
Di diverso parere il Movimento 5 stelle, che ieri ha ricordato come il Codice etico del Partito Democratico prevede le dimissioni di chi ha incarichi politici in caso di rinvio a giudizio. E ad intervenire sul tema del percolato è anche Enrico Melasecche (I love Terni): “La vicenda ‘percolato e sprechi’ – sostiene – si aggiunge alle altre che hanno costellato questi anni bui della pubblica amministrazione ternana. Probabilmente altre ne emergeranno perché quando l’andazzo è questo e si ha la certezza dell’impunità le ‘fesserie’ si fanno in serie. Il problema della discarica e delle relative responsabilità è certamente complesso ma, al di là degli aspetti penali che accerterà il tribunale una domanda si pone: possibile che l’impianto comunale di depurazione di Maratta, gestito oggi dal SII, raddoppiato come quello di Gabelletta dalla giunta Ciaurro, non potesse assolvere anche a tale obiettivo? Oltretutto la percentuale del percolato è ben poca cosa rispetto alla quantità di reflui trattati dal depuratore di Maratta, che, con il laboratorio ben fornito di tecnici e di mezzi, avrebbe ben potuto farsi carico del problema integrando volendo l’impiantistica esistente. A cosa è servito aver creato una sorta di ministero con il SII se poi la funzione della depurazione non viene svolta in modo collaborativo ed esaustivo?”.
“Comunque – conclude Melasecche – in questo caos in cui è stata fatta precipitare Terni le risposte in giudizio le daranno gli interessati ma quelle politiche le vorremmo dal sindaco e dai suoi assessori all’Ambiente e ai lavori pubblici”.