E’ stata una battaglia di principio quella per ottenere i rimborsi per gli accessi in sede e, garantiscono, saranno dati in beneficienza. Parliamo dei rimborsi per gli accessi in sede, argomento discusso questa mattina in sede di commissione Affari Istituzionali.
Pochi euro. Si tratta di qualche euro, per pagarsi la benzina o i biglietti dei mezzi pubblici a cui gli eletti hanno diritto per legge. O almeno tutti quei consiglieri comunali dell’assise perugina che risiedono nel Comune ma fuori dal perimetro del capoluogo.
Sanare la confusione. E’ proprio per questa ragione che alcuni mesi fa si era scatenata una battaglia portata avanti da Pino Sbrenna ma sostenuta da una maggioranza bipartisan in commissione Controllo e Garanzia. Sulla questione infatti vi era un difetto di applicazione della legge che ha generato un po’ di confusione, alcuni aventi diritto non li avevano mai percepiti, mentre altri che invece risiedevano fuori comune (e a cui quindi non spettavano almeno fino al confine) ne hanno goduto.
Tanti pronti alla beneficienza, per Zecca “voto di scambio”. Ottenuto il diritto adesso si è scatenata la corsa a dichiarare a chi verranno devoluti i rimborsi. Parliamo di pochi euro a viaggio che comunque sono stati messi a bilancio per circa 34 mila euro all’anno. Addirittura in una prima proposta di regolamento il gruppo Sbrenna aveva proposto che comparisse proprio la possibilità della devoluzione “in automatico” dei rimborsi. Proprio questo passaggio ha scatenato la provocazione del consigliere Idv Zecca “rischiamo il voto di scambio se ognuno si mette a dire a chi devolvere la propria quota”.
La proposta di azzerarli non passa. E’ ancora lo stesso Zecca ha lanciare una proposta che però è stata respinta dalla commissione. “Per dare un segnale concreto potremmo anche stabilire di estendere la fascia dei non aventi diritto a tutti i residenti nel territorio comunale e non solo al perimetro del capoluogo – propone Zecca – questo azzererebbe i costi di partecipazione, che pure sono già ben coperti dal gettone di presenza e dal permesso gratuito al parcheggio che ci viene concesso”. Zecca poi puntualizza “la norma nasce dal diritto democratico di partecipazione, quindi è giusto che venga applicata, ma con la mia proposta pur lasciandola in vigore si potevano diminuire le spese”.