Sequestrati 1800 metri cubi di rifiuti nella discarica di Pietramelina a Perugia. Analisi sono in corso per stabilire se il percolato del materiale lasciato a “cielo aperto” possa avere inquinato il torrente Mussino.
Diverse le segnalazioni dei cittadini pervenute al numero di emergenza ambientale 1515 del Corpo forestale dello Stato per segnalare come negli ultimi tempi l’olezzo e le emissioni in atmosfera di fumi e vapori provenienti dall’impianto di compostaggio, annesso alla discarica di Pietramelina nel Comune di Perugia, fossero divenuti insopportabili varcando di gran lunga i limiti della tollerabilità.
Gli uomini del Comando Stazione forestale di Perugia hanno svolto approfondite indagini sulle condizioni di esercizio dell’Impianto di compostaggio delle Frazioni Organiche Umide FOU/FORSU annesso alla Discarica di Pietramelina. A livello industriale, l’attività di compostaggio, ovvero di biostabilizzazione, è un processo biologico aerobico controllato, che porta alla produzione di compost a partire dal cosidetto “umido” vale a dire dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sottratti pertanto alla raccolta differenziata.
Si è accertata la presenza di circa 1800 metri cubi di rifiuti organici umidi in fase di biodegradazione, accatastati in aree non autorizzate, a cielo aperto, non impermeabilizzate e prive di presidi di canalizzazione e raccolta del percolato. Lo stesso percolato era però di fatto “convogliato” con un solco nel terreno nella sottostante zona boscata, defluendo nelle acque del Torrente Mussino, che scorre al di sotto dell’area di discarica.
La Forestale ha provveduto al sequestro probatorio delle aree oggetto di deposito rifiuti per consentire tra l’altro gli accertamenti in merito ad un eventuale inquinamento del suolo e del sottosuolo. Con l’ausilio dell’Arpa sono iniziati infatti i campionamenti del terreno, al fine di accertarne il potenziale rischio di contaminazione.
In attesa dei risultati delle analisi di laboratorio, il Comando Stazione Forestale di Perugia, che ha già informato l’Autorità Giudiziaria, approfondirà le indagini di polizia giudiziaria al fine di individuare le responsabilità in merito ai reati ipotizzati, cha vanno dal danno ambientale, a violazioni in materia di gestione rifiuti, danneggiamento acque pubbliche e all’emissione di gas pericolosi, oltre che ad abusi edilizi.