La sanità sta a cuore a tutti. L’aula del consiglio regionale di mercoledì mattina è più piena del normale. Dopo dimissioni, contrasti interni in una maggioranza spaccata, si torna a cercare un compromesso, ma intanto si fa chiarezza sulle nomine e sull’iter seguito. Candidati idonei la cui scelta è stata fatta secondo criteri di trasparenza, atti pubblici e rintracciabili online. Decisioni trasparenti e in piena autonomia ed indipendenza.
Le scelte, anche in fatto di sanità, sono state fatte tutte secondo le regole. In 30 minuti di discorso la presidente Marini ha ripercorso, passo a passo, le modalità di decisioni che hanno definito l’iter con cui la Giunta ha deliberato in merito alle 4 nomine dei direttori generali. “La legge assegna competenza e responsabilità diretta e serve trasparenza nei provvedimenti della decisione politica” spiega la presidente Marini, ma quella regionale non procede applicando esclusivamente i requisiti procedurali previsti dal decreto legislativo 502 per l’accesso alla funzione delle nomine, in attesa della riforma Madia.
“La Regione prevede infatti la possibilità di fare un elenco regionale di candidati idonei alla nomina di direttore generale che in Umbria avviene con procedura di evidenza pubblica, aperte il 27 luglio”. Un percorso lungo e ricco di tappe, quindi, non l’atto di un momento. Dopo l’analisi di una commissione di esperti, terminata il 10 di dicembre, l’11 i nomi dei “papabili” manager della sanità umbra sono stati riferiti alla Giunta che, il 21 dicembre, in una delibera prende atto della decisione. In pratica, in quella data, la Giunta ha una sintesi dei curriculum con tutti gli aspetti attinenti alla funzione della nomina. “I membri della Giunta – continua la presidente – hanno avuto a disposizione per due mesi tutto quanto necessario per la delibera di febbraio”.
Centinaia i candidati totali, 108 più precisamente. Di questi, “solo 18 erano idonei e avevano già ricoperto la funzione di direttore. Il requisito del merito, anche in un principio di rotazione, come suggerisce la legge Madia, va valorizzato. Il ruolo di direttore sanitario è un ruolo complesso, deve aver gestito capacità amministrativa. La più piccola delle nostre aziende amministra un minimo di 450 milioni di euro. Vanno tenuti in considerazione i risultati conseguiti e va tenuta in considerazione l’autorevolezza rispetto al sistema sanitario che deve organizzare il lavoro di 11.500 profili”.
Ma una crisi politica c’è e la presidente non la nasconde. “Mi dispiace – ha ribadito – che l’assessore Barberini non abbia condiviso con noi l’ultimo miglio. La politica non si è incrinata sui punti programmatici, ma c’è stata una frattura molto importante, una crisi politica che solo la politica può riparare”, come dire le nomine. La presidente si affida a Max Weber per portare a termine il suo discorso “per fare politica servono tre cose: passione, senso di responsabilità e lungimiranza, ma servono insieme. L’impegno è tenere insieme tutti questi elementi, portando avanti il lavoro della Giunta auspicando il rientro di Luca Barberini”. E infine qualcosa di inaspettato e la presidente parla di fiducia “Se la rotta non è più l’azione di governare l’Umbria, non ci sono più le ragioni di portare avanti questo cammino”. Ora l’aula è in attesa della presentazione reale di una risoluzione. A farlo saranno le liste civiche di centro destra, come già annunciato.
Risoluzioni. Se non c’è una maggioranza si deve tornare al voto. Torna a ribadirlo il consigliere Ricci e aggiunge “Non si può aspettare, l’Umbria va governata, e la sua sanità va governata: se questo non avviene per problemi in questa maggioranza, va ridata la parola ai cittadini“. Il consigliere di centrodestra ha sottolineato come in questa legislatura che mostrerebbe segni di grande instabilità, quella che c’è stata nelle ultime settimane è stata una battaglia sulla sanità. “L’assessore alla sanità – continua Ricci – va nominato subito, e il dirigente regionale di settore deve essere in assonanza con l’assessore, per raggiungere gli obiettivi determinati“.
Il consigliere del Pd Eros Brega sulla crisi di Giunta in atto ammette “Non ci siamo mai sottratti alla riflessioni sui problemi: per questo mi sento di continuare a sostenere questo governo regionale, vigili sul fatto che il programma nei prossimi quattro anni sia rispettoso delle responsabilità che ci siamo assunti all’inizio della legislatura. Chiedo alla presidente, cui riconfermo fiducia e stima, un grande confronto sui programmi di governo, cercando insieme di migliorarci e di dare un senso più forte al nostro stare insieme, esaltando la provenienza da esperienze diverse”. Rometti, capogruppo socialista, invita la Giunta a ricomporsi perché “non si è mai sentito parlare di voto anticipato in Umbria”.
Parla Barberini. “Le mie dimissioni non sono il capriccio di un ragazzino“. Ha esordito così Luca Barberini durante il suo intervento in questo lungo consiglio regionale sulla risoluzione del centrosinistra con l’obiettivo di superare la crisi di Giunta in atto. “Le difficoltà sono nei fatti e mi spiace che su questo il segretario del mio partito minimizzi. Nel documento presentato non abbiamo scritto che siamo tutti contrari a visione autoritaria della politica, ma che c’è solo la buona politica. Non è che qualcun vuole bene all’Umbria -continua Barberini – e altri gli vogliono male“. E il consigliere folignate torna sulle nomine sanità: “Dobbiamo avere il coraggio di dire che non siamo più la regione di 20 anni fa, siamo tutti più poveri, soli e anziani. Vanno messi quindi in campo strumenti diversi rispetto al passato. Al di là dei nomi, dopo 20 anni le persone vanno sostituite: altrimenti non si capisce perché i politici devono essere cambiati dopo qualche anno mentre i tecnici rimangono al loro posto vita. E soprattutto non amiamo un uomo solo al comando, mentre preferiamo il lavoro di squadra. L’ho chiesto – conclude Barberini – e continuerò a chiederlo con forza nei prossimi mesi“.