Regione, ok al Defr: scontro sulle ricette per l'Umbria post Covid

Regione, ok al Defr: scontro sulle ricette per l’Umbria post Covid

Redazione

Regione, ok al Defr: scontro sulle ricette per l’Umbria post Covid

Lun, 28/12/2020 - 19:50

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Approvato a maggioranza il documento triennale di economia e finanza | Tesei: sostenere le imprese per creare lavoro | Paparelli: testo generico

Via libera dall’Assemblea legislativa umbra (riunita in video conferenza dopo la positività al Covid dell’assessore Coletto, che ha costretto la Giunta alla quarantena) al Defr, il documento che delinea la manovra economico-finanziaria 2021-23 della Regione.

Gli emendamenti

Numerosi gli emendamenti alla risoluzione presentati dai consiglieri
regionali.

Approvato a maggioranza (con l’astensione della minoranza) un
emendamento a firma Stefano Pastorelli, Valerio Mancini, Eugenio Rondini,
Daniele Nicchi, Paola Fioroni (Lega), che impegna l’Esecutivo regionale ad
“avviare lo screening per la prevenzione del cancro allo stomaco su aree ad
alta intensità epidemiologica, in particolare in Alto Tevere e in Alto
Chiascio; a riqualificare e valorizzare gli ex ospedali appartenenti al
patrimonio della Regione e delle Asl al fine di potenziare e migliorare
l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria territoriale; a migliorare la
sicurezza delle strade ricadenti sul territorio regionale, anche in
collaborazione con Anas, le province e i comuni dell’Umbria; a sostenere il
trasporto sociale a rilevanza sanitaria, con particolare riferimento a quello
operante su più comuni; a predisporre misure per la promozione e
valorizzazione della tradizione culturale e religiosa al fine di accrescere
la capacità di attrarre e il senso di appartenenza che stimolano curiosità
e interesse; a patrocinare, ove necessario, le rievocazioni storiche
tradizionali più importanti; a incentivare la fruizione degli itinerari
turistici, artistici e culturali, sia museali che religiosi, dei borghi e
città d’arte, favorendo l’indotto del turismo, principalmente
enogastronomico e del commercio, soprattutto di prodotti tipici e
oggettistica artigianale; a valorizzare i percorsi e sentieri naturalistici,
soprattutto all’interno dei Parchi umbri, compresi quelli cosiddetti
‘terapeutici’; a potenziare l’offerta dell’Aeroporto ‘San Francesco
d’Assisi’; a programmare e agire, in materia di salute e welfare per gli
anziani non autosufficienti e le persone con disabilità, consolidando i
percorsi di autonomia e autodeterminazione con il potenziamento dei progetti di vita indipendente, attraverso l’implementazione dei progetti
personalizzati, il budget di salute integrato e l’assistenza indiretta, e
anche rafforzando le misure previste in favore delle residenze e dei centri
diurni colpiti dall’emergenza Coronavirus”.

Approvato anche un sub emendamento a firma Daniele Carissimi e Enrico
Melasecche (Lega) che impegna l’Esecutivo “a realizzare e/o riqualificare
le strutture ospedaliere nell’Umbria Meridionale dando precedenza a quelli
obsoleti e inadeguati dal punto di vista sismico o comunque non rispondenti alle normative di settore, avviando i necessari percorsi di
fattibilità”. Su questo punto si è registrato un serrato confronto tra
maggioranza e opposizioni, relativamente ammissibilità del testo e alla sua
congruità: il sub emendamento è stato poi approvato a maggioranza.

Bocciati invece gli emendamenti proposti dalle minoranze. Del resto, già nel confronto tra la presidente Tesei e il portavoce delle opposizioni, Paparelli, è emersa la contrapposizione su gran parte delle misure economiche, di spesa e di investimento.

Tesei: in questo Defr c’è una visione strategica

“In questo Defr c’è una visione strategica: sostenere le imprese, perché il lavoro è l’unica risposta strutturale alla povertà” la sintesi della relazione della governatrice Tesei.

Che ha parlato di un documento molto diverso dal passato, a cominciare dalla programmazione attuata per la sua realizzazione.

“L’Umbria è arrivata all’emergenza Covid in una situazione economica difficilissima – la sua premessa – che dobbiamo tentare di invertire. Il senso istituzionale non può farci prescindere da alcuni dati. Il Pil umbro dal 2008 a 2018 ha perso 12,8 punti percentuali, in Italia il 3,3. In 10 anni siamo andati quattro volte peggio di un Paese in difficoltà. La spesa ha perso oltre il 5 per cento contro l’1,7 del Paese, ancora quattro volte peggio. Il reddito disponibile delle famiglie ha perso 6 punti percentuali, passando da un dato sopra la media nazionale a un sottodimensionamento. La produttività è arrivata a 88 punti mentre 15 anni fa eravamo in media. Il Covid ha colpito una regione che partiva con dati allarmanti”. Dove, ha aggiunto, esisteva il “falso mito del salvagente della pubblica amministrazione”.

“Il bilancio regionale era ed è ingessato – ha proseguito Tesei – caratterizzato da prospettive che non ci lasciano ampio margine, anche perché stiamo cercando di riorganizzare problematiche pregresse come il trasporto”.

Il “tema dei temi” sarà la nuova programmazione comunitaria. Pesanti le ripercussioni della pandemia: “Il Defr dimostra che questa è una terra tra le più vulnerabili al covid. In questo quadro ci si attendono Pil e consumi ai minimi storici dai quali ripartire. La ripresa in estate non ha riguardato solo il turismo ma anche i consumi, con un risultato tra i migliori in Italia. Questo a testimonianza che siamo riusciti a tenere viva e reattiva l’Umbria con tutte le misure messe in campo. Nel 2021 dovremo continuare a tenere sotto controllo la tenuta del tessuto socio economico della Regione con misure di sovvenzione di grande portata, con misure di prospettiva per il rilancio post covid. Una logica di doppio binario che appena possibile ci potrà portare a innestare la marcia dello sviluppo”.

Il Defr punta su “recupero fiducia per il rilancio”, con iniziative per rendere attrattiva l’Umbria. Ma per far questo servono infrastrutture e servizi.

Quanto al tema del lavoro, particolare attenzione sarà rivolte al sostegno del lavoro femminile e giovanile, oltre al ricollocamento degli over 50 anche con incentivi e riconversioni. “La povertà – ha detto Tesei – si contrasta in modo strutturale solo sostenendo l’impresa e dando occasioni di lavori a coloro che l’hanno perso”. Le risorse per tutto questo provengono dalla riprogrammazione comunitaria dei fondi non spesi: 98 milioni di euro allocati, spesi per il 40 per cento nel 2020 e da spendere per il 60 per cento nel 2021. Dalla riprogrammazione Fsc (accordo Provenzano) vengono 98 milioni da spendere nel 2021 al cento per cento.

Poi ci sono le nuove risorse comunitarie 2021-2027 che si stimano intorno ai 700 milioni di euro per Fesr e Fse, 100 l’anno. Per il Psr si stimano 800milioni, 115 all’anno. Da cofinanziare.

Paparelli: il grande assente, la politica

Quel “abbiamo rimesso in moto l’Umbria” lanciato dalla Giunta nella conferenza stampa di fine anno non è andato giù alle opposizioni, che lo hanno bollato come una notizia fake. E il portavoce dell’opposizione Fabio Paparelli, nella sua relazione, è partito proprio da lì. Per poi attaccare sul buco di bilancio del Comune di Montefalco, di cui Tesei è stata sindaco: “Se fossimo stati in un Paese normale lei oggi avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni, non solo per il dissesto in sé bensì per aver mentito agli elettori”.

Per le opposizioni questa maggioranza non ha “cultura di governo” e naviga a vista: “Riscontriamo un grande assente in questo documento di economia e finanza: la politica”.

Paparelli ha parlato di “documento generico, senza una visione chiara dell’Umbria post Covid”.

Le poche certezze che risultano dal Defr, ha attaccato Paparelli, poggiano esclusivamente su programmi e piani di spesa relativi alla vecchia programmazione europea della Giunta precedente.

Le opposizioni puntano l’indice contro l’impatto del Covid sull’economia umbra, peggiore che altrove: “Il Pil è calato in Umbria più di quanto non fosse calato negli anni 2008-2014, e ciò lo si deve anche al fatto di non aver messo in campo nessuna misura efficace. Registriamo un aumento del tasso disoccupazione in un anno di oltre un punto percentuale, nonostante il blocco dei licenziamenti imposto dal Governo, e una preoccupante diminuzione del tasso di occupazione che era sceso nel 2019 sotto la media nazionale. L’unica risposta che avete prodotto nel 2020, a seguito dell’emergenza economica e rispetto alle necessità incombenti delle imprese, è stato il bando Re-start: un fallimento sia per l’esiguo numero di imprese che ne hanno beneficiato, sia perché le stesse, in virtù della loro natura oltre che per le stesse caratteristiche del bando, erano imprese già bancabili”.

Le opposizioni hanno puntato l’indice in particolare sulla parte del Defr dove si parla di risorse. “Le risorse che vengono individuate con chiarezza sono solo i residui della programmazione comunitaria, 98milioni (FSE e FESR) di competenza regionale, oltre i 50milioni di investimenti aggiuntivi (già nel bilancio pluriennale) per il raggiungimento degli obiettivi obbligatori di finanza definiti nella Conferenza Stato Regioni. Per il resto è il buio più pesto” ha accusato Paparelli.

Non si vedono “politiche attive del lavoro straordinarie, capaci di affrontare l’inedito dramma che vivremo nel 2021 su questo versante”. E l’affermazione per cui per creare lavoro occorre sostenere le imprese viene considerata generica.

Le opposizioni hanno avanzato dunque quattro proposte. la prima, convocare e rendere strutturale il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro.

E poi, investire una grande fetta di risorse nell’innovazione delle piccole e medie imprese supportandole nella crescita dimensionale e nell’incremento della produttività, stimolando il passaggio da imprese sub fornitrici ad imprese capaci di produrre prodotti finiti.

Inoltre, si propone di collegare il Superbonus edilizio a programmi di rigenerazione urbana utilizzando i fondi Fesr che si renderanno disponibili e adeguare la pubblica amministrazione per snellire le pratiche.

Infine, le opposizioni chiedono “un grande piano regionale sulla green economy”.

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