Domani sciopero, come dovrebbero fare tutti gli insegnanti umbri impegnati nelle prove Invalsi. Perché la scuola non è un quiz ma una cosa seria, il luogo fondamentale per la formazione e l’educazione dei nostri giovani, dove si fa l’uomo e non ciò che conviene come in un mercato senza regole.
INVALSI vuol dire una scuola che vuole apparire fondata sul merito ma nella sostanza è solo selezione preventiva delle possibilità che sono ben diverse per famiglie e per territorio.
INVALSI è il mezzo per dare le gambe alla “buona scuola” di Renzi e della Ministra Giannini. Buona sì ma non per gli studenti, non per gli insegnanti, non per le famiglie. Più di 50.000 insegnanti, i precari d’Istituto, dopo anni di servizio avranno il ben servito. Ci sarà il Preside – Podestà, che farà suoi tutti i poteri degli Organi Collegiali. La scuola pubblica sarà finanziata dai privati e col 5 per mille, mentre le famiglie degli studenti delle pubbliche sono già ora chiamati a pagare due volte, prima con la fiscalità generale e poi con le tasse d’Istituto, al contrario le private avranno ancora più regali con gli sgravi fiscali alle famiglie che le scelgono. Ci saranno per gli studenti 400 ore di lavoro nelle aziende negli ultimi tre anni di scuola, la chiamano scuola-lavoro ma è subordinazione all’azienda che fa perdere la funzione educativa della scuola e posti di lavoro.
Inizia perciò domani la vera battaglia per difendere la scuola pubblica, che si fa sul campo dove avanza il vecchio che chiamano nuovo.
Aurelio Fabiani candidato alla presidenza della Regione- Casa Rossa Partito Comunista dei lavoratori