Recuperata la "sauna" dei Vitelli, da oggi sarà visitabile al pubblico (foto) - Tuttoggi.info

Recuperata la “sauna” dei Vitelli, da oggi sarà visitabile al pubblico (foto)

Davide Baccarini

Recuperata la “sauna” dei Vitelli, da oggi sarà visitabile al pubblico (foto)

La "stufetta" è stata restaurata dal Rotary tifernate, oggi l'inaugurazione | Bacchetta "Momento di valorizzazione per la Pinacoteca e per la stessa storia di Città di Castello"
Ven, 15/06/2018 - 15:36

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La “stufetta” dei Vitelli, nel Rinascimento equivalente della sauna moderna, è stata recuperata completamente grazie al Rotary Club di Città di Castello e, da oggi (venerdì 15 giugno), sarà visitabile al pubblico a Palazzo Vitelli alla Cannoniera, semplicemente acquistando un biglietto d’ingresso alla Pinacoteca tifernate.

La presidente del Rotary Silvia Mercati, durante la conferenza di presentazione, si è detta orgogliosa “di aver arricchito il patrimonio artistico locale, dimostrando ancora una volta l’amore della mia associazione per Città di Castello. Quando ho saputo dell’esistenza della stufetta dall’amico e conoscitore della città Marco Baldicchi, ho fatto del suo recupero uno degli obiettivi della mia presidenza”. Maria Brucato, funzionario della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, responsabile del procedimento di restauro, ha spiegato che “sono rarissime le stufette conservate integralmente: ce n’e una a Castel Sant’Angelo (Roma) e una nella Rocca dei Sanvitale a Fontanellato (Pr). Il recupero completo di questo ambiente e del suo apparato decorativo rende la Pinacoteca di Città di Castello un esemplare ancora più ragguardevole dell’architettura del Rinascimento”

La stufetta è citata dal Vasari (rifugiatosi a Città di Castello nel 1534 in seguito all’accusa di complotto contro i Medici) nel passo in cui esso si attribuisce l’ideazione del contenuto delle decorazioni di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, e di cui Cristoforo Gherardi, il Doceno, è l’esecutore. Tra le scene meglio conservate, dedicate tutte ai miti delle acque, vi sono Nettuno, Diana e Atteone e Leda e il cigno. Era, come detto, il 1534 e le sale per i bagni caldi, a questo servivano le stufette, erano molto diffuse in ambiente romano, dove rappresentavano non tanto un segno di sfarzo quanto di progressismo. E’ probabile che Angela Rossi di San Secondo Parmense, (moglie di Alessandro Vitelli), sensibile alle mode romane, ne abbia voluta una per la propria dimora nuziale.

Con il tempo – ha proseguito la Brucato – l’ambiente fu dismesso e cambiò destinazione. Tuttavia una parte importante delle decorazioni, grazie al lavoro compiuto dal restauratore Giuliano Guerri, sono venute alla luce e siamo riusciti a ricostruire la stufetta nei suoi tre elementi: la stanza della servitù con l’impianto idrico (poi diventata cappella), lo spogliatoio e la vasca o piscina in cui i Vitelli si immergevano”. Lo stesso restauratore tifernate Guerri ha aggiunto: “Le prime decorazioni furono scoperte nel 1983, e da lì iniziarono i primi interventi. Oggi, dopo 40 anni, sono tornato per completare il lavoro. Dopo tre mesi passati all’interno di questo ambiente la soddisfazione non può che esser grande, anche perché gli affreschi emersi rendono un’idea del pregio del bagno”.

Il vicesindaco e assessore alla Cultura Michele Bettarelli ha ringraziato il Rotary “perché la Pinacoteca, seconda galleria dell’Umbria per importanza, si consolida un’eccellenza di tutto rispetto, che può rappresentare un attrattore turistico e un presidio culturale per tutta la Regione”. Anche il sindaco Luciano Bacchetta ha infine sottolineato come “la restituzione della stufetta sia un momento di valorizzazione per la Pinacoteca ma anche per la stessa storia di Città di Castello. Resta fondamentale, come in questo caso, la sinergia tra istituzioni pubbliche e private”.

Nel pomeriggio di oggi (venerdì 15 giugno), alle ore 18.30, è previsto il taglio del nastro alla presenza delle autorità e un convegno che illustra le caratteristiche della stufetta, le cui sezioni sono state analizzate e ricostruite dall’architetto Francesco Rosi.

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