“Ancora una volta i dati dei due capoluoghi umbri mettono in evidenza la scarsa attenzione alle politiche dell'infanzia nella nostra regione – dichiara Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria – Con Terni è al 32° posto e Perugia al 42°, delle 62 province italiane che hanno partecipato al Rapporto Ecosistema Bambino 2008, l'annuale classifica di Legambiente, emerge come queste non si siano particolarmente distinte per la partecipazione dei giovani nelle decisioni che riguardano la città nè per averne fatto un punto cruciale della propria politica”.”Questo è ancora più evidente – continua Alessandra Paciotto – se andiamo ad analizzare complessivamente i dati dei 10 anni del rapporto dove troviamo la città di Perugia al 31° posto e quella di Terni al 58°. Perugia e Terni si sono per lo più collocate nelle fasce intermedie della graduatoria, salvo qualche anno in cui si sono trovate insufficienti, soprattutto per l'incompletezza delle risposte fornite. Il 2004 segna il livellamento delle qualità delle politiche giovanili delle due città: a fronte di una flessione del capoluogo umbro, si registra lo sviluppo di una maggiore sensibilità da parte dell'amministrazione ternana nell'offrire opportunità dipartecipazione, servizi, strutture e iniziative per la promozione culturale dei cittadini più giovani”Ieri a Roma, in occasione della presentazione dell'XII edizione di Ecosistema Bambino, sono state premiate le città che investono maggiormente nell'offrire opportunità di partecipazione, servizi, strutture ed iniziative per la promozione culturale pro under 14. Torino è la città più attenta alle esigenze dell'infanzia e vince per aver dimostrato di essere dotata di uffici comunali competenti, capaci di dare continuità ai progetti rivolti ai ragazzi e l'esperienza del laboratorio “Città sostenibile”, un organismo che vede coinvolti più assessorati per promuovere qualità della vita urbana e partecipazione dei bambini. Interessante *Ravenna* che è la migliore tra le città di una Regione tradizionalmente attenta alle politiche sociali e quindi anche a quelle dedicate ai più giovani, ma anche per aver saputo integrare, in seno ad Agenda 21 piani d'azione junior e adulti sul tema della sostenibilità. *Roma* primeggia per la ricca offerta di stimoli e iniziative culturali, per i tanti progetti, in periferia e in centro città, dentro e fuori dalla scuola. *Modena *è stata premiata* *per l'ampiezza di iniziative e la continuità dell'impegno a favore dei bambini dimostrata negli ultimi dieci anni: con il progetto “Conosci l'energia” i ragazzi possono diventare energy manager per ridurre i consumi e l'inquinamento a casa e a scuola.***Ma esiste una città ideale per essere piccoli?* Non proprio, forse bisognerebbe inventarla. Oppure farla inventare direttamente ai più piccoli, visto che gli adulti hanno dimostrato di non essere in grado, o quantomeno di essere “distratti” da altre faccende. Se ci fosse, comunque, secondo lo studio di Legambiente la città a misura di bambino sarebbe in Emilia Romagna, perché è la regione che ha saputo più di tutte coordinare i servizi con gli strumenti di partecipazione, ma avrebbe gli uffici a Torino, Le attività si svolgerebbero a Roma, infine le energie per affrontare il lavoro con il contributo dei più piccoli sarebbero in Sicilia, per la precisione a Caltanissetta, dove il Comune ha deciso di avviare un interessante percorso partecipato di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. I parametri presi in esame da Ecosistema Bambino 2008 vanno dagli strumenti di coinvolgimento messi in campo dalle Amministrazioni (consulte giovanili, consigli comunali dei ragazzi, incontri e occasioni di confronto con le istituzioni), alle forme di partecipazione (azioni di adozione del territorio, progettazione partecipata), alla presenza e al funzionamento di strutture e uffici dedicati ai giovani, alla quantità e qualità dell'offerta culturale (musei, aree riservate, eventi, teatri, ludoteche, biblioteche), alle iniziative di promozione culturale e sociale ad hoc per i cittadini più piccoli (pubblicazioni e riviste per ragazzi, manuali educativi, feste, rassegne cinematografiche, soggiorni in città e fuori città, corsi, laboratori, ecc…).”Occorre che nella nostra Regione – conclude la presidente di Legambiente Umbria – tutte le amministrazioni comunali, a cominciare da quelle di Perugia e Terni dimostrino che le politiche dell'infanzia non sono considerate un gioco da bambini! Occorre mettere al centro le generazioni più giovani, puntando su loro reale coinvolgimento e sulla loro realepartecipazione. Perchè pensare a misuradi bambino permette di avere città dove è possibile spostarsi in virtù di una mobilità sostenibile, città dove la cultura sia alla portata di tutti, l'ambiente sia rispettato e gli spazi verdi e liberi dal cemento siano considerati un bene comune, città dove ci siano luoghi e tempi di partecipazione.”
RAPPORTO “ECOSISTEMA BAMBINO 2008” : LO SCARSO IMPEGNO DELL'UMBRIA
Sab, 05/01/2008 - 20:45