Ai domiciliari tre dei quattro uomini ritenuti responsabili delle due rapine avvenute lo scorso dicembre, a pochi giorni di distanza l'una dall'altra | Sono tutti residenti in Altotevere
Sono stati arrestati tre dei quattro uomini ritenuti responsabili delle rapine avvenute, lo scorso dicembre, al distributore di carburante di San Secondo e all’Autogrill di Pieve Santo Stefano.
Dalle indagini svolte dai carabinieri di Città di Castello e Sansepolcro sarebbe stato documentato anche lo stesso modus operandi in entrambi gli episodi: gli indagati con il volto travisato e armati di machete e roncola, ognuno con compiti ben definiti, avevano l’unico obiettivo di farsi consegnare gli incassi giornalieri.
Rapina con machete al distributore, mezz’ora dopo tifernate aggredito e derubato nell’androne
La prima rapina, avvenuta poco prima di Natale, aveva interessato il distributore di San Secondo (Città di Castello): i malviventi, dopo aver puntato alla testa del titolare un machete, lo avevano costretto a dar loro l’incasso di circa 2000 euro e, subito dopo, si erano allontanati a bordo di un’auto di grossa cilindrata, a bordo della quale, con il motore acceso, li attendeva un quarto uomo.
Paura in Autogrill, tre uomini a volto coperto minacciano dipendente con una roncola
Nella seconda rapina, realizzata qualche giorno dopo Natale, gli indagati, armati di roncola, avevano fatto irruzione all’interno dell’Autogrill lungo la E45 a Pieve Santo Stefano. Mentre uno minacciava un cliente, l’altro intimava il cassiere a farsi consegnare le chiavi di cassa e cassaforte. La rapina, però, non era stata messa a segno, poiché il terzo uomo rimasto fuori a fare il palo, aveva avvisato i complici dell’imminente arrivo delle forze dell’ordine. I tre si erano quindi allontanati a bordo della stessa auto utilizzata per la rapina di San Secondo, guidata ancora da un quarto uomo.
Dopo una serie di accertamenti investigativi dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Perugia, indagini tecniche e attività di perquisizione hanno consentito l’acquisizione di vari elementi che avrebbero provato le responsabilità di quattro persone di varia nazionalità ma tutti i residenti in Altotevere. La Procura ha quindi chiesto e ottenuto per tre di loro – un 24 argentino residente a Città di Castello, un 25enne di Città di Castello e un 22enne marocchino residente a San Giustino – gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Un altro 28enne ghanese, residente Città di Castello, è stato invece indagato a piede libero.