Genitori preoccupati, chiedono attenzione e sicurezza per i loro figli. Adolescenti, “ancora insicuri”, intimiditi e spaventati dalla forza di un “branco” che minaccia e offende e prende a spintoni dopo aver isolato la sua “preda”. In cerca dei capi firmati, degli zainetti costosi, o della manciata di euro nel portafogli. Come accaduto sabato pomeriggio a Sant’Ercolano quando un minorenne ha raccontato di essere stato accerchiato e di aver ricevuto minacce e atti intimidatori. Ma questo episodio non è isolato.
Provvedimenti. Scriveranno alle autorità e alle istituzioni, i genitori dei ragazzi presi di mira in queste settimane. I loro racconti fanno paura e anche tanta rabbia. “Mio figlio e i suoi amici sono stati fermati sabato in via della Cupa – un racconto – Li hanno derubati e minacciati di non raccontare niente, altrimenti peggio per loro”.
Trascinato via dal “branco”. E non è la prima volta, ce lo racconta un padre, “mio figlio è stato preso di mira due volte. La prima gli hanno preso solo i soldi e lo zaino e gli hanno lasciato il giacchetto, la seconda – ci dice – hanno reclamato il giacchetto che non avevano preso la volta precedente. Lo hanno separato dai suoi amici e trascinato in un vicolo. La sua fidanzata è scappata spaventata. Il suo amico ha chiamato me preoccupato perché non lo rivedeva”.
Non si deve sottovalutare. C’è chi minimizza, anche sui social, ma è veramente difficile farlo davanti a questi racconti, sopratutto quando arriva il particolare più preoccupante, “uno di loro ha mostrato il coltello che aveva in tasca per spaventare mio figlio. Glielo ha soltanto fatto vedere. Non lo hanno toccato. Ma dobbiamo aspettare che accada il peggio per prendere seri provvedimenti?”.
Il rischio. Concetto che si ripete parlando con un’altra madre, “ma se un giorno uno dei nostri figli tornasse a casa ferito potremmo dire di aver fatto tutto, visto che sapevamo benissimo quale era la situazione? e non credo che la soluzione sia smettere di far uscire i nostri figli”.
Sono rapine non ragazzate. “Questo è crimine, sono rapine – spiega una madre spaventata – ma io non voglio che mio figlio smetta di uscire. Vanno fermati, tutti conoscono i loro nomi”. Tra questi ci sono anche i tre 17enni denunciati sabato a piede libero per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. “Mio figlio non mi ha chiamato, non mi ha detto niente di quello che aveva appena subito, è stato un suo amico a farlo. Questo mi fa paura più di tutto. Mi ha spiegato che si vergognava che non voleva denunciare perché aveva paura delle conseguenze”. Si osserva un certo ambiente minorile, quello che – per intenderci – in inverno è solito muoversi nei centri commerciali della prima periferia e con l’arrivo della bella stagione si sposta in centro storico. Da tempo nel mirino del questore Francesco Messina. Un piano specifico è già operativo, teso a scoprire quel “sommerso” che secondo le forze dell’ordine, troppo spesso non viene riferito alle autorità.