Francesco de Augustinis
Scende la produzione di rifiuti e aumenta il livello di raccolta differenziata, a ritmo diverso, ma in tutti e quattro gli Ambiti territoriali che suddividono la regione. A presentare gli ultimi dati sulla produzione e la raccolta dei rifiuti in Umbria sono stati oggi il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e l'assessore regionale all'Ambiente Silvano Rometti.
“Credo che sia un risultato significativo per l'Umbria che per una volta fa un salto di qualità nella differenziata”, ha detto la Marini stamattina. “Ora viene la fase più difficile per raggiungere livelli ancora più alti, in cui oltre a riorganizzare il servizio bisognerà intervenire sulla realizzazione dei necessari impianti a valle”, ha detto.
I dati – Il rapporto sulla produzione di rifiuti presentato stamani è stato prodotto dall'Arpa sulla base dei dati trasmessi dai singoli comuni di tutta l'Umbria. Il dato regionale segna un forte calo della produzione dei rifiuti, attorno al 6,39 per cento, attestandosi a 513.952 tonnellate, con un decremmento della produzione pro capite da 572 kg/abitante del 2010 a circa 520 kg/abitante. Il calo dei rifiuti complessivo va letto anche in considerazione della crisi in corso, che ha fatto segnare una corrispondente contrazione delle produzioni e dei consumi in tutta la regione.
I dati sulla differenziata – Segnali confortanti arrivano più o meno da tutta la regione sullo sviluppo della differenziata, che segna a livello regionale un +8,24 per cento, con grande performance dell'organico che cresce del 32 per cento.
A trainare la crescita è l'Ati2, il più popoloso, che ottiene un aumento dell'8,28 per cento rispetto al 2010, trainato a sua volta dalla buona performance di Perugia, che segna +9,93 per cento, ma anche di altri centri come Magione (+13,02%), Città della Pieve (+9,07%), Valfabbrica (+16,75%). Perugia si attesta nel 2011 al 41,16 per cento di rifiuti differenziati, in linea con i livelli dell'Ati2 (43,97%).
Meno positivi i progressi dell'Ati1, che segna solo un incremento dell'1,65 per cento fermandosi al 39,11 per cento, con Fossato di Vico in forte contrazione (-12,84%) e le altre, come Città di Castello (+0,63%) sostanzialmente ferme.
Sul fermo anche il progresso dell'Ati4, il cui incremento complessivo della differenziata è di 2,9 per cento, fermandosi al 30,69 per cento, rispetto al 28,50 per cento registrato nel 2010. Terni nel 2011 segna un livello di differenziata al 33,85 per cento, con un incremento del 1,65 per cento, in linea con le performances di Narni (+1,43%). Negativo il risultato di Amelia (-2,64%, si ferma al 28,21% di differenziata), mentre parte finalmente Orvieto, che segna un incremento dell'8,32 per cento, raggiungendo la soglia del 21,51 per cento dopo il “misero” 13,18 per cento del 2010.
Meno stazionari i dati dell'Ati3, che aumenta del 4,65 per cento, passando dal 28,52 all 33,17 per cento. A trainare l'incremento, Spoleto (+4,24 %, raggiunge quota 33,56%), Foligno (+4,29%, si attesta al 34,9%), oltre a Trevi (+6,58%) e Giano dell'Umbria (+8,80%). Fermi diversi comuni come Norcia (-0,31%, si attesta a quota 8,74%) e Cascia (+0,61%, ferma al 6,07%).
Passi indietro sulla chiusura del ciclo – “Se portiamo la raccolta differenziata in alto e si fanno impianti a valle”, ha detto la Marini, “dobbiamo fare delle valutazioni rispetto al piano attuale di chiusura del ciclo dei rifiuti, che prevedeva due impianti, uno nell'Ati2 e uno nell'Ati4”, ha detto il presidente regionale.
Secondo la Marini, infatti, la realizzazione e l'alimentazione di questi impianti rappresenta anche un costo per la regione, che va valutato alla luce dell'incremento della differeniata e del calo della produzione dei rifiuti in regione. La Marini ha confermato alla stampa presente in sala che l'ipotesi dell'impianto nell'Ati4 “già con questi risultati” è destinata a tramontare definitivamente, mentre per l'impianto dell'Ati2, sul quale al momento è stato commissionato uno studio di fattibilità, il discorso è diverso.
Da una parte Rometti ha detto infatti che “Non si può rinunciare alla chiusura del ciclo” per eliminare parte del 35 per cento che, anche se la regione dovesse raggiungere il 65 per cento di differenziata, resterà in sovrappiù. Dall'altra, la Marini ha aperto uno spiraglio diverso: “Ci sono novità che arrivano dal ministero dell'Ambiente, sulle quali aspettiamo sviluppi”, ha detto. In sostanza, ha spiegato la Marini ai giornalisti a margine dell'incontro, l'ipotesi è che il Ministero permetta di trattare il residuo dei rifiuti, ripulendolo dei residui di vetro, metallo e altri elementi non utilizzabili in impianti energetici, e porlo in vendita nel mercato dell'energia in Italia e in Europa. Una soluzione che permetterebbe all'Umbria, secondo la presidente, di vendere il suo surplus indifferenziato, dopo averlo trattato in appositi impianti, a regioni o stati in possesso degli impianti per l'incenerimento e la produzione di energia, trendone anche degli introiti.
(In gallery tutti i dati sulla produzione di rifiuti comune per comune)
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