Libera Caccia contro l'aumento per la selezione di capriolo e daino | Le proposte per arginare la proliferazione dei cinghiali
Caccia, da Perugia a Terni, acque agitate negli Atc umbri, con la sola quota dell’area Foligno – Spoleto. Dopo la rendicontazione fatta saltare nell’Atc1 dalle associazioni venatorie, contrarie ai paventati aumenti delle quote per i cacciatori per pagare i maggiori danni dei cinghiali, una situazione analoga si presenta nell’Atc 3, relativamente alle quote che i cacciatori di selezione a capriolo e daino dovranno pagare secondo le recenti decisioni assunte.
Libera Caccia contro l’aumento delle quote
“Gran parte del mondo venatorio sembra non condividere questa scelta, che nell’Atc 3 è stata fermamente contestata dalla Libera Caccia” ricorda il presidente Ancl provinciale di Terni, Sauro Zara.
La proposta della Libera Caccia era stata formulata dal consigliere dell’Atc 3 del Ternano-Orvietano, Massimo Novelli, ma non è stata accolta.
“Io volevo che fosse applicato – afferma Novelli – il contributo minimo di 20 euro, così come chiede il nuovo disciplinare per l’accesso al piano di prelievo annuale. Invece si è passati a ‘vendere’ gli animali da abbattere a 20 euro a singolo capo. Animali che, ricordo, sono inseriti nel calendario venatorio e ricompresi nella tassa versata per l’iscrizione all’Atc. La scelta – sostiene Novelli – scatena anche ulteriore burocrazia e lungaggini in un settore già messo a dura prova”.
Il disciplinare
Trova scontento anche il disciplinare. La Libera Caccia avrebbe preferito che ci fosse una rappresentanza politica a quel tavolo tra Regione e Atc umbri. “Più volte nel corso di questi ultimi periodi – afferma Novelli – avevo posto al presidente le nostre tesi ma poi lui ha ritenuto opportuno che l’Atc3 venisse rappresentato dal tecnico dei cervidi e bovidi. E i consiglieri hanno saputo tutto a cose fatte”.
Il problema del cinghiale
E’ poi acceso anche nel Ternano il dibattito sulla proliferazione dei cinghiali. Libera Caccia – spiega Zara – condivide la preoccupazione che la politica regionale e soprattutto la maggioranza hanno manifestato circa il proliferare del cinghiale, anche in merito al fatto che gli Atc 3 e Atc 1 non hanno fatto partire la caccia di selezione al cinghiale. E ricorda alla maggioranza che sono 3 i rappresentanti che la precedente Giunta ha nominato all’interno degli Atc: “Costoro, ci chiediamo, fanno gli interessi dell’attuale giunta e rispondono alle attuali problematiche?”.
In particolare il consigliere regionale della Lega, Valerio Mancini, chiede che i vertici degli Atc 1 e 3 vengano azzerati. Tanto più dopo il mancato avvio della caccia di selezione al cinghiale in assenza dei piani di abbattimento.
In base al regolamento regionale, ricorda Zara, potrebbero essere sostituiti, “dando così un impulso diverso all’attività e alle attese dei cacciatori e dei cittadini”.
Trappole per i cinghiali,
le nuove regole
“Riguardo al cinghiale e la relativa emergenza – prosegue il presidente provinciale – riteniamo che la questione debba essere affrontata in modo totalmente diverso: aumentando le giornate di caccia così come da sempre la Libera Caccia ha chiesto alle istituzioni. Va compiuta una riflessione anche sulla bozza del calendario venatorio laddove si prevede che la caccia al cinghiale inizi il primo ottobre e termini il 31 dicembre per un totale di 39 giornate di attività”.
La proposta della Libera Caccia
La proposta che Libera Caccia da Terni fa alla politica è di effettuare le “braccate” di contenimento il sabato e la domenica di ottobre. Poi dal 4 novembre fino al 31 gennaio secondo quanto prevede il calendario venatorio: cosi facendo si totalizzano 10 giornate di caccia in più che sicuramente, sommate al numero delle squadre, determinerebbero un numero di abbattimenti maggiore.