Contro la non riapertura del punto nascita corteo di protesta: appuntamento domenica alle 10,30 in piazza del Comune
Manifestazione di protesta domenica mattina (13 novembre) contro la chiusura (o meglio la non riapertura) del punto nascita dell’ospedale di Spoleto. Anima del corteo l’ex consigliere comunale Aurelio Fabiani, che ha lanciato sui social l’idea raccogliendo ben presto l’adesione di alcuni comitati: Comitato per la riapertura del punto nascite e per la sanità pubblica Spoleto; Coordinamento sanità pubblica dell’Umbria; Difendiamo Spoleto e Comitato No alla sanità privata e convenzionata a pagamento in Umbria; Adoc.
Un’altra manifestazione – promossa dal City forum – avrebbe dovuto tenersi invece sabato, ma è stata annullata non senza malumori interni.
La manifestazione di protesta prenderà il via domenica alle 10,30 in piazza del Comune, muovendosi poi verso l’ospedale San Matteo degli Infermi. “Non si può restare a guardare. Non puoi mancare. E’ anche affare tuo” evidenziano i promotori. “Saremo ‘armati’ – annunciano – di fiocchi rosa e celesti listati a lutto, carrozzine vuote e incatenati come vogliono i responsabili di questo scempio della sanità pubblica. Occorre una risposta vera, forte, che si metta alle spalle le incertezze e le complicità, le bugie elettorali, i consigli comunali aperti di cui si sono perse le tracce, le assemblee di protesta annunciate e poi cancellate”.
Il tema caldo del punto nascita di Spoleto è stato affrontato anche in apertura di seduta del consiglio comunale di giovedì. Con le varie forze politiche che hanno evidenziato il loro dispiacere per la mancata riapertura e per il diniego della deroga da parte del ministero competente. Plaudendo tuttavia per lo più – come ha fatto il sindaco Andrea Sisti – al progetto di creazione del terzo polo sanitario regionale, di fatto un ospedale unico tra Foligno e Spoleto con una sua entità giuridica.
Intanto negli ultimi giorni sono state diverse anche le note stampa diramate dai vari schieramenti politici. Come il Partito democratico, che si è riunito anche per affrontare il tema dell’ospedale. “Pressante sollecitazione alla Presidente Tesei e all’assessore regionale Coletto sui tempi di attuazione, verifica dell’iter che ha portato a negare il punto nascita, battaglia per ottenere la sede del nuovo Distretto sanitario territoriale: questo è quanto la segreteria del Partito Democratico di Spoleto, convocata dal segretario Stefano Lisci, ha sintetizzato rispetto al piano sanitario di integrazione con Foligno.
Infatti se si riconosce che le istanze – frutto di quattro anni di lavoro della Commissione consiliare presieduta da Guerrino Lucentini prima e poi della mozione votata dal Consiglio comunale all’unanimità il 22 dicembre 2021 – sono state per la gran parte accolte, restano forti dubbi all’interno del Pd sulle promesse della Presidente Tesei che, si ricorda, aveva assicurato un presidio ospedaliero migliore di quanto fosse prima della chiusura che lo ha convertito in Covid Hospital. Il Presidente del Consiglio comunale, Marco Trippetti, su mandato del Consiglio stesso ha lavorato nella Commissione tecnica di integrazione, lavoro dal quale non sono stati presi in considerazione alcuni servizi.
Tra questi il punto nascita per il quale la città di Spoleto si è battuta da sempre. Basti pensare alle tante azioni messe in campo dai nostri Consiglieri nelle passate amministrazioni con Carla Erbaioli in testa. I Consiglieri regionali del PD, su questo argomento, presenteranno un’interrogazione che tra l’altro metterà in evidenza la necessità di abbassare i parametri alla luce della conclamata denatalita’ nel nostro Paese. Di certo se la legge lo prevede, il Pd chiederà che sia mantenuta nei documenti anagrafici la possibilità di scrivere “nato/a a Spoleto”. La segreteria del Pd rivendica comunque il programmato piano di sviluppo dell’ospedale a fronte delle scelte scellerate della Regione quando ha convertito a Covid il San Matteo degli Infermi, ma il Partito sarà inflessibile e incalzante sul cronoprogramma. Vogliamo date certe sia sull’applicazione del Piano che sugli impegni di spesa e su piano assunzioni che devono essere chiari ed espliciti”.
Ad intervenire sul tema anche la consigliera comunale di Forza Italia Maria Elena Bececco, che nella scorsa consiliatura – durante la trasformazione del San Matteo degli Infermi in ospedale Covid – si è schierata al fianco dell’allora sindaco Umberto de Augustinis. Di seguito la sua nota: “Come Consigliere Comunale e come candidato Sindaco alle passate elezioni amministrative, resto semplicemente coerente con il primo punto del nostro programma elettorale: ripristino dei Reparti e Servizi dell’Ospedale DEA di 1° livello di Spoleto e del Punto Nascita e Pediatria, sospesi ad Ottobre 2020 per riconversione in Ospedale Covid e rilancio dell’Ospedale con tutta l’emergenza-urgenza chirurgica e medica come condizione di una possibile integrazione con Foligno basata sulla equa ripartizione delle specialistiche.
Ricordo che anche le altre coalizioni elettorali, che oggi incomprensibilmente cambiano posizione, enunciavano lo stesso programma. Purtroppo il piano di riorganizzazione della Giunta Tesei, per quanto presentato a colori rosei, non prevede affatto queste cose. Resterebbe per il “San Matteo” la qualifica di DEA, ma nella sostanza non è DEA un Ospedale di sola attività programmata in cui, per esempio:
1) Non si può trattare un’urgenza chirurgica ed è preclusa la chirurgia oncologica, cioè quella seria (quale buon chirurgo può accettare questo ruolo?)
2) La medicina viene ridotta a geriatria, mentre molti posti letto restano occupati della RSA
3) Non si può più nascere a Spoleto e niente pediatria, cose consentite invece, con tutte le dovute deroghe ai parametri nazionali, ad altri ospedali di città analoghe o con meno abitanti di Spoleto.
4) In ortopedia si farebbe solo protesica e niente traumatologia o trattamento di fratture! E così via.
La stessa Robotica è impiegabile solo in taluni interventi e non è più un’esclusiva. Perfino il Pronto Soccorso, se dietro non ci sono i reparti di urgenza medica e chirurgica, è solo un punto di smistamento.
Quindi, per le liste da me rappresentate, nessun pregiudizio conflittuale verso la Regione ma la legittima richiesta alla Giunta Tesei che riconsideri il Piano, perchè si sta tagliando fuori Spoleto – e solo Spoleto – dai 7 DEA propriamente detti: così non è integrazione con Foligno, ma svuotamento e annessione, a danno dei cittadini proprio nell’area più emergenziale cioè Valle Spoletina e Valnerina. La battaglia sui servizi sanitari è solo all’inizio, non si faranno sconti su quanto scritto nero su bianco dalla Regione né sulla richiesta avanzata direttamente alla presidente Tesei e all’assessore Coletto, dal presidente Trippetti e dal sindaco Sisti, sulla istituzione a Spoleto della nuova sede del Distretto sanitario”.